L'Italia nel Mar Rosso con la fregata Virginio Fasan contro gli Houthi
Gli Stati Uniti guideranno l'operazione Prosperity Guardian per contrastare la presenza dei ribelli yemeniti nelle acque della zona del Canale di Suez, dove in risposta alla guerra a Gaza stanno attaccando da tempo imbarcazioni occidentali. Roma ha deciso che invierà una sua fregata, ma il Ministero della Difesa precisa che la mossa è nell'ambito della già esistente missione Atalanta
- La presenza degli Houthi nel Mar Rosso preoccupa la comunità internazionale: da settimane i ribelli yemeniti filoiraniani prendono di mira cargo e petroliere occidentali, come rappresaglia verso Israele per la guerra a Gaza. Per questo gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno deciso di rafforzare la loro presenza nell’area. Così ha fatto anche l’Italia
- Il 19 dicembre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha partecipato a una videoconferenza con il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, in cui si è discusso di come “contrastare l’attività terroristica di destabilizzazione degli Houthi” e di come “tutelare la prosperità del commercio e garantire la libertà di navigazione e il diritto internazionale”
- Il rischio, per citare Crosetto, è che senza un intervento ci si ritrovi “con i porti deserti”: diverse compagnie hanno infatti sospeso le spedizioni in questo snodo degli scambi commerciali mondiali
- In un comunicato del 19 dicembre si legge quindi che l’Italia ha deciso di inviare nel Mar Rosso la Fremm (fregata europea multi-missione) Virginio Fasan. Dovrebbe arrivare nel Canale di Suez il 24 dicembre. Subito si è parlato della volontà italiana di aderire all’operazione Prosperity Guardian, lanciata e guidata proprio dagli Usa. In foto, la Virginio Fasan (2014)
- In realtà le cose non stanno esattamente così. Il Ministero della Difesa – sollecitato dalle opposizioni a riferire in Aula - ha dovuto precisare che il primo contributo di Roma va infatti a rafforzare la missione europea Atalanta, già esistente e autorizzata in Parlamento. “Rispondendo a una precisa richiesta di tutela degli interessi nazionali, pervenuta dagli armatori italiani”, il ministero spiega di aver “deciso di spostare nel Mar Rosso una delle sue unità navali” già presenti in Medio Oriente
- Non servirebbe quindi un passaggio parlamentare, ma Crosetto ha assicurato comunque che riferirà in Parlamento "nel più breve tempo possibile". In ogni caso "bisogna intervenire al più presto per evitare conseguenze economiche gravi", come l'aumento dei prezzi delle materie prime, ma anche dell'energia, ha ammonito, visto che da lì "passa il 10% del petrolio" globale oltre al "gas liquido"
- Fatto sta che le intenzioni alla base degli interventi di Roma e Washington sono le stesse. Secondo il Pentagono – che parla di attacchi “senza precedenti” – nell’area del Mar Rosso il movimento yemenita ha già effettuato raid con missili e droni sui mercantili di almeno 35 Paesi
- Ecco quindi che la Difesa a stelle e strisce – già di pattuglia nella zona – ha deciso di inviare un segnale preciso agli Houthi. Alla chiamata Usa hanno già aderito Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Bahrein, Canada, Seychelles e Grecia. L’iniziativa è però ancora da strutturare nei dettagli. Si sa ad esempio che Londra ha deciso di inviare un cacciatorpediniere
- L'operazione, si legge sul sito Analisi Difesa, "si annuncia di tipo difensivo" e dovrebbe prevedere la scorta e la protezione "dei mercantili impegnati sulla rotta dal Canale di Suez allo Stretto di Bab el Mandeb" (e viceversa). Un'infografica rilasciata dall'agenzia turca Anadolu parla tra l'altro della scelta di alcune compagnie di lasciare la rotta Suez-Bab el Mandeb a favore di altre vie di commercio, proprio per la presenza degli Houthi
- Gli Houthi hanno già definito l'alleanza navale a trazione Usa come "essenzialmente inutile". Attraverso uno dei portavoce, i ribelli che controllano la capitale yemenita Sana’a si sono detti pronti ad "effettuare operazioni e attacchi ogni 12 ore alle navi che transitano nel Mar Rosso". Anche se, precisano, si tratterà solo di imbarcazioni dirette "esclusivamente a Israele, perché tolga l'assedio a Gaza"
- Toni diversi quelli di un alto funzionario Houthi, Mohammed Ali al-Houth, che invece ha giurato di "prendere di mira le navi di qualsiasi Paese che si muove contro di noi". Le dichiarazioni, non a caso, sono state rilasciate a una tv iraniana. Teheran, attraverso il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani, ha tuttavia riproposto la versione secondo cui non avrebbe nulla a che fare con gli attacchi agli occidentali nel Mar Rosso
- E il Cremlino? Stretto alleato dell’Iran, per ora ha semplicemente chiarito che Mosca non parteciperà alla Prosperity Guardian