Israele, gli effetti della guerra sull'economia: turismo fermo e settore hi-tech in crisi
Il conflitto contro Hamas, soprattutto se troppo prolungato, rischia di colpire duramente un Paese la cui crescita per il 2023 era prevista intorno al 3%. A oggi difficoltà si riscontrano in molti settori, anche a causa delle centinaia di migliaia di riservisti richiamati che hanno lasciato vuoti posti di lavoro specialmente nel settore tecnologico. Il blocco delle frontiere impedisce l’accesso a circa 140mila palestinesi che hanno un permesso di lavoro israeliano e molti stranieri sono stati rimpatriati
- Oltre alle ricadute umanitarie, la guerra in Medioriente sta già avendo conseguenze anche su molti settori dell’economia di Israele. A partire dal turismo, al momento bloccato, per arrivare alla difficoltà per le aziende tecnologiche di reperire i finanziamenti esteri. Due settori cruciali per quella che - riporta Reuters - è un’economia da 500 miliardi di dollari la cui crescita per il 2023 era prevista intorno al 3% con una bassa disoccupazione
- In Israele, spiega Il Post, i mesi fra ottobre e dicembre sono considerati "alta stagione", ma a oggi negli alberghi ci sono solo le famiglie che sono state trasferite dalle zone più pericolose del Paese. Ne è un esempio Sderot, dove il 90% dei cittadini è stato evacuato e praticamente tutte le attività sono chiuse
- Come spiega la Reuters, un dato importante è quello delle centinaia di migliaia di riservisti richiamati per il conflitto contro Hamas. Persone che hanno lasciato vuoti posti di lavoro soprattutto nel settore tecnologico che contribuisce per il 18% al Pil nazionale. Si stima che circa il 10-15% della forza lavoro high-tech sia stata richiamata, ha affermato Dror Bin, amministratore delegato della Israel Innovation Authority. Inoltre, nelle famiglie in cui uno dei due genitori è un riservista può essere difficile per l’altro continuare a lavorare
- Sempre secondo Dror Bin dall’inizio della guerra il 40% delle aziende tech ha fatto registrare difficoltà a reperire finanziamenti esteri, che sono stati annullati o sospesi. Per questo è stato lanciato un piano di emergenza da 25 milioni di dollari per salvare un gruppo di 100 start-up
- Pesa anche il blocco delle frontiere con Gaza e la Cisgiordania, perché sono circa 140mila i palestinesi che hanno un permesso di lavoro israeliano ma che non posso più entrare per ragioni di sicurezza. Lavoratori difficili da sostituire in un Paese come Israele in cui la disoccupazione è intorno al 2-2,5%
- A questo si aggiungono i lavoratori stranieri che hanno lasciato Israele. Un esempio sono quelli che erano arrivati dalla Thailandia: circa 30mila, impegnati nel settore agricolo, sono stati fatti rimpatriare dal loro governo dopo che Hamas durante l’attacco ne ha uccisi più di 20 e presi in ostaggio oltre 50, a cui se ne sommano altri che risultano dispersi
- Secondo Reuters, al 24 ottobre gli acquisti con carta di credito erano diminuiti del 12% in una settimana rispetto allo stesso periodo del 2022. Un calo che ha riguardato tutti i settori e che è stato solo in parte attenuato dalla maggiore spesa per cibo e beni di prima necessità
- Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, la Striscia di Gaza ha conosciuto "16 anni di passi indietro nello sviluppo" e le conseguenze economiche della guerra tra Israele e Hamas sono "impossibili da definire". "Gaza ha vissuto 16 anni di passi indietro nello sviluppo e di distruzione del potenziale umano, e ha perso il diritto allo sviluppo", ha affermato l'organismo delle Nazioni Unite nel suo rapporto annuale sull'economia palestinese
- Il governo ha promesso che non ci sarà un limite alla spesa per finanziare la guerra e per risarcire le famiglie e le imprese colpite, ma secondo Leo Leiderman - capo consigliere economico della Bank Hapoalim - c'è una "crisi emotiva" tra l'opinione pubblica israeliana: "Le persone ridurranno al minimo la spesa per i consumi, a causa dell'incertezza"
- Secondo la maggior parte degli economisti, riporta Le Monde, Israele potrebbe reggere le conseguenze economiche della guerra per alcuni mesi, anche grazie ai 14,3 miliardi di dollari di aiuti stanziati dagli Stati Uniti