Il nuovo Patto Ue sui migranti è articolato su due grandi capitoli: la revisione delle procedura d'asilo (Apr) e la gestione dell'asilo e della migrazione (Ammr). Ecco quali sono i punti principali, dall'iter comune per concedere o revocare la protezione internazionale al meccanismo che, in caso di boom di arrivi, consenta al Paese interessato di applicare misure eccezionali fino ai criteri di "Paese terzo sicuro". A giugno era stato trovato un primo accordo, ma si continua a discutere
- Si continua a cercare un accordo sul Patto Ue sulle migrazioni e l’asilo. La prima intesa era arrivata a giugno: gli Stati membri – con Polonia e Ungheria contrarie - avevano approvato due pacchetti legislativi. Ma manca ancora una proposta che metta tutti d’accordo sulla gestione delle situazioni di crisi. Su questo si sono arenate le trattative del Consiglio Affari Interni di oggi, 28 settembre. Per il via libera definitivo servirà poi l’ok del Parlamento Europeo
- Il nuovo Patto Ue sui migranti è articolato su due grandi capitoli: la revisione delle procedura d'asilo (Apr) e la gestione dell'asilo e della migrazione (Ammr). Vediamo quali sono i punti principali del pacchetto
- Il primo punto prevede di fissare una procedura comune in tutta l'Ue per concedere o revocare la protezione internazionale e per stabilire rapidamente alle frontiere chi può avere l'asilo e chi no. Un altro punto stabilisce che le domande di asilo dovranno essere esaminate entro un determinato periodo. Il Patto, poi, prevede di introdurre una quota annuale di posti da ripartire in ogni Paese sulla base di una formula che tiene conto del Pil e della popolazione
- È il capitolo per la gestione delle situazioni di crisi a dividere: è quello che fissa le disposizioni da far scattare quando uno Stato membro si trova di fronte a un numero di sbarchi o arrivi molto superiore al normale. La proposta include misure di solidarietà come la redistribuzione dei migranti in tutta l'Ue per andare incontro ai Paesi più esposti agli arrivi. Il Parlamento Ue ha proposto l'introduzione di un meccanismo di quote obbligatorie, non incluso nel testo originario di Bruxelles e respinto dai governi
- Al centro delle trattative c'è anche l'inclusione nel regolamento di quelle situazioni di crisi innescate dalla strumentalizzazione dei migranti. L'idea è di far scattare le deroghe anche quando governi extra-Ue utilizzino i migranti come "arma" per fare pressioni sui confini dei Paesi membri. Un fronte caldo soprattutto per i Paesi dell'Est, complice la guerra ibrida cavalcata dalla Bielorussia
- La presidenza di turno del Consiglio dell'Ue della Spagna ha proposto un compromesso: si prevede la possibilità - in determinate situazioni - di derogare ad alcuni oneri previsti dalla procedura di frontiera, oppure di interrompere il trasferimento dei cosiddetti movimenti secondari dei 'dublinanti' verso gli Stati di primo approdo
- La proposta di Madrid ha tenuto conto dei rilievi arrivati da Berlino, che aveva avanzato dubbi sulle tutele per i migranti e sull'esclusione dei salvataggi delle Ong dalle situazioni di strumentalizzazione della migrazione che, stando alla normativa, attiverebbero l'emergenza flussi. Ora l’Italia ha chiesto tempo per valutare il nuovo compromesso
- Tra gli altri punti, il Patto prevede un contributo finanziario di 20mila euro per ogni migrante non ricollocato, aveva spiegato a giugno Maria Malmer Stenergard, ministra alla Migrazione della Svezia. Il "tempo massimo" per il trattamento della domanda di asilo "è di 6 mesi"
- Dipenderà dagli Stati membri applicare il concetto di 'Stato terzo sicuro', nel quale eventualmente trasferire un migrante, e determinare se esiste una connessione tra il richiedente e il Paese terzo a seconda che sia ragionevole per lui o lei andare in tale Paese
- Per poter rimpatriare un migrante in un Paese di transito, o comunque non di origine, lo Stato "deve rispondere a tutti i criteri di 'Paese terzo sicuro' e ci deve essere una connessione tra la persona e questo Paese", aveva detto sempre a giugno la commissaria Ue Ylva Johansson. In alternativa, serve il consenso della persona al trasferimento. Il testo cita esempi di "connessioni", come il caso in cui una persona abbia vissuto o abbia membri della famiglia nel Paese
- “Abbiamo ottenuto la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi per la dimensione esterna. Nel sistema, come misura di solidarietà obbligatoria complementare alla redistribuzione, è prevista anche la compensazione dei 'dublinanti'”, aveva spiegato invece il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. “Siamo riusciti a ottenere un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri. Abbiamo evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi”
- Ricapitolando, l'Apr prevede l'istituzione di un percorso rapido con regole condivise europee per trattare le domande di asilo che provengono da quei Paesi con un basso grado di accettazione - sotto il 20% - e la creazione di una certa quota, attraverso una formula, secondo la quale ognuno dei 27 è obbligato ad applicare la procedura accelerata
- L'Ue si doterà di una capacità di gestione fissata a 30mila “posti” con un coefficiente di moltiplicazione progressivo di 2, 3 e 4 nell'arco di tre anni. A contare non è il migrante singolo ma il “posto” e siccome la domanda di richiesta d’asilo dovrà essere evasa entro 12 settimane, si calcola che il primo anno il tetto sarà di 60mila persone, poi 90mila e infine 120mila. Il tutto ripartito tra i 27 sulla base di Pil e popolazione. Sarà poi la Commissione a stabilire se un Paese ha bisogno della solidarietà in caso di crisi (boom di arrivi)
- In quel caso il Paese sarà esentato dalla procedura di frontiera Ue e potrà accedere al bacino di 30mila ricollocamenti, da ottenere in forma pratica oppure con un finanziamento da 20mila euro per ogni migrante non trasferito. Questi soldi confluiscono in un fondo gestito da Bruxelles per "attuare progetti concreti per la cosiddetta dimensione esterna"
- C’è poi la responsabilità ridotta - 12 mesi invece di 24 - per le persone salvate in mare con operazioni Sar che presentano (e ottengono) la protezione internazionale. Poi c'è un'intesa sulle misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa (comprese infrastrutture) delle procedure di frontiera