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Trattato di Dublino: la storia e cosa prevede
L'ultima versione è stata approvata nel 2013, ai tempi del governo di Enrico Letta. Il testo disciplina i criteri per individuare lo Stato Ue che si deve prendere carico della domanda di asilo di un migrante arrivato in Europa. A settembre 2023 le norme contenute nel documento sono state messe in discussione a causa della nuova situazione emergenziale degli approdi in Italia. Per il Capo dello Stato Sergio Mattarella 'il trattato di Dublino è preistoria'
Norma fondamentale a livello europeo per la gestione dei migranti è il Regolamento di Dublino, che stabilisce “i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide”. L’ultima versione approvata, il cosiddetto Dublino III, è del 2013
DALLA CONVENZIONE AI REGOLAMENTI DI DUBLINO – Prima dei regolamenti, il 15 giugno 1990 a Dublino 12 Stati membri Ue, tra cui l'Italia - ai tempi sotto il quarto governo Andreotti - firmarono la Convenzione di Dublino. I Paesi che la sottoscrissero erano Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito Il documento è entrato poi in vigore nel 1997, anche per Austria, Svezia e Finlandia
Nel 2003, il Regolamento di Dublino II sostituì la convenzione per tutti gli Stati firmatari, a eccezione della Danimarca, dove è poi entrato in vigore nel 2006. La nuova norma fu firmata dal governo Berlusconi II, con i ministri degli Interni e degli Esteri Giuseppe Pisanu e Gianfranco Fini. Il suo campo di applicazione si estese poi anche Liechtenstein, Islanda, Svizzera e Norvegia