Armageddon nucleare, il rischio di guerra atomica e perché Biden ha parlato di Cuba
“Una situazione del genere non si vedeva dal 1962”, ha dichiarato il presidente americano, facendo riferimento alle difficoltà dell’esercito russo in Ucraina e al possibile utilizzo di armi non convenzionali da parte di Mosca. Uno scenario ritenuto plausibile, anche se sia il segretario di Stato Blinken che il presidente turco Erdogan si sono impegnati ad offrire una soluzione diplomatica alternativa al capo del Cremlino
“Per la prima volta dai tempi della crisi dei missili a Cuba, c'è la minaccia di un 'Armageddon' nucleare”. A dichiararlo è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in riferimento all’attuale situazione della guerra in Ucraina, che potrebbe portare Mosca a utilizzare l’ordigno atomico per rovesciare le sorti di un conflitto che sembrano già segnate
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LE DIFFICOLTÀ DI PUTIN – Secondo il presidente americano non è perciò da escludere che “Putin usi armi nucleari, chimiche o biologiche, visti i problemi del suo esercito”. Biden sostiene che “se siamo a un passo da una crisi missilistica, come non si vedeva dai tempi di Cuba, la colpa è del presidente russo. Insieme ai miei collaboratori stiamo cercando di capire quale possa essere la via d'uscita di Putin. Dove può trovare una via d'uscita?”, ha dichiarato il presidente
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I TIMORI – Ciò che diversi analisti paventano è che il capo del Cremlino, messo alle strette, con una guerra che doveva sancire il suo trionfo e rischia invece di trasformarsi in una disfatta, potrebbe optare per un gesto estremo con lo scopo di colpire la controparte ucraina e frenarne l’avanzata della controffensiva verso est, tentando così di salvare la faccia in patria
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LA MINACCIA DELLO ZAR – Dall’inizio della guerra Putin fa velate minacce sull’uso del nucleare, ma i suoi toni si sono fatti più concreti man mano che il suo esercito incontrava difficoltà maggiori. La minaccia più grave e circostanziata è arrivata a fine settembre, quando Putin ha detto che gli Stati Uniti, avendo sganciato due bombe atomiche sul Giappone nel corso della Seconda guerra mondiale, hanno “creato un precedente”. “Possiamo usare anche armi non convenzionali: questo non è un bluff”, ha dichiarato Putin in quella circostanza
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IL TEST NUCLEARE – In un rapporto inviato agli Stati Nato da parte della stessa Alleanza, raccontato da un articolo del Times, si mette in guardia da possibili azioni del Cremlino, fra cui quella di testare il missile sottomarino Poseidon, equipaggiato con una testata atomica. Il possibile test potrebbe avvenire nel Mar Nero
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LE ARMI TATTICHE - Non è però "impossibile" che Putin decida di utilizzare un'arma nucleare tattica in Ucraina. Si tratta di testate dal potere distruttivo limitato, pensate per colpire obiettivi specifici in scala ridotta e su territori precisi. Ma ci sarebbero rischi anche per le città russe al confine, che rischierebbero di essere colpite
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LA SIMULAZIONE – Secondo le simulazioni statunitensi, tutto dipende dai target di Mosca, che potrebbe decidere di colpire piccole città, obiettivi militari specifici o anche il Mar Nero, con fare dimostrativo. Il timore maggiore è che possa colpire con un missile Iskander, che potrebbe potenzialmente arrivare in Europa dell’Ovest e rilasciare una potenza pari a 1/3 di quella di Hiroshima
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LA RISPOSTA DEGLI OCCIDENTALI - Gli Stati Uniti stanno quindi anticipando i tempi, cercando di avere un piano di risposta coordinato con la Nato a un eventuale attacco russo. Anche in questo le opzioni sono diverse: si andrebbe verso attacchi convenzionali contro le basi o le unità dietro al lancio, oppure contro le forze del Cremlino in Ucraina o contro la flotta del Mar Nero
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LA VIA DIPLOMATICA - Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sostiene comunque che da parte degli Usa la porta del dialogo rimane sempre aperta e che sono disposti a cercare una “soluzione diplomatica” per porre fine al conflitto in Ucraina, ma solo a patto che ci sia una “volontà seria” da parte del presidente russo. “Quando la Russia vorrà seriamente intraprendere questa strada, noi ci saremo”, ha dichiarato Blinken
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LA MEDIAZIONE DEL SULTANO - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio con il leader russo Vladimir Putin, il secondo in 9 giorni, durante il quale i due hanno parlato degli ultimi sviluppi relativi al conflitto in corso in Ucraina. Erdogan ha ribadito che la Turchia è pronta a una mediazione tra Russia e Ucraina, ha ripetuto che la guerra "danneggia tutti" e auspicato che Kiev e Mosca trovino un punto di incontro
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IL LATO DELL’EUROPA – Secondo Erdogan, “una pace equa non ha perdenti. Anche la peggior pace è meglio della guerra. La Turchia parla con tutte le parti e ha la loro fiducia, purtroppo alcuni Paesi europei preferiscono la provocazione e l’escalation”, ha dichiarato durante la conferenza stampa a margine dell’incontro con tutti i leader del continente europeo
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ARMI PESANTI A KIEV – Durante l’incontro di Praga, le istituzioni comunitarie hanno ancora una volta ribadito l’importanza di rifornire Kiev. “L’Ucraina necessita di armi pesanti e carri armati. Gli Stati membri possono fornire le armi, visto che la Russia ha messo in campo una nuova escalation alla sua invasione rendendola più disperata", ha dichiarato la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola
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IL PRECEDENTE CUBANO – A cosa fa riferimento il presidente Biden quando parla di “crisi dei missili di Cuba”? L’anno è il 1962 e in quei dodici giorni tra il 16 e il 28 ottobre il mondo ha rischiato di precipitare nella Terza guerra mondiale. Rispondendo ai missili statunitensi disposti in Europa occidentale, Kruscev decide di piazzare i suoi a Cuba, a 90 miglia dalla Florida. L’ubicazione però viene scoperta dagli americani
IL BLOCCO E IL FILO DIRETTO – Il presidente di allora, il democratico John Fitzgerald Kennedy, ordina il blocco navale nei confronti dell’isola, presa pochi anni prima da Fidel Castro. L’Urss di Nikita Kruscev, che prima sembrava voler sfondare il blocco, decide di lasciar perdere: a quel punto ritira i missili dall’isola e ottiene uguali misure dagli americani. È l’inizio di un lungo periodo di distensione tra i due blocchi
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