
Guerra Ucraina, la minaccia del nucleare e il ruolo delle basi Nato in Italia
Il nostro Paese, nelle basi aeree di Aviano e Ghedi, ospita le bombe nucleari B-61 statunitensi, nell'ambito del programma di nuclear sharing dell’Alleanza volto a garantire un'efficace deterrenza nucleare sul suolo europeo

Quali potrebbero essere le potenziali ripercussioni sulla Nato e sull’Italia dell’eventuale annessione dei territori occupati dalla Russia a seguito dei proclamati referendum, insieme alle parole di Putin sulla possibilità di utilizzare l'arma nucleare? A spiegarlo, all'Ansa, è Pietro Batacchi, direttore di RID, la Rivista italiana difesa
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"Nel caso di annessione - dice - i territori occupati verrebbero considerati a tutti gli effetti parte della Federazione Russa, e godrebbero pertanto della protezione e della garanzia russa, anche nucleare. La Dottrina Militare russa prevede infatti l'impiego dell'arma nucleare nel caso in cui sia minacciata l'integrità del territorio russo”
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Tutto ciò - afferma Batacchi - ha importanti ripercussioni anche per la Nato e per la sua postura in materia di deterrenza nucleare, in particolare sulle procedure di impiego delle armi nucleari”
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"L'Italia risulta direttamente coinvolta nella questione in quanto, presso le basi aeree di Aviano e Ghedi, sono presenti le bombe nucleari B-61 statunitensi, nell'ambito del programma di nuclear sharing dell'Alleanza (che vede coinvolti, oltre al nostro Paese, anche Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia), volto a garantire un'efficace deterrenza nucleare sul suolo europeo”, spiega il direttore di Rid
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“Dovrebbero essere circa una sessantina le bombe B-61 presenti presso le 2 basi, pronte per essere utilizzate dagli F-16 dell'Usaf o dai Tornado italiani”, dice ancora Batacchi
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Le B-61, chiarisce sempre l'esperto, sono "bombe nucleari di fabbricazione americana per l'impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri”

In Europa sono schierate le varianti tattiche Mod.3 e Mod.4, con un potenziale regolabile fino ai 45-60 Kt. I cacciabombardieri Tornado dell'Aeronautica militare impiegabili anche nel ruolo nucleare presso la base di Ghedi "verranno progressivamente rimpiazzati - dice il direttore di Rid - a partire dal 2024 dai caccia F-35A”

“Questi ultimi, che potranno sfruttare la loro bassa rilevabilità radar e infrarossa per penetrare le difese antiaeree dell’avversario - prosegue l’esperto - possono operare con la bomba B-61 Mod.12, l'ultimo e più sofisticato ordigno della famiglia B-61”

La Mod.12 è "un'atomica tattica caratterizzata da potenziale bassissimo e basso (regolabile tra 0,3 Kt e 50 Kt) e da un sistema di guida che combina Gps e un kit di alette in coda che ne aumentano notevolmente la precisione”

Oltre a caccia e cacciabombardieri come l'F-35A e l'F-15 E Strike Eagle, la B61 Mod.12 "equipaggerà pure i bombardieri B-2 Spirit ed il futuro e segretissimo B-21 Raider. La produzione dei primi esemplari di serie è iniziata nell'autunno 2021". (Nella foto: un c-141 nella base di Aviano)
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