Ucraina, Biden avverte Putin: “Non usare armi nucleari, risposta sarebbe consequenziale"

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Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che un eventuale ricorso a simili dispositivi bellici “cambierebbe il volto della guerra” e, pur senza specificare quale sarebbe la reazione americana, l’ha definita “consequenziale”. Il leader russo intanto resiste alle “preoccupazioni” cinesi

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha messo in guardia il suo omologo russo Vladmir Putin sulla guerra in Ucraina e sull'uso di armi nucleari o chimiche. "Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe", ha detto Biden nel corso di un'intervista a 60 Minutes, di cui sono stati diffusi degli estratti. Il presidente americano non è entrato nei dettagli di quale potrebbe essere la risposta Usa: "Sarebbe consequenziale”, ha però specificato. Se il Cremlino decidesse di usare armi chimiche o nucleari diventerebbe "ancora di più parìa nel mondo" (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Secca la replica di Mosca. A una domanda sulla possibilità che la Russia usi armi nucleari nel conflitto in Ucraina, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: "Legga la dottrina, è tutto scritto lì". La dottrina di Mosca prevede tra l'altro l'uso di armi nucleari tattiche in caso di aggressione contro la Federazione Russa che metta a repentaglio "l'esistenza" ma anche "la sovranità e l'integrità territoriale dello Stato".

I malumori della Cina per la guerra

Intanto ieri Vladimir Putin ha chiuso il vertice di due giorni a Samarcanda senza mostrare - almeno ufficialmente - alcun ripensamento sulla guerra in Ucraina. Mosca, ha detto, "non ha fretta" di raggiungere i suoi obiettivi, che rimangono inalterati. E "nessuna correzione" verrà portata al piano generale. Una decisione ribadita nonostante gli incontri al vertice, svoltisi a margine del summit dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), avessero lasciato trasparire i malumori di altri Paesi, in primis la Cina, che nella crisi vede un pericolo di destabilizzazione per la regione e un possibile ostacolo alle iniziative di espansione della sua influenza economica.

Putin: “Kiev rifiuta i negoziati”

Lo stesso Putin aveva riconosciuto le "preoccupazioni" cinesi nell'incontro di giovedì con il presidente Xi Jinping, il primo dal 24 febbraio. E lo stesso ha fatto nell'ultima giornata del vertice incontrando Narendra Modi, con il primo ministro indiano che gli si è rivolto con queste parole: "Eccellenza, oggi non è il tempo di fare la guerra". Identico il messaggio recapitato da Recep Tayyip Erdogan, che ha avuto anch'egli un faccia a faccia con Putin: il conflitto ucraino deve finire "al più presto", ha affermato il presidente turco. È proprio quello che vuole anche la Russia, è stata la risposta del leader del Cremlino, ma Kiev "rifiuta i negoziati".

Kazakhstan, 22/09/15 Pope Francis During the Dismissal Ceremony from Kazakhstan in Nur-Sultan  Photograph by Vatican Media / Catholic Press Photo. RESTRICTED TO EDITORIAL USE - NO MARKETING - NO ADVERTISING CAMPAIGNS

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La campagna russa continua

In serata però Putin ha ribadito che la campagna russa continuerà nonostante la controffensiva ucraina, liquidata con poche parole: "Staremo a vedere come finirà". Mosca ha dato finora una risposta contenuta ai "tentativi di Kiev di danneggiare infrastrutture" in territorio russo, compresi "attacchi terroristici a centrali nucleari". Ma se continueranno, la reazione "sarà più seria". Soprattutto, Putin ha ribadito la sua ferma convinzione della necessità di avviare la campagna ucraina per la salvezza della stessa Russia. "Per decenni", ha detto, l'Occidente ha coltivato l'idea di "un collasso della Russia". Mosca, quindi, ha dovuto lanciare l'operazione militare per impedire che in Ucraina venisse creata un'enclave "da usare per fare vacillare" la stessa Russia.

SAMARKAND, UZBEKISTAN - SEPTEMBER 15, 2022: China's President Xi Jinping, Russia's President Vladimir Putin and Mongolia's President Ukhnaagiin Khurelsukh (L-R) pose during a meeting on the sidelines of the 22nd Summit of the SCO Council of Heads of State at the Samarkand Regency Hotel. Alexander Demianchuk/POOL/TASS/Sipa USA

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