
Guerra Ucraina, incontro Lavrov-Kuleba: mancano condizioni per cessate il fuoco
Colloquio di un'ora e mezza tra Serghei Lavrov e Dmytro Kuleba ad Antalya, Turchia. Nessun progresso fa sapere Kiev. Il ministro russo: "Conferma che non abbiamo alternative". Il Cremlino insiste con la smilitarizzazione e la "neutralità" dell'Ucraina, insieme al riconoscimento della Crimea come territorio russo e delle repubbliche del Donbass come indipendenti

È durato un'ora e mezzo l’incontro tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina, Serghei Lavrov e Dmytro Kuleba (rispettivamente, a sinistra e a destra nella foto). Il colloquio, che si è svolto ad Antalya, Turchia, è solo l’ultimo dei tentativi diplomatici che i due Paesi hanno intrapreso per uscire dal conflitto armato iniziato ormai lo scorso 24 febbraio
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All'incontro ha partecipato anche il capo della diplomazia di Ankara Mevlut Cavusoglu. "Non abbiamo fatto progressi rispetto al cessate il fuoco" ha affermato Kuleba che ha definito l'incontro "difficile", e ha fatto sapere "siamo pronti per incontrarci di nuovo se ci saranno prospettive per trovare una soluzione”. Lavrov ha detto: "Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative”
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In conferenza stampa, dopo l’incontro con Kuleba in Turchia (nella foto con Çavusoglu) Lavrov ha ribadito: "Non abbiamo attaccato in Ucraina. Si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato. Vogliamo che l'Ucraina sia neutrale”. Il ministro degli Esteri russo ha poi aggiunto che le armi fornite dall'Occidente all'Ucraina potrebbero spargersi attraverso l’Europa, definendo la situazione “pericolosa"
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"Sul cessate il fuoco di 24 ore non abbiamo fatto progressi. Sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al termine dell'incontro con Lavrov. Anche sull'apertura dei corridoi umanitari da e per Mariupol Kuleba ha detto che "sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi”. Poi ha aggiunto che l'Ucraina "non si arrenderà" alle forze russe
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I due ministri non si erano ancora incontrati per un faccia a faccia da quando Mosca ha invaso l’Ucraina. Finora i negoziati sono stati sul tavolo delle delegazioni dei due Stati, che si sono incontrate – senza arrivare ad alcuna conclusione degna di nota – in Bielorussia, una prima volta a Gomel (in foto) e poi altre due a Brest. Hanno toccato perlopiù il tema dei corridoi umanitari per facilitare l’evacuazione dei civili ucraini dal Paese. Gli attacchi sulla popolazione non si sono però mai fermati
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La tensione, rimasta altissima durante i precedenti colloqui, è culminata con l'annuncio ucraino dell'uccisione di Denis Kireyev, spia russa che a Gomel si era seduta al tavolo di Kiev
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Mosca chiede che l’Ucraina e la comunità internazionale riconoscano la Crimea come territorio russo, l’indipendenza delle regioni separatiste e filorusse del Donbass – le repubbliche di Donetsk e Lugansk – e la “smilitarizzazione” dell’Ucraina, che dovrebbe anche assumere una posizione di “neutralità” nello scacchiere geopolitico internazionale
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Dall’altra parte, Kiev ha iniziato la guerra rivendicando la libertà di aderire a Nato e Unione europea, puntando a riavere la Crimea – che la Russia ha annesso unilateralmente a sé nel 2014 – e negando il riconoscimento alle regioni ribelli del Donbass
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Negli ultimi giorni qualche passo avanti nei negoziati è stato fatto, almeno secondo quanto dichiarato dalla portavoce del ministro degli Esteri russo Maria Zakharova (in foto). “Alcuni progressi” compiuti, ha detto, sono destinate a "mettere fine il prima possibile allo spargimento di sangue insensato e alla resistenza delle forze armate ucraine"
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L’entrata di Kiev nell’Alleanza Atlantica è uno dei motivi per cui Putin ha dato il via all’invasione, preoccupato di quello che potrebbe comportare confinare con uno Stato parte di un’organizzazione militare nata proprio con il tentativo di contrastare le mire espansionistiche dell’ex Unione Sovietica (in foto, soldati Nato)
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Spiragli più ampi sono stati aperti da parte di Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Abc, ha innanzitutto detto che la questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato si è raffreddata “molto tempo fa, dopo aver capito che la Nato non è disposta ad accettare l'Ucraina”

Anche sul fronte dei territori della Crimea e del Donbass Zelensky ha parlato di possibili “compromessi” (in foto, navi russe in Crimea)
![SPL5293786_002 March 3, 2022, Kyiv, Ukraine: Ukrainian President VOLODYMYR ZELENSKYY issued an appeal for help during a press conference as Russia's attacks across the country intensified.
(Credit Image: Ukrainian Defense Ministry/ZUMA Press Wire Service)
Pictured: [Zelensky,Volodymyr],Volodymyr Zelenskyy
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“Sui territori temporaneamente occupati e le pseudo-repubbliche non riconosciute da nessuno tranne la Russia, possiamo trovare un compromesso su come vivranno questi territori", ha detto Zelensky

Ihor Zhovkva, vice capo dello staff del presidente ucraino e uno dei suoi principali consiglieri di politica estera, ha però precisato in un'intervista a Bloomberg: l'Ucraina è pronta a "una soluzione diplomatica" e a discutere la richiesta russa di neutralità, ma non cederà "un solo centimetro" di territorio a Mosca. "La nostra prima condizione per avere un simile negoziato è l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe", ha aggiunto

Non sembra quindi probabile che le rivendicazioni russe su Crimea e Donbass vengano accettate così come le pone Putin. Potrebbero diventare il primo tentativo di altre operazioni future di Mosca di espandere la sua influenza nell’area dell’Est e del Nord Europa

Secondo diversi analisti, un compromesso potrebbe essere il riconoscimento di Donbass e Crimea non tanto come parti della Federazione Russa, ma piuttosto come Stati indipendenti, seppur filorussi