Garlasco, la morte di Chiara Poggi, la condanna di Stasi, l'indagine su Sempio. Le tappe
Il 13 agosto 2007 la 26enne viene trovata morta dal fidanzato nella villetta di famiglia nel Pavese. Il 24enne è condannato per l'omicidio con sentenza definitiva nel 2017. Nel 2025 nel registro degli indagati finisce Andrea Sempio, già oggetto di indagini (archiviate) in passato. Vengono eseguiti altri accertamenti sul dna ritrovato sotto le unghie della vittima, sugli oggetti sequestrati all'epoca dei fatti, sulle impronte nella casa. E viene indagato l’ex procuratore di Pavia. Pm: “Soldi per scagionare Sempio”
L’OMICIDIO DI CHIARA POGGI – IL DELITTO DI GARLASCO
- Il 13 agosto 2007 Alberto Stasi, 24 anni, chiama la polizia. Qualcuno ha ucciso la sua fidanzata, Chiara Poggi, 26 anni, trovata morta nella villetta dove abitava a Garlasco, provincia di Pavia. Il 12 dicembre 2017 la Cassazione sembrava aver chiuso la lunghissima vicenda giudiziaria che seguì all’omicidio: lo stesso Stasi è stato giudicato colpevole. Nel 2025 sbuca un nuovo indagato. È Andrea Sempio, amico del fratello della giovane, già oggetto di indagini (archiviate) in passato. Ecco tutte le tappe del caso
13 AGOSTO 2007: ALBERTO STASI DENUNCIA LA MORTE DI POGGI
- "Ho trovato una persona uccisa in via Pascoli, venite". Con queste parole Alberto Stasi lanciava il primo allarme al 118 dopo aver trovato Chiara Poggi sulle scale che scendevano verso la cantina della casa dove abitava con i genitori e il fratello, che in quel momento erano in vacanza in Trentino. Si pensa che a ucciderla potrebbe essere stato un martello, ma l’arma del delitto non è mai stata ritrovata
STASI ARRESTATO E POI RILASCIATO
- Sette giorni dopo, Stasi, all'epoca studente della Bocconi, viene accusato di omicidio volontario. È l’unico indagato. I suoi vestiti troppo puliti non convincono gli inquirenti: come può non avere tracce di sangue addosso se è stato lui a trovare la vittima? Il 24 settembre 2007 viene arrestato su ordine della Procura di Vigevano, ma la stessa settimana il gip ne dispone la scarcerazione per mancanza di prove. Resta in attesa di processo
IL PROCESSO DI PRIMO GRADO: STASI VIENE ASSOLTO
- Il 3 novembre 2008 per Stasi arriva la richiesta di rinvio a giudizio della Procura, con l’udienza preliminare che si svolge il 23 febbraio 2009 con rito abbreviato. I pm chiedono una condanna a 30 anni di carcere. Il 17 dicembre di quell’anno arriva l’assoluzione. La perizia informatica sul pc dell’imputato dimostrerebbe come stesse lavorando alla sua tesi di laurea al momento della morte di Poggi
STASI ASSOLTO ANCHE IN APPELLO
- Nel 2011 comincia il processo d’appello davanti alla Corte d’Assise di Milano, con la Procura che chiede di nuovo 30 anni di carcere o, in alternativa, un nuovo dibattimento. Una nuova perizia sposterebbe l’orario della morte della ragazza, facendo così saltare l’alibi di Stasi. La prova non viene però ammessa a processo e Stasi viene assolto di nuovo. I giudici riconoscono però che la realtà "è rimasta inconoscibile nei suoi molteplici fattori rilevanti”
LA CASSAZIONE CHIEDE UN NUOVO PROCESSO D’APPELLO
- Colpo di scena nel 2013, quando la Corte di Cassazione annulla la sentenza di assoluzione di secondo grado e chiede di procedere con un nuovo processo d’appello e di considerare nuove prove emerse nel mentre, tra cui l’esame del DNA su un capello trovato tra le mani di Poggi
L’APPELLO BIS: STASI CONDANNATO
- Nel 2014 i giudici della Corte d’assise d'appello di Milano accolgono la richiesta di riaprire il dibattimento. Restano diverse incongruenze, a partire dalla scarsa quantità di DNA trovata sotto le unghie della giovane, ma la Procura torna a chiedere 30 anni di carcere per Stasi, contestando anche l’aggravante della crudeltà. L’uomo questa volta viene condannato, con pena ridotta a 16 anni e senza aggravanti
SI TORNA IN CASSAZIONE: CONFERMATA LA CONDANNA
- L’appello bis non convince né la Procura di Milano né la difesa di Stasi: la prima chiede una pena più severa, l’altra l’annullamento senza rinvio della condanna oppure un nuovo processo ancora. Nel 2015 il procuratore della Cassazione, a sorpresa, spinge per l’annullamento, ma i giudici non sono d’accordo e confermano la condanna (seppur a 16 anni e quindi non accogliendo la richiesta di alzarla). Stasi entra nel carcere di Bollate
LE PROVE SU CUI SI BASA LA CONFERMA DELLA CONDANNA/1
- In sintesi, le prove su cui si è basata la conferma della condanna girano intorno alla convinzione che Poggi fosse stata uccisa da una persona conosciuta e arrivata sul luogo in bicicletta: alcuni vicini di casa avevano subito parlato di una bici nera. Stasi e la sua famiglia utilizzavano più di una bici, anche più o meno compatibili con la descrizione dei testimoni, su una delle quali furono trovate tracce genetiche della vittima
LE PROVE SU CUI SI BASA LA CONFERMA DELLA CONDANNA/2
- Poi ancora la pulizia dei suoi indumenti, il numero di piede compatibile con quello ipotizzato per l’assassino e il fatto che su un dispenser di sapone in casa Poggi furono trovate impronte di Stasi (e di nessun altro)
SBUCA UN NUOVO INDAGATO, ANDREA SEMPIO
- Siamo ormai nel 2016 quando la difesa di Stasi fa ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere la revisione del processo. Intanto, sulla base di indagini svolte dagli stessi legali, sbuca un nuovo indagato. È Andrea Sempio, amico del fratello di Poggi: il DNA trovato sotto le unghie della ragazza potrebbe essere il suo, sostengono gli avvocati di Stasi. Nel 2007 aveva 19 anni
ARCHIVIATA L’INDAGINE SU SEMPIO
- L’anno seguente le indagini su Sempio vengono archiviate. “È categoricamente esclusa” la sua responsabilità, scrive il gip definendo "radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico”. Intanto la difesa di Stasi torna a rivolgersi alla Cassazione. Con un ricorso straordinario chiedono la revoca della sentenza definitiva di condanna per un presunto "errore di fatto” commesso dai giudici che avrebbero dovuto riascoltare in appello i testi assunti come fonti di prova nel primo grado
LA CONFERMA DELLA CONDANNA
- Il 28 giugno 2017, a poche settimane dai 10 anni dall’omicidio, la Cassazione conferma la condanna a 16 anni per Stasi. Ma il suo nuovo team di avvocati non demorde. Nel 2019 tornano a parlare di nuove prove che escluderebbero la responsabilità del loro assistito e tornano a rivolgersi alla Cassazione per la revisione del processo. Non viene concessa
LA CEDU RESPINGE LA RICHIESTA DI REVISIONE
- Sembrava che la vicenda fosse finita definitivamente quando, nel febbraio 2025 la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva respinto (per la seconda volta) la richiesta di revisione del processo, presentata lamentando una lesione del diritto di Stasi a un giusto processo e sostenendo che nel processo d’appello bis non fosse stata esaminata l’audizione di un testimone ritenuto "fondamentale"
ANDREA SEMPIO DI NUOVO INDAGATO
- L'11 marzo 2025 si scopre che Andrea Sempio è nuovamente indagato per la morte di Poggi. Sul tavolo c'è di nuovo il dna trovato sulle unghie della vittima (incompatibile con quello di Stasi). Si seguono metodi e tecniche di nuova generazione. L'accusa è di omicidio in concorso. Una settimana prima, raggiunto dall'informazione di garanzia, si era rifiutato di sottoporsi all'esame salivare e al tampone, poi disposti in modo coattivo. In foto: Andrea Sempio nella trasmissione Quarto Grado di Rete 4
LA MADRE DI ANDREA SEMPIO CONVOCATA IN CASERMA
- A fine aprile la madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, è stata convocata dai carabinieri di Milano. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispodere e ha accusato un malore. Gli inquirenti volevano avere delucidazioni sugli orari degli spostamenti del figlio, il giorno del delitto, e sullo scontrino del posteggio di Vigevano (Pavia) che Sempio decise di tenere su suggerimento dei genitori e che gli fornisce di fatto un alibi
LE PERQUISIZIONI IN CASA SEMPIO
- Il 14 maggio 2025 sono state disposte perquisizioni a casa di Andrea Sempio, a Voghera (Pavia), a casa dei suoi genitori, a Garlasco, e a casa di suoi due amici, Mattia Capra e Roberto Freddi. Tra le altre cose, sarebbero stati sequestrati telefonini e pc
IL MARTELLO TROVATO IN UN CANALE
- L'attenzione degli inquirenti si è poi spostata anche a Tromello, sempre in provincia di Pavia, alla ricerca di una possibile arma del delitto che secondo una testimonianza indiretta sarebbe stata gettata in un canale: il corso d'acqua è stato dragato e sono stati trovati diversi oggetti, tra cui anche un martello, che verrà analizzato
SEMPIO NON SI PRESENTA DAVANTI AI PM
- Il 20 maggio era in programma un interrogatorio per Sempio che però non si è presentato in Procura a Pavia. "Guerra dura senza paura" il messaggio, in una storia su Instagram, pubblicato dalla sua legale. Alla base della decisione dei legali di Sempio, una questione procedurale legata a una "carenza" nell'invito a comparire per l'interrogatorio. Intanto, il Tg1 ha svelato che gli inquirenti hanno trovato un'impronta di Sempio vicino al corpo di Chiara, sulle scale che portano alla taverna
SOLO IMMAGINI, ANALIZZATE CON NUOVE TECNICHE
- Per analizzarla però sono utilizzabili solo le immagini (l’originale è stata raschiata): si trovava sulle scale che conducono al seminterrato della villetta di Garlasco, dove è stato ritrovato il cadavere di Chiara Poggi. A maggio, il procuratore di Pavia Fabio Napoleone aveva spiegato che la traccia era stata analizzata “alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software"
15 MINUZIE
- Ha poi precisato che la traccia è stata “evidenziata mediante l'impiego della ninidrina” ed è stata “lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche” (in parole molto povere: 15 punti). Non è attribuibile a Sempio per la difesa dell'indagato e per l'esperto incaricato dalla famiglia Poggi. Per la Procura invece appartiene al nuovo sospettato
ESITO NEGATIVO ALLA PRESENZA DI SANGUE
- Per i legali di Stasi le fotografie consentono di dire che l'impronta è di Sempio ed è mista a sangue e sudore, sebbene il test per rilevare il sangue abbia sempre dato esito negativo. Gli stessi pm di Pavia hanno escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche avendo a disposizione solo le immagini
60 IMPRONTE
- Nel nuovo incidente probatorio avviato nei mesi scorsi i periti hanno eseguito ulteriori analisi su quasi 60 impronte contenute in oltre 30 fogli di acetato. Non sono emersi profili genetici che si possano estrarre per eventuali comparazioni. Nemmeno nell'impronta 10, un altro reperto noto alle cronache (gli investigatori pensarono potesse trattarsi della “mano sporca” lasciata dall’omicida). In foto: un'infografica sulla villa di Garlasco, Ansa
IGNOTO 3
- Nella prima settimana di luglio 2025 è tornata l’ipotesi di “ignoto 3”. Dal tampone orale di Chiara Poggi, prelevato 18 anni fa e analizzato sempre nel corso dell'incidente probatorio già citato, è stata individuata una minima quantità di dna maschile appartenente a un uomo non identificato: non era riconducibile né ad Alberto Stasi né ad Andrea Sempio
CONTAMINAZIONE CON ALTRE AUTOPSIE
- La traccia è stata comparata con il dna di circa 30 uomini: sono state escluse contaminazioni in tempi recenti. In agosto, tramite ulteriori accertamenti disposti dalla Procura di Pavia, è emerso che quel Dna apparteneva a uno dei corpi di cinque maschi sottoposti all'autopsia prima di Chiara Poggi, 18 anni fa
LE IMPRONTE SULLA SPAZZATURA E I RESTI DELLA COLAZIONE
- Nei primi giorni di settembre vengono trovate otto impronte sui reperti individuati tra i resti della colazione sequestrati 18 anni fa nell’abitazione di Chiara Poggi a Garlasco. Si tratta di sei impronte sul sacchetto dei cereali e due su quello della spazzatura. Nessuna sull’Estathe né sulla confezione di biscotti. La gip, intanto, concede una proroga per l'incidente probatorio: le parti sono state convocate per il 18 dicembre 2025
INDAGATO EX PROCURATORE DI PAVIA
- A fine settembre 2025 la Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti per corruzione in atti giudiziari nell'inchiesta di Garlasco. Per i pm il magistrato sarebbe stato corrotto per scagionare Andrea Sempio. I militari della Gdf pavese hanno perquisito le abitazioni di Venditti, che nel 2017 ha archiviato la posizione di Sempio, e la casa dei genitori e degli zii dello stesso Sempio. Indagato anche Giuseppe Sempio, padre di Andrea
DNA SOTTO LE UNGHIE
- Nella nuova inchiesta, Denise Albani, perita nominata dal gip pavese Garlaschelli, ha chiesto la trasmissione dei “dati grezzi” sulle campionature sulle unghie di Poggi al Ris e al genetista Francesco De Stefano, che si occuparono delle precedenti analisi. Secondo la perizia depositata nell'incidente probatorio, il 3 dicembre, dall'esperta, dai calcoli biostatistici "con supporto moderatamente forte/forte e moderato" il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio.
COSA NON È POSSIBILE STABILIRE DALLA PERIZIA
- Sempre stando alla perizia, non è stato possibile "addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". Sulle tracce genetiche "non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell'ambito della stessa mano, da quale dito provengano; quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato)"