Continuano le indagini sulla morte di Chiara Poggi. La Procura di Pavia ha messo agli atti una serie di sms che sarebbero stati inviati da Paola Cappa a un suo amico di Milano. Tra questi ne emergerebbe uno in particolare riferito ad Alberto Stasi. L'altro ieri è stato dragato un canale di Tromello, nei pressi della casa dove un tempo viveva la nonna delle cugine di Chiara, le gemelle Stefania e Paola. Gli inquirenti hanno trovato diversi oggetti, fra cui un martello
Continuano le indagini sul delitto di Garlasco, a quasi 18 anni di distanza dalla morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia avrebbe ritrovato una serie di messaggi sms "inviati anni fa da Paola Cappa a un suo amico di Milano", come riferisce il settimanale Giallo. Tra i 280 sms agli atti della nuova indagine ne emergerebbe uno in particolare: "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi". Cappa, che è la cugina di Chiara Poggi, non è mai stata indagata. Nel frattempo, è atteso per oggi a Pavia il conferimento degli incarichi ai consulenti della Procura per stabilire se il dna trovato sotto le unghie della vittima sia utile e comparabile.
L'altro ieri, invece, è stato dragato un canale di Tromello, dove gli inquirenti hanno trovato diversi oggetti. Fra questi, ci sarebbe anche un martello. E proprio un martello è stato indicato dalle perizie svolte nei processi come possibile arma del delitto ed è l'unico oggetto sparito da casa Poggi dal giorno dell'omicidio. Essendo un oggetto molto comune, però, la precauzione è d’obbligo: sarà esaminato per verificare che effettivamente possa essere collegato al delitto. Perquisita intanto la casa di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e nuovamente indagato per l'omicidio della giovane. Controlli anche nelle abitazioni di due amici e dei genitori. Acquisiti pc e telefonini.
I messaggi di Paola Cappa
Tra gli atti dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano, a cui si è aggiunta la collega Giuliana Rizza, ci sarebbero - oltre ai 280 messaggi inviati anni addietro da Paola a un amico - anche le intercettazioni dell'epoca del delitto in cui Paola, al telefono con la nonna, si sarebbe sfogata: troppo disagio per lei e la sorella avere ospiti i genitori di Chiara Poggi, che in quel momento non avevano più casa poiché era sotto sequestro. "Guarda, noi stiamo male per i cavoli nostri, dobbiamo stare male il doppio? Guarda nonna che se io e la Stefania (la sorella, ndr.) siamo ridotte così, è per questa storia qua". A far riparlare delle gemelle Cappa ci sarebbero poi le immagini, riproposte in tv, dell'abbraccio tra Stefania e Alberto Stasi ripreso dalle telecamere nascoste nella caserma dei carabinieri del piccolo paese della Lomellina, dove i due ragazzi erano stati convocati quattro giorni dopo l'assassinio.
L'incarico ai periti
Si attende oggi, 16 maggio, a Pavia la nuova tappa delle indagini. A Palazzo di Giustizia è previsto il conferimento degli incarichi ai consulenti della Procura per stabilire se il dna trovato sotto le unghie della vittima sia utile e comparabile. Sulla sua utilizzabilità infatti c'è stato un grande contrasto tra le parti. A conferire l'incarico, e conseguentemente a stabilire il quesito di ricerca, sarà la gip Daniela Garlaschelli. Se l'esito sarà positivo, si procederà alla comparazione con l'unico indagato, al momento, del nuovo filone d'inchiesta, Andrea Sempio e su alcune altre tracce repertate e riconsiderate nelle nuove indagini affidate ai Carabinieri di Milano. I periti incaricati, entrambi della Polizia scientifica di Milano, sono il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico dattiloscopista, Domenico Marchigiani.
Le perquisizioni e le ricerce nel canale
Il 14 maggio, i militari, coordinati dalla procura di Pavia, hanno perquisito la casa di Andrea Sempio, indagato per la seconda volta, dei genitori, e anche di Mattia Capra e Roberto Freddi, amici di Sempio e del fratello di Chiara e che non sono indagati. I due allora 19enni, assieme a un altro ragazzo ora frate, frequentavano la villa teatro di un delitto su cui, sebbene Alberto Stasi sia stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere come unico responsabile, inquirenti e investigatori stanno di nuovo indagando. Innanzitutto si sono rimessi a caccia di quell'attrezzo usato per uccidere e che, in base a una testimonianza indiretta raccolta da Le Iene, si ipotizza possa essere un utensile a forma di asta. Con il supporto della Protezione civile e dei Vigili del fuoco è stato quindi svuotato il canale nei pressi della casa dove un tempo viveva la nonna delle cugine di Chiara, le gemelle Stefania e Paola Cappa. Si sono concentrate lì le ricerche anche in base al racconto reso da una persona che non ha visto nulla direttamente ma ha riportato la testimonianza di una una terza persona secondo cui una donna, ritenuta Stefania Cappa (mai indagata), avrebbe gettato un oggetto di metallo nel fiumiciattolo. Dichiarazioni che sono state incrociate con quelle, poi ritrattate, da Marco Muschitta, un tecnico del gas che aveva detto di aver notato, la mattina dell'omicidio, una ragazza bionda allontanarsi dalla villa di via Pascoli in bicicletta mentre teneva nella mano destra quello che poteva sembrare un attrezzo da camino.
Le gemelle Cappa
Il sospetto di un eventuale coinvolgimento di una delle due gemelle, già balenato durante i primi accertamenti, è sempre stato scartato. Ora invece il nome di una delle due viene rispolverato e accostato a quello di Sempio, nonostante i due non si conoscessero: dai tabulati telefonici risulta che tra il primo maggio e il 21 agosto 2007, e quindi nei mesi antecedenti e nelle settimane successive al delitto, non ci sono state chiamate in entrata e in uscita dal cellulare della ragazza, ora avvocato, con Sempio. Sono 280 i messaggi che sarebbero stati messi agli atti della nuova indagine.
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Intanto gli avvocati difensori di Sempio precisano che negli appunti e nei diari sequestrati ieri all'uomo "non c'è assolutamente alcun riferimento al caso di Garlasco, nulla di nulla", ma evidentemente quelle carte sono state prese "per tracciare un suo profilo psicologico, o almeno così abbiamo capito".
Domani l'incidente probatorio
Domani, 16 maggio, intanto, davanti al gip Daniela Garlaschelli prenderà il via l'incidente probatorio chiesto dai pubblici ministeri che hanno riaperto il caso dopo una relazione presentata dalla difesa di Stasi.
