Delitto di Garlasco, indagato l'amico del fratello di Chiara Poggi

Cronaca
Ipa/Ansa

Un avviso di garanzia è stato notificato ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. L'uomo era già stato indagato, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate. "Il mio assistito è allibito e sconvolto", ha riferito il legale di Sempio

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C'è un nuovo indagato per il delitto di Garlasco. A diciotto anni dall'omicidio di Chiara Poggi, un avviso di garanzia è stato notificato la scorsa settimana ad Andrea Sempio, amico del fratello della giovane uccisa. L'uomo era già stato indagato, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate. "Il mio assistito è allibito e sconvolto", ha detto l'avvocato Massimo Lovati riferendo lo stato d'animo del suo assistito.

©IPA/Fotogramma

Le prime accuse cadute

Sempio, all'epoca dei fatti 19enne, era già stato al centro di indagini, tra il 2016 e il 2017, sollecitate da parte dei legali di Stasi sulla base del dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Le accuse nei suoi confronti erano però state archiviate. Nell'archiviazione datata 28 marzo 2017, il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, scriveva che Andrea Sempio non aveva nulla a che vedere col truce omicidio. Tre mesi dopo il deposito alla Procura Generale di Milano di un esposto firmato da Elisabetta Ligabò, la mamma di Alberto Stasi, in cui si ipotizzava la presenza del dna di Sempio sotto le unghie della vittima, il giudice di Pavia impose l’alt a nuove ipotesi: "Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi". Il gip di Pavia scrisse che "è radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dalla difesa Stasi". 

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Nuove indagini

Il nuovo avviso di garanzia nei confronti di Sempio arriva grazie ad una nuova indagine sul dna sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione. Nell'avviso di garanzia l'accusa contestata è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi. Domani Andrea Sempio dovrà quindi presentarsi nella sede della scientifica dei carabinieri di Milano per essere sottoposto all'esame salivare e al tampone. Gli esami sono stati disposti dal gip di Pavia in modo coattivo dopo che la scorsa settimana l'uomo ha ricevuto l'informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per gli accertamenti sul Dna. Verifiche a cui Sempio, secondo quanto riferito dal suo difensore, ha negato l'assenso.

Il legale di Sempio: è distrutto

"Non regge il colpo. E' distrutto e ha chiesto addirittura le ferie dal lavoro". Lo ha riferito l'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio. Sempio, su disposizione del gip pavese, è stato convocato dopodomani per il prelievo del Dna, operazione necessaria per dare riscontro a due recenti consulenze, una della difesa di Stasi e una dei pm, secondo le quali le tracce genetiche trovate sotto le unghie della 26enne uccisa 18 anni fa sarebbero riconducibili all'amico del fratello. Il quale, come ha affermato il legale, dice di essere innocente.

La consulenza del Pm

 

Una consulenza disposta nei mesi scorsi dalla Procura di Pavia avrebbe confermato che sotto le unghie di Chiara Poggi, in più punti, erano presenti tracce di Dna riconducibile ad Andrea Sempio, l'amico del fratello della 26enne uccisa nell'agosto 2007 a Garlasco (Pavia). E' quanto riferiscono all'ANSA fonti vicine alle indagini. A dare il via ai nuovi accertamenti è stata l'avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, che ha affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede all'estero, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici, i quali hanno dato esito positivo. Esito che avrebbe trovato riscontro anche nella consulenza della procura. 

Il delitto

Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua casa di Garlasco, in provincia di Pavia. La giovane, che all'epoca aveva 26 anni, si trovava sola in casa quando è stata aggredita. Per l'omicidio, dopo anni di indagini e processi, è stato condannato l'allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi. L’uomo, che si è sempre professato innocente, sta scontando una pena a 16 anni di reclusione ma può uscire dal carcere per lavorare ogni giorno.

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