Euro 2020, Inghilterra non venderà biglietti per Roma ai tifosi. Governo: “State a casa”
MondoAumenta ancora la preoccupazione per il diffondersi della variante Delta - nel Regno Unito sono stati registrati 26mila casi in 24 ore - e la Federcalcio inglese non distribuirà gli accessi per i quarti del 3 luglio contro l'Ucraina. Da Londra arriva l'invito ai supporters a evitare la trasferta nella capitale italiana. Per chi arriva dal Regno Unito è già prevista in Italia la quarantena di 5 giorni. Il sottosegretario alla Salute Costa: "Nessun tifoso inglese che arriva oggi in Italia potrà andare allo stadio"
Aumenta ancora la preoccupazione per il diffondersi della variante Delta del Covid-19. La Federcalcio inglese ha deciso di non mettere in vendita nel Regno Unito il contingente di biglietti riservati ai tifosi dei Tre Leoni per il quarto di finale contro l'Ucraina che si disputerà all'Olimpico, in tutto 2.560 posti. E il governo britannico ha invitato i tifosi inglesi a evitare la trasferta di Roma. Per chi arriva dal Regno Unito è prevista in Italia la quarantena di 5 giorni, una misura che di fatto rende impossibile ai tifosi inglese assistere alla partita, in programma tra quattro giorni. Anche il ministero dell'Interno italiano si sta muovendo con un piano che prevede il potenziamento dei controlli agli aeroporti, alle stazioni e anche sulle principali arterie autostradali. Il Viminale, secondo quanto si apprende, sta lavorando ad un piano per rafforzare le verifiche in vista del quarto di finale degli Europei tra Inghilterra e Ucraina, che potrebbe portare sabato a Roma migliaia di tifosi. Sempre fonti del Viminale sottolineano che l'ordinanza che prevede l'obbligo di tampone e la quarantena di 5 giorni per tutti coloro che arrivano dalla Gran Bretagna,, "verrà fatta rispettare alla lettera" e "non saranno concesse deroghe".
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Il governo inglese: "Tifare la nazionale da casa"
All'indomani della vittoria sulla Germania, le autorità britanniche hanno voluto rafforzare il messaggio. "La nostra richiesta è di tifare la nazionale da casa, ed esultare davanti alla tv più forte che si può", ha dichiarato Anne Marie Trevelyan, Sottosegretaria al Commercio.
La quarantena per chi arriva dalla Gran Bretagna
"La sfida è farci sentire fino a Roma - ha poi aggiunto la Trevelyan - sapremo sfruttare l'occasione per sostenere al meglio la nostra fantastica nazionale". Intanto, dall’Italia, l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha voluto ricordare: "La prossima tappa degli Europei di calcio porterà tifosi provenienti dall'estero a Roma il 3 luglio, per la partita Inghilterra-Ucraina. Ricordo che è in vigore, per motivi di contrasto alla pandemia e alla variante Delta, l'ordinanza per la quarantena di 5 giorni rivolta a tutti coloro che provengono dalla Gran Bretagna”. E ha poi sottolineato: “La quarantena deve essere rispettata”.
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Costa: “I tifosi inglesi non potranno venire in Italia”
Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: "Sono chiaro e netto: i tifosi inglesi non potranno venire in Italia a guardare la partita all'Olimpico con l'Ucraina il prossimo 3 luglio - ha detto a Radio Kiss Kiss Napoli - Ci sono 5 giorni di quarantena, la regola deve essere rispettata. Non possiamo correre rischi. Se un tifoso inglese parte oggi, non vedrà la partita. Stesso discorso per chi è partito ieri e per chi parte oggi. Nessun tifoso inglese che arriva oggi in Italia potrà andare allo stadio per assistere alla gara tra Inghilterra ed Ucraina di Euro2020".
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Costa: “La finale? Si può giocare da noi”
Sulla finale dell’11 luglio, Costa ha poi detto: "Condivido la posizione di Draghi. Si può giocare da noi". "L'Italia - ha aggiunto - ha un basso numero di contagi. Giocare qui tutelerebbe la salute dei cittadini. Far giocare le gare di Euro2020 in Inghilterra non è opportuno. Ricordo le parole di Boris Johnson, che quando i contagi erano bassi auspicava di disputare le partite in Inghilterra. Il quadro oggi è mutato. L'Italia può ospitare la finale. Siamo di fronte ad un evento organizzato come Euro2020 ed i tempi sono stretti ma c'è una pandemia in corso e servono scelte straordinarie. Giocare in Italia è ipotesi da prendere in considerazione. Poi spetterà all'Uefa prendere decisioni. Mi auguro che ci sia dall'Uefa una riflessione di buon senso". La priorità, ha sottolineato quindi Costa, "deve essere la salute delle persone". E ha aggiunto: "La macchina organizzativa dell'Uefa è partita ma mi auguro ancora una volta che siano prese decisioni di buon senso. L'Uefa deve assumersi la responsabilità di tutelare l'evento ma soprattutto la salute dei cittadini. La scelta più responsabile ed apprezzata da tutti sarebbe quella di spostare le partite in programma in Inghilterra in altre città".
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26.000 contagi Delta in Gran Bretagna, picco dal 23 gennaio
Intanto si registra ancora un picco di contagi Covid nel Regno Unito, alimentati ormai al 99% dall'aggressiva variante Delta: lo certificano i dati di oggi del governo britannico con altri 26.068 casi nelle ultime 24 ore censite (su quasi 900.000 tamponi), record nel Paese dal 23 gennaio. Si tratta di una nuova impennata, anche se l'effetto dei vaccini (con la somministrazione delle prime dosi salita al'85% della popolazione adulta e i richiami al 62,4%) continua per ora a frenarne l'impatto sull'incremento dei ricoveri negli ospedali e soprattutto sui morti giornalieri: non superiori a 14, in calo rispetto ai 23 registrati ieri.
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Quasi 2.000 contagi tra i tifosi in Scozia
Intanto sono 1.991 i tifosi scozzesi risultati positivi al Covid nelle ultime due settimane dopo aver assistito alle partite della Scozia agli Europei di calcio, allo stadio o in eventi collettivi. Lo indicano le stime delle autorità sanitarie locali di Public Health Scotland (PHS). Due terzi dei contagiati (1.294) erano a Londra durante la partita Inghilterra-Scozia: 397 erano allo stadio Wembley, il resto ha partecipato a visioni e festeggiamenti collettivi fra strade e locali. Un centinaio aveva assistito allo stadio Hampden Park di Glasgow alle partite della nazionale scozzese con la Croazia e la Repubblica Ceca.
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