
Hong Kong, circa 370 arresti per le proteste contro la legge sulla sicurezza
È il bilancio diffuso dalle autorità cinesi in merito alle manifestazioni andate in scena nell'ex colonia in occasione dell’anniversario del ritorno dei territori sotto la sovranità di Pechino. Dieci le persone accusate di aver violato la nuova norma. LA FOTOGALLERY

Ennesima giornata di scontri ed arresti ad Hong Kong. La polizia ha fatto sapere di aver sottoposto a fermo circa 370 persone durante le protese, 10 delle quali sono state accusate di aver violato la nuova controversa legge sulla sicurezza nazionale

In migliaia si sono riversati nelle strade dell'ex colonia per chiedere l'indipendenza dalla Cina, proprio in occasione del 23esimo anniversario del ritorno dei territori sotto la sovranità di Pechino
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Nel bilancio delle autorità si rende noto anche che 7 sono gli agenti feriti, di cui uno accoltellato e tre travolti da un manifestante in motocicletta

La nuova legge sulla sicurezza nazionale nella città è entrata in vigore il 30 giugno ed è stata molto criticata sia dagli attivisti che dalla comunità internazionale

La nuova norma prevede pene fino all'ergastolo per i reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere

Inoltre, coloro che vengono accusati di averla violata possono essere trasportati in Cina per essere giudicati da una corte locale

Secondo il bollettino diffuso dalla polizia dei 10 che sono stati accusati della violazione della legge sulla sicurezza nazionale, 6 sono uomini e 4 donne
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Gli arresti sono stati effettuati nelle aree di Causeway Bay e Wan Chai, sull'isola di Hong Kong

Le principali cause degli arresti sono disordini, possesso di armi e assemblea illegale

Durante le proteste i poliziotti hanno esposto cartelli in cui si legge: "La polizia non tollererà alcuna violazione e farà rispettare la legge"

Intanto in tutto il mondo si moltiplicano i messaggi di solidarietà. Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese, ha twittato: "I miei pensieri sono con la gente di Hong Kong"

Anche diversi governi stanno facendo sentire la loro voce e si stanno muovendo per approvare leggi che permettano l'asilo degli attivisti in pericolo ad Hong Kong

La Gran Bretagna, ad esempio, si è detta pronta a recuperane una parte dei cittadini della sua ex colonia, aprendo le porte a 3 milioni di loro con l'offerta del passaporto di Sua Maestà

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