La prima persona fermata dalla polizia in base alla nuova legge approvata a Pechino, secondo i media locali, è un uomo che possedeva una bandiera della Hong Kong indipendente a Causeway Bay. Nella zona poco dopo è iniziata una manifestazione non autorizzata e ci sono stati momenti di tensione. Preoccupazione per la nuova legislazione da Usa, Gb e Ue. Cina respinge "critiche esterne". Lam: autonomia non intaccata
A Hong Kong è entrata in vigore la nuova, discussa, legge sulla sicurezza nazionale e la polizia ha già eseguito i primi arresti. La prima persona fermata in base alla nuova legge, secondo i media locali, è un uomo che possedeva una bandiera della Hong Kong indipendente a Causeway Bay. Nella zona poco dopo è iniziata una manifestazione non autorizzata e gli agenti hanno arrestato, a vario titolo, oltre 300 persone. Intanto, dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza, preoccupazione è stata espressa da Stati Uniti, Gran Bretagna e Ue. Pechino ha respinto le "critiche esterne", definendo “logiche da banditi” l'ipotesi di sanzioni su funzionari cinesi. Mentre la governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha ribadito che il provvedimento non tocca l’autonomia della città.
Gli arresti con la nuova legge sulla sicurezza
Dopo l’entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza, nel giorno del 23esimo avversario del ritorno dei territori sotto la sovranità cinese, migliaia di persone si sono riunite a Causeway Bay e a Wan Chai per protestare. Oltre alle manifestazioni pacifiche, ci sono stati anche atti di vandalismo contro i negozi. La tensione è salita al punto che la polizia è tornata a usare i cannoni ad acqua, le cartucce urticanti (a Lane Crawford) e i proiettili di gomma per disperdere la folla. Gli agenti hanno anche usato per la prima volta la nuova bandiera viola, che vale come monito ai manifestanti che utilizzano bandiere o striscioni illegali o che scandiscono cori e slogan che esprimono propositi di secessione o sovversione. Secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, un agente è stato ferito con un "oggetto affilato" mentre cercava di arrestare alcuni dimostranti. Sono stati eseguiti oltre 300 arresti: le accuse, tra l'altro, fanno riferimento all'adesione a manifestazioni illegali, al disordine causato in luoghi pubblici e alla violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale in 9 casi, di cui 5 a carico di uomini e 4 di donne. Intanto, la grande marcia degli attivisti pro democrazia che si tiene ogni anno è stata vietata dalla polizia, ufficialmente per le cautele legate al Covid-19 (GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
leggi anche
Hong Kong, la Cina approva la legge sulla sicurezza nazionale
La preoccupazione internazionale
L’entrata in vigore della nuova legge ha provocato anche reazioni internazionali. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha minacciato "rappresaglie" degli Usa dopo quello che ha definito "un triste giorno" per Hong Kong. La Gran Bretagna ha dichiarato che la controversa legislazione rappresenta "una chiara e grave violazione" della Dichiarazione Congiunta sottoscritta da Pechino e da Londra al tempo della restituzione dell'ex colonia britannica. Boris Johnson ha confermato l'intenzione del governo britannico di facilitare il regime dei visti verso gli abitanti di Hong Kong dotati dello status di "British overseas", in modo di aprire per loro "il percorso" verso la piena cittadinanza del Regno. È intervenuta anche l’Ue, che ha espresso “gravi preoccupazioni” e ha definito “essenziale che i diritti e le libertà esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati”.
Lam: autonomia non intaccata
La governatrice di Hong Kong Carrie Lam, comunque, è tornata a ribadire che l'alto livello di autonomia o l'indipendenza giudiziaria non saranno intaccati. “È uno storico passaggio nel miglioramento del meccanismo di tutela della sovranità, dell'integrità e della sicurezza del Paese", ha detto, ricordando la legge dell'ex colonia che ora punisce l'oltraggio all'inno nazionale cinese. Lam ha rimarcato che la legge è una “inevitabile e pronta decisione per ristabilire l'ordine e la stabilità nella società" nell'ex colonia britannica.
approfondimento
Hong Kong, un anno di proteste contro il governo centrale cinese
L’entrata in vigore della legge
La nuova legge sulla sicurezza è stata approvata da Pechino. Si tratta di quasi 70 articoli, pensati per spegnere sul nascere le turbolenze "sovversive" di Hong Kong: adesso sono perseguibili con la pena massima dell'ergastolo, nel caso non funzioni la semplice deterrenza del rischio - negli addebiti "più gravi" - di finire sotto processo in Cina. La normativa, approvata all'unanimità dai 162 componenti del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del Parlamento cinese, è finalizzata a reprimere le proteste partite a Hong Kong nel giugno 2019 a favore di riforme democratiche e contro il governo filo-Pechino della regione amministrativa. Secondo i più critici, il provvedimento è destinato a frantumare l'ampia autonomia e libertà che Pechino aveva promesso di mantenere a Hong Kong per almeno 50 anni, fino al 2047, secondo il modello “un Paese, due sistemi”.
Data ultima modifica