
Una legge (poi ritirata) sull’estradizione forzata in Cina e, successivamente, la richiesta di più democrazia avevano innescato, a partire da giugno 2019, un’ondata di manifestazioni di massa in opposizione alle autorità di Pechino. Oggi, a un anno di distanza, le tensioni nell’ex colonia britannica non sembrano affatto essersi placate

La miccia che ha scatenato le manifestazioni di protesta ad Hong Kong è stata innescata circa un anno fa, con la proposta di legge controversa sulle estradizioni in Cina
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L’opposizione alla legge (poi ritirata) del governo di Pechino si è trasformata progressivamente in qualcosa di molto più grande, traducibile fondamentalmente in una richiesta dell’ex colonia britannica di maggiore democrazia
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Grandi manifestazioni di massa hanno riempito le strade di Hong Kong e non sono mancati episodi di violenza e duri scontri con le forze dell’ordine

Il quartier generale del governo è stato preso d’assalto e l’aeroporto internazionale della città è stato bloccato varie volte

La scelta di bloccare l’aeroporto non è stata casuale. Lo scalo di Hong Kong è, infatti, uno dei più trafficati dell'Asia e protestare lì ha significato dare risonanza globale alle manifestazioni portate avanti nella metropoli asiatica

Le proteste allo scalo di Hong Kong sono proseguite fino ad agosto 2019, quando i disordini scaturiti dagli scontri con le forze dell’ordine hanno spinto le autorità ad emettere un’ingiunzione per impedire future proteste
Hong Kong, le proteste arrivano in aeroporto. FOTO
Centinaia sono stati i manifestanti finiti in manette nel corso di questi mesi di protesta nei confronti del governo cinese

Peraltro le tensioni tra Hong Kong e Pechino non sono una novità dell’ultimo anno. Già nel 2014, per esempio, la metropoli asiatica era stata scossa da tre mesi di proteste note come “la rivolta degli ombrelli”
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In quell’occasione le manifestazioni erano scaturite dalla decisione del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo di Pechino di riformare il sistema elettorale di Hong Kong

La legge sull’estradizione è stata percepita come una nuova minaccia del governo di Pechino alla libertà e autonomia di Hong Kong e ha riacceso timori e tensioni che per un po’ sembravano essersi esauriti

Il ritiro della legge sull’estradizione a inizio settembre 2019, però, non è bastato a placare le proteste a Hong Kong che sono andate avanti anche in seguito

Lo stop a questa legge, infatti, era solo una delle richieste avanzate dai manifestanti

Tra le istanze avanzate, sono state chieste le dimissioni della governatrice di Hong Kong Carrie Lam, un’inchiesta sulla brutalità della polizia durante le proteste e il rilascio dei manifestanti arrestati
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A fine maggio scorso la legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino ha nuovamente accesso le tensioni con Hong Kong

In quell’occasione al Congresso del Popolo, attraverso le parole del primo ministro cinese Li Keqiang, era stato annunciato l’obiettivo di "istituire solidi sistemi giuridici e meccanismi di applicazione per salvaguardare la sicurezza nazionale nelle due regioni amministrative speciali (Hong Kong e Macao) e vedere i governi delle due regioni adempiere alle loro responsabilità costituzionali"
Congresso del popolo Cina, bozza di legge su sicurezza ad Hong Kong subito operativa. FOTO