Texas: l'uragano Harvey perde potenza, ma fa ancora paura. FOTO

L'uragano che si è abbattuto sulle coste del Texas ha lasciato 211mila case senza corrente. Lo ha annunciato l'azienda dell'elettricità Ercot, secondo quanto riportato dai media americani –

L’uragano Harvey sul Texas in un’immagine satellitare fornita dalla Nasa –

Sono migliaia i residenti che sono scappati dalla costa del golfo del Texas. Tre navi da crociera cambiano rotta –

Il presidente Usa Donald Trump ha fatto sapere di avere firmato la proclamazione di stato di calamità naturale per il Texas –

Le autorità locali hanno chiesto agli abitanti di Corpus Christi, la città principale della zona colpita dall'uragano, di far bollire l'acqua prima di berla. Il sindaco di Rockport, 50 chilometri da Corpus Christi, ha chiesto ai cittadini che hanno deciso di restare nelle loro case di scriversi il codice fiscale sulle braccia per rendere più semplice l'eventuale identificazione in caso restino vittime dell'uragano –

Per ora l’uragano ha provocato solo danni come alberi caduti e tetti di case danneggiati. La paura, però, è ancora molta e l’allerta si sposta man mano che la tempesta continua la sua corsa –

I meteorologi del Texas hanno messo in guardia gli abitanti di Houston: le strade e alcuni quartieri della città rischiano di essere allagati dalle forti piogge portate dall'uragano Harvey. Tuttavia, poiché nella quarta città degli Stati Uniti le inondazioni sono molto frequenti, esiste un sistema di dighe piuttosto efficienti che dovrebbe reggere –

Il Centro nazionale Usa degli uragani ha fatto sapere che l'occhio dell'uragano di categoria 4 Harvey, poi declassato a “tempesta di categoria 3”, è approdato alle 10 di sera (le 4 del mattino in Italia) a circa 30 miglia a est-nordest di Corpus Christi tra Port Aransas e Port O'Connor, in Texas, portando con sé venti a 215 km/h e piogge torrenziali –

Nei giorni scorsi l’allerta per Havery era cresciuta sempre di più: si temeva potesse diventare il peggior uragano in Usa dopo quelli dell’orribile anno 2005, da Wilma a Katrina –