Stella Verde Guida Michelin 2025, quali sono i ristoranti più ecosostenibili. FOTO
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Le stelle sono salite a 69 con 11 novità e sono state assegnate a ristoranti di ogni tipo, dalle 3 Stelle ai ristoranti citati senza alcuna distinzione particolare. Il riconoscimento, introdotto nel 2020, premia i ristoranti all'avanguardia che lavorano con produttori e fornitori selezionati per evitare sprechi e ridurre, o meglio ancora azzerare, l’utilizzo di plastica e altri materiali non riciclabili
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- Nell’edizione 2025, la Guida Michelin Italia ha assegnato la sua Stella Verde a 11 ristoranti lungo tutto lo Stivale. Il riconoscimento introdotto nel 2020 premia i ristoranti all'avanguardia nel campo della sostenibilità, che lavorano con produttori e fornitori selezionati per evitare sprechi e ridurre, o meglio ancora azzerare, l’utilizzo di plastica e altri materiali non riciclabili dalla loro filiera, preoccupandosi così di diminuire l’impatto ambientale della loro attività. Vediamo chi si è aggiudicato le stelle
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- Il resort che accoglie il ristorante utilizza un sistema di riscaldamento a cippato che utilizza solo legno locale, mentre il resto dell’energia proviene dalla vicina centrale elettrica idroelettrica. L’orto locale rifornisce il ristorante di verdure ed erbe, mentre il resto degli ingredienti proviene da coltivazioni e allevamenti bio locali. Nei mesi freddi i prodotti vengono conservati attraverso il processo di fermentazione in un caveau dedicato
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- Il ristorante è plastic free e non viene servita acqua imbottigliata ma quella della rete idrica locale. La carta dei vini propone solo etichette locali di aziende DOC Collio, il 25% delle quali è a conduzione biologica. Chicca finale è il menu del ristorante, stampato su carta riciclata e al cui interno sono presenti dei semi di fiori di campo: il cliente può dunque portarlo via e poi “piantarlo” e far crescere i fiori in ricordo dell’esperienza al Ronchi Rò
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- La Fattoria Vaiani, con i suoi 5 ettari, è una vera e propria ispirazione per la creazione del menù: ortaggi, verdure, frutta, olio EVO… Spesso chef Mattei parte proprio da qui per ideare gli ottimi piatti in carta. Come non citare, ad esempio, il dessert Andrea & Andrea (nomi di battesimo di chef e fattore, appunto), ove il mascarpone è colorato ed insaporito con frutta ed erbe aromatiche di produzione propria in diverse consistenze. Tutto raccontato con competenza e passione dallo staff
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- La Raia è un'azienda agricola biodinamica certificata dal 2007. Conta 180 ettari di vigneti, orti, pascoli, boschi di acacia, sambuco e castagno, che proteggono numerose specie di animali selvatici. Allevano mucche di razza Fassona e galline ovaiole e producono farro monococco, frutta e verdura, con cui riescono a coprire oltre il 50% del fabbisogno annuale del ristorante. Un’oasi naturale gestita con passione e competenza
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- L’azienda agricola di proprietà conta 10 ettari di allevamento allo stato semibrado (maiale nero abruzzese e altri animali da cortile), 16 ettari di coltivazione di cereali per l'alimentazione del bestiame e un orto biodinamico che produce piccoli ortaggi ed erbe aromatiche. Una gran passione per il territorio che si respira a pieni polmoni anche in sala e nel menu
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- Il nuovo corso del ristorante parte da un approccio sostenibile: se l'orto è il punto di partenza, le collaborazioni con i pescatori e i piccoli produttori eoliani fanno "sistema" e mostrano la grande consapevolezza del giovanissimo chef nel ricercare la qualità gastronomica solo e soltanto attraverso la salvaguardia dell'ambiente
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- Il cuore del locale è l’azienda agricola, da cui proviene oltre il 50% dei prodotti utilizzati: latte e derivati, carne grass fed di razze in estinzione (capra orobica e bruna alpina) utilizzate “dalla coda al naso”, foraging, coltivazione in serra di erbe aromatiche, allevamento di trote di montagna, galline e maiali. Il tutto spiegato e raccontato con passione, con l’intento di far scoprire e amare il territorio che li ospita
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- L'unico menù degustazione proposto dallo chef prende spunto dalla stagionalità e dal territorio. Quanto più possibile le verdure sono dell’orto di proprietà, il Fragsburg Soul Garden, 2000 mq in cui vengono coltivati ortaggi, frutta ed erbe in modo naturale, impiegando anche ragazzi della cooperativa giovanile Jugenddienst di Merano. Il Castel Fragsburg dispone inoltre di una propria sorgente di acqua cristallina che viene utilizzata in tutte le aree dell'albergo e servita al tavolo in caraffa
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- Jessica Rosval è impegnata in prima persona nel sociale ed è protagonista di diverse attività non-profit a favore dell'integrazione delle donne migranti in difficoltà attraverso la formazione e il lavoro, spesso naturalmente in ambito alimentare. Ovvio che questa sua predisposizione si rispecchi anche nella cucina del Gatto Verde, per cui, per esempio, frutta e ortaggi che non riescono a produrre in proprio sono presi da orti e frutteti coltivati nel Carcere di Sant'Anna di Modena
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- Forte è il legame col territorio dello chef-patron Enrico Mazzaroni. Se moltissimi ingredienti sono prodotti e allevati in proprio (verdure, castagne, tartufi, agnelli …), tutto ciò che manca viene ricercato presso i piccolissimi produttori che vivono nei paraggi. Il ristorante è inserito nel contesto del Parco Naturale dei Monti Sibillini e fa parte della Comunanza Agraria di Isola San Biagio, che si occupa della salvaguardia e del supporto dei territori e dei residenti delle zone montane
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- In quanto a biodiversità, la famiglia Iaccarino è pioniera nella ristorazione italiana, con un’intensa valorizzazione del territorio e l’azienda agricola biologica Le Peracciole a Punta Campanella, inaugurata oltre 30 anni fa e che produce frutta e verdura a totale servizio della cucina. L’impegno verso un costante miglioramento continua, grazie anche ad una completa ristrutturazione della struttura (terminata nella primavera 2024) all'insegna della sostenibilità e del risparmio energetico