
Recovery Fund, chi sono i "Paesi frugali" e cosa chiedono all'Ue
Con questo termine si indicano alcuni Stati europei che hanno una posizione di maggior contenimento del bilancio europeo. Si tratta di Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Austria. A questi si è successivamente unita anche la Finlandia. I leader di questi Stati si sono opposti al Recovery Fund, anche in occasione del vertice europeo partito il 17 luglio a Bruxelles, i in particolare ai trasferimenti a fondo perduto, chiedendo un ridimensionamento degli aiuti che l'Europa intende stanziare per l'emergenza coronavirus

I Paesi detti "frugali" sono alcuni Stati dell'Unione Europea che adottano una linea più rigorista nello stanziamento di risorse dell'UE ai Paesi membri. Ecco chi sono e a cosa si sono recentemente opposti
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Questi Paesi ribattezzati "frugali" sono Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Austria. A questi si è successivamente aggiunta anche la Finlandia, durante il Consiglio europeo di Bruxelles iniziato venerdì 17 luglio, al centro del quale ci sono dedicato il Quadro finanziario pluriennale e il Recovery Fund. Nella foto da sinistra: i primi ministri Mark Rutte (Olanda), Sebastian Kurz (Austria), Sanna Marin (Finlandia), Mette Frederiksen (Danimarca) e Stefan Lofven (Svezia) durante una riunione
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Al centro del dibattito tra i Paesi membri dell'Unione europea c'è il Recovery Fund, il fondo per la ripresa per aiutare gli Stati messi in difficoltà dalla crisi economica scatenata dal coronavirus (nella foto, sulla destra, Stefan Löfven e Sebastian Kurz, primi ministri svedese e austriaco)
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In particolare, con la proposta "Next Generation EU", l'intenzione iniziale era quella di stanziare 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi a fondo perduto e 250 sotto forma di prestiti a condizioni favorevoli (nella foto Mette Frederiksen e Mark Rutte)
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I Paesi frugali, anche durante il vertice dei leader Ue a Bruxelles iniziato venerdì 17 luglio, si sono duramente opposti agli stanziamenti a fondo perduto (nella foto una riunione del 19 luglio fra i primi ministri Rutte (Olanda), Kurz (Austria), Marin (Finlandia), Lofven (Svezia) e Frederiksen (Danimarca)

I Paesi frugali vorrebbero abbassare il totale del fondo e soprattutto cancellare gli aiuti a fondo perduto. Opponendosi anche alla raccolta di soldi sul mercato e all'introduzione di nuove tasse (nella foto Mark Rutte e Stefan Löfven)

Tra i Paesi frugali c'è la Svezia, con il primo ministro Stefan Löfven

È socialista. La sua maggioranza è costituita da socialisti e Verdi. Il premier pretende garanzie sui prestiti e ha chiesto rigide modalità di rimborso

Poi c'è la Danimarca, guidata dal primo ministro Mette Frederiksen

È una socialista. La sua maggioranza è composta da socialisti con un appoggio esterno degli altri partiti di sinistra. Si è detta contraria allo stanziamento di risorse a fondo perduto

Molto contrari all'attuale Recovery fund anche i Paesi Bassi, con il primo ministro Mark Rutte
La fotostoria di Mark Rutte
È un liberal conservatore. La sua maggioranza è costituita da: liberali conservatori, cristiano democratici, liberali di sinistra e altri piccoli partiti. L'Olanda vorrebbe solo prestiti e non sovvenzioni, chiedendo che l'uso delle risorse sia condizionato all'effettiva attuazione delle riforme strutturali

Tra i Paesi frugali anche l'Austria, guidata dal Cancelliere federale Sebastian Kurz

È un cristiano-democratico. La sua maggioranza è costituita da: cristiano-democratici e Verdi. Si è più volte detto scettico sul piano di aiuti, crede che il giusto mezzo siano i prestiti, non le sovvenzioni

Al vertice di Bruxelles, iniziato venerdì 17 luglio, ai Paesi frugali si è aggiunta anche la Finlandia guidata dalla prima ministra Sanna Marin

Sanna Marin fa parte del partito socialdemocratico finlandese. Nel dicembre 2019, a 34 anni, è diventata la premier più giovane del mondo. Mai nessuno era diventato capo del governo del proprio Paese a quella età
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