Case green, le prossime tappe dopo l’ok dell'Ecofin alla direttiva
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La Energy performance of buildings directive diventa definitiva e da quando sarà pubblicata sulla "Gazzetta Ufficiale" dell’Unione europea scatteranno i due anni di tempo per il recepimento. In questo periodo i Paesi membri, tra cui l’Italia, dovranno presentare i loro piani di ristrutturazione del parco edilizio residenziale. Il testo non stanzia nuove risorse: al contrario, esorta gli Stati a usare quelle già a disposizione
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- L’Ecofin nei giorni scorsi ha dato l’ok alla direttiva case green, la Energy performance of buildings directive (Epbd). La norma prevede di portare a zero le emissioni per gli immobili. Il costo stimato è di 275 miliardi l'anno. Italia e Ungheria hanno votato contro. Si sono astenute Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia
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- Il testo diventa quindi definitivo e da quando sarà pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" dell’Unione europea scatteranno i due anni di tempo per il recepimento. In questo periodo i Paesi membri, tra cui l’Italia, dovranno presentare i loro piani di ristrutturazione del parco edilizio residenziale. Si tratta di un insieme di tappe che indicherà come arrivare ai target fissati a Bruxelles
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- A partire dal 2020 bisognerà ottenere un taglio del 16% dei consumi medi al 2030 e del 20-22% al 2035. La maggior parte delle ristrutturazioni dovrà riguardare il 43% del patrimonio edilizio più energivoro: non basterà perciò costruire edifici nuovi per migliorare la media. Sono perciò coinvolti circa 5 milioni di edifici in tutta Italia
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- Come spiega Il Sole 24 Ore, il Superbonus ha lasciato sui conti pubblici – nel 2023 – circa 84,7 miliardi di spese: il lato positivo è che la direttiva, partendo dal 2020, considera 494mila edifici ristrutturati fino a oggi con la maxiagevolazione
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- Per raggiungere i target fissati dall’Ue, però, bisognerebbe tenere una velocità simile a quella degli ultimi anni. Per farlo sono necessarie risorse: la direttiva non ne stanzia di nuove. Al contrario, esorta i Paesi membri a usare quelle già a disposizione. Ecco perché il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato: "È una direttiva bellissima, ambiziosa. Ma alla fine chi paga?"
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- Non tutti gli edifici saranno interessati dalle ristrutturazioni: sono esentati quelli sottoposti a vincolo puntuale o a vincolo d’area – per esempio le strutture dei centri storici o dei parchi –, quelli dedicati a scopi di difesa, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli edifici provvisori, gli edifici religiosi e i piccoli immobili sotto i 50 metri quadri
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- La direttiva non prevede specifiche sanzioni, ma le chiede ai legislatori nazionali: nel caso dell’Italia non è molto verosimile un intervento restrittivo, data la contrarietà politica manifestata alla direttiva stessa
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- Fra le forze politiche c'è chi sostiene che i giochi non siano chiusi e che si riapriranno con il nuovo Parlamento e il nuovo esecutivo europei che usciranno dalle elezioni di giugno