Case green, come aumentare la classe energetica di un edificio e quanto costa
Nei prossimi anni il 43% degli immobili con prestazioni inferiori dovrà migliorare le prestazioni: questo significa che potrebbero essere interessati circa 500mila edifici pubblici e 5 milioni di edifici privati. Secondo le stime di Unimpresa, la spesa media per ciascun immobile potrebbe essere di circa 35mila euro e interessare soprattutto cappotto termico, sostituzione degli infissi, caldaie a condensazione e impianto fotovoltaico
- La direttiva sulle Case green, approvata dal Parlamento Ue pochi giorni fa, ha ancora un lungo percorso davanti a sé: il testo dovrà essere prima ratificato dal Consiglio all’Ecofin del prossimo 12 aprile e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con l’entrata in vigore dopo 20 giorni. L’Italia avrà due anni di tempo per recepire la direttiva
- Ogni Paese dovrà presentare un proprio piano di riduzione dei consumi, nel quale viene spiegato come si intende raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa Ue. Al momento non è ancora possibile sapere nel dettaglio quali interventi andranno fatti e su quali edifici. Tuttavia, ci sono già delle stime sulle quali ragionare e previsioni che si possono fare sulla possibile natura dei lavori
- Secondo quanto prevede la direttiva, il 55% della riduzione dei consumi energetici dovrà essere ottenuto tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni inferiori: partendo da questa indicazione Fillea-Cgil ha valutato che “le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033”
- "Potrebbe essere necessario riqualificare in pochi anni in Italia oltre 500mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari", spiega Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea-Cgil al Corriere della Sera
- Unimpresa ha stimato che la spesa per ristrutturare tre abitazioni su cinque è di 270 miliardi. "È un intervento che va valutato con molta cautela perché alcuni step di vincolo al 2030 e al 2040 sono di difficile raggiungimento per il nostro Paese", ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Bisognerà quindi fare "una scala di priorità degli interventi che vanno dalle pompe di calore al doppio vetro e con una programmazione. È un vincolo di Stato, non per i singoli", ha sottolineato
- Per le case l’obiettivo di riduzione del consumo energetico medio è del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Questi sono però obiettivi medi di riferimento, non sono previsti target per i singoli edifici. Gli interventi necessari per raggiungere questi risultati saranno simili a quelli finanziati fino a poco tempo fa dal Superbonus, cioè cappotto termico, sostituzione degli infissi, caldaie a condensazione e fotovoltaico
- Secondo le stime di Unimpresa la spesa media per ciascun immobile potrebbe essere di circa 35 mila euro: "La forchetta varia da 20mila euro a 55mila euro, ragion per cui si può stimare, in via prudenziale, una spesa complessiva a carico dei privati pari a 266,7 miliardi di euro nei prossimi 20 anni circa"
- Entrando più nei dettagli il Codacons spiega che per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione la spesa può arrivare fino a 16mila euro, il cappotto termico ha un costo medio compreso tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15mila euro
- "Per una nuova caldaia a condensazione, considerata un'abitazione da 100 mq, la spesa va dai 3mila agli 8mila euro, mentre per l’acquisto e l’installazione di una pompa di calore il costo oscilla tra i 6mila e i 16mila euro a seconda dell’impianto scelto", afferma l’associazione dei consumatori
- "È fondamentale che la regolamentazione agevoli la tipologia di mutui verdi, finalizzati all'acquisto di abitazioni con elevate prestazioni energetiche o alla riqualificazione energetica degli immobili di proprietà", ha dichiarato il dg dell'Abi Giovanni Sabatini, che ha inoltre chiesto che alle banche sia reso possibile l'accesso ai pubblici database sugli Attestati di Prestazione Energetica (Ape) degli edifici