Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva della Commissione, che ha stabilito che tutti gli edifici residenziali degli Stati membri debbano essere a zero emissioni entro 26 anni. Un obiettivo che in Italia e negli altri Paesi interesserà molte case ancora ferme alle ultime due classi energetiche. Di questo si è parlato a “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 12 marzo 2024
Case nuove a emissioni zero dal 2030, requisiti più stringenti di efficienza, piani nazionali di ristrutturazione e stop ai sussidi per caldaie a combustibili fossili, anche a gas. Tutto con l'obiettivo di azzerare le emissioni del parco immobiliare dell'Ue entro il 2050. La dibattuta svolta dell'Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati ha incassato il sì finale del Parlamento europeo, che ha dato il via libera a una direttiva dai vincoli più soft e maggiore flessibilità ai ventisette Paesi Ue per le ristrutturazioni rispetto alla prima proposta di legge, presentata da Bruxelles nel 2021. Il voto ha registrato in Aula 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Ma come impatterà tutto questo sui cittadini? Di questo si è parlato a “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 12 marzo 2024.
Il voto
Ciò che colpisce è che i partiti che hanno votato in modo contrario non siano al governo nel rispettivo Paese, tranne l’Italia dove le tre forze di maggioranza, cioè Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, si sono compattamente schierate contro. Dopo il passaggio presso il Consiglio europeo, le capitali dovranno adesso valutare come aderire alla direttiva europea: è previsto che ogni Stato invii un piano nazionale di ristrutturazione con l’indicazione della tabella di marcia e degli obiettivi da seguire. Il piano andrà approvato entro il 2026 e andrà aggiornato ogni 5 anni. L’obiettivo è ambizioso: arrivare nel giro di 26 anni, cioè entro il 2050, a emissioni zero.
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Lo stato delle case italiane
Secondo l’Istat oltre l’82% degli edifici in Italia sono residenziali, cioè 12 milioni sui 14,5 milioni totali, con i restanti 2,5 milioni rappresentati da altre tipologie. Questi edifici sono mediamente "vecchi": secondo l’Enea, quasi 6 su 10 hanno un’età media di 59 anni e la classe energetica attuale non è buona. Infatti, come rilevato, quasi la metà degli edifici residenziali attualmente presenti è in classe G oppure E, cioè le due più basse.
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Come sono le case europee
Come in Italia, anche in Europa la classe energetica delle case non è buona: questo significa che per la direttiva europea, quasi il 60% delle abitazioni sarà da ristrutturare entro il 2050,. Ci sono poi un 15% di nuove abitazioni e un quarto che già oggi può andare bene, in particolare quelle di nuova costruzione. Infatti, come rileva Enea, le case costruite durante il 2022 sono per il 95% in classe A.