Riforma Irpef 2024, taglio delle tasse per chi guadagna più di 50mila euro: le novità
Nel corso di un’audizione parlamentare, il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha ipotizzato interventi entro l’anno in favore dei redditi medio-alti attraverso il taglio dell’aliquota al 43% che così com’è oggi “induce all’evasione”. Risorse per la misura arriverebbero dal concordato preventivo biennale, esteso anche alle partite Iva
- La riforma fiscale del governo Meloni nel 2024 si appresta a virare verso i redditi medio-alti. Nel corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, il viceministro all’Economia Maurizio Leo apre a interventi per i contribuenti che fanno parte del terzo scaglione Irpef
- Dal 1° gennaio di quest'anno ha preso corpo la prima fase della riforma con la proroga del taglio al cuneo fiscale, una sforbiciata sugli oneri contributivi del 7% per i redditi fino a 25mila euro e del 6% per chi guadagna fino a 35mila euro
- Novità hanno riguardato anche la tassazione Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni in un’aliquota unica al 23% per i redditi fino a 28mila euro
- La misura farà sentire i suoi effetti per i redditi medio-bassi mentre saranno nulli sia per quelli più poveri sia per quelli medio-alti. Come affermato dalla presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio Lilia Cavallari “oltre la soglia di retribuzione lorda di 35mila euro la perdita dei benefici è di circa 1.100 euro”
- La relazione dell'Upb evidenzia come per i redditi con importi annuali superiori ai 50 mila euro l'introduzione di una franchigia di 260 euro sulle detrazioni rischi di annullare gli effetti positivi derivanti dall’accorpamento degli scaglioni
- In quest’ottica, il viceministro Leo ha riconosciuto come, allo stato attuale, l’aliquota Irpef al 43% per i redditi più alti sia pesante e “induca all’evasione”
- Entro l’anno il governo Meloni punta a intervenire con un nuovo taglio dell’Irpef riservato questa volta a chi guadagna oltre i 50mila euro annui. Il nodo resta quello delle risorse per la misura. Il taglio del cuneo ha superato i 10 miliardi
- Sull'incognita delle risorse per finanziare il taglio, il viceministro di via XX Settembre non esclude che i fondi possano arrivare dal concordato preventivo biennale al quale si può aderire fino al 15 ottobre
- Il 25 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legislativo con il nuovo procedimento accertativo e ha esteso lo strumento del concordato preventivo biennale a lavoratori autonomi e titolari di redditi di impresa
- Solo nel comparto partite Iva l’evasione fiscale ammonta a circa 31 miliardi, risorse più che sufficienti per alleggerire l’aliquota del terzo scaglione Irpef