Il viceministro Leo: "Evasione come terrorismo, a caccia anche sui social"

Economia

"Quello che si deve fare, ed è quello su cui stiamo lavorando con l'Agenzia delle Entrate, Sogei - ha aggiunto il viceministro -, è il cosiddetto 'data scraping'"

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"L'evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo" e "si deve tutti collaborare": lo ha sottolineato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo parlando del concordato preventivo biennale. 

Il "data scraping"

"Quello che si deve fare, ed è quello su cui stiamo lavorando con l'Agenzia delle Entrate, Sogei - ha aggiunto il viceministro -, è il cosiddetto 'data scraping'", ovvero prendere in considerazione anche i dati sul tenore di vita che professionisti e imprenditori pubblicano sui social. "Ovvero - ha spiegato Leo - del contribuente Maurizio Leo non fermarci a ragionare solo sui dati relativi alla sua attività professionale ed economica, ma vedere pure gli elementi significativi del suo tenore di vita: professionisti e imprenditori vanno su internet e sui social e dicono dove sono stati in vacanza o in quale ristorante. Questi sono elementi che devono corroborare le proposte che vengono fatte", ha sottolineato.

"Fondamentale collaborazione del Garante"

"Già abbiamo iniziato a ragionare col Garante della Privacy e da parte loro c'è assoluta disponibilità, ferma restando la tutela dei dati personali", ha continuato il viceministro. "Se l'amministrazione finanziaria acquisisce elementi che sono messi a supporto dell'attività d'indagine questo fa fare un passo avanti al sistema. Altrimenti, se ragioniamo solo su dati economici", non basta. "Il data scraping è importante, la collaborazione col Garante della Privacy è assolutamente fondamentale", ha detto Leo, ricordando che con "80-100 miliardi di evasione fiscale", "bisogna fare un passo avanti per mettere l'amministrazione finanziaria nelle condizioni di poter lavorare su quel versante del 'data scraping' e acquisire altri elementi fondamentali per la lotta all'evasione". 

Nel 2016 sono stati scoperti appalti pubblici irregolari per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro, più del triplo del valore di quelli irregolari scoperti nel 2015 (un miliardo). Il dato è contenuto nel Rapporto annuale della Guardia di Finanza, che verrà presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e del comandante generale della Gdf Giorgio Toschi. I controlli sulle irregolarità negli appalti pubblici hanno consentito di denunciare 1.866 persone e di arrestarne 140. 
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