Asili nido, l'aumento dei posti procede a rilento

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Speso solo il 25% dei soldi assegnati all'Italia col Pnrr per potenziare le scuole per i più piccoli. Un ritardo che, secondo l'Ufficio Parlamentare di Bilancio, mette a rischio l'obiettivo di 150mila nuovi posti entro giugno 2026. Scopo dell'investimento: frenare il calo delle nascite e incentivare il lavoro femminile  

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Va a rilento il piano per aumentare i posti negli asili nido e potenziare le scuole materne. Un piano miliardario finanziato in larga parte con i soldi europei del Piano Nazionale di Ripresa e che ha lo scopo di favorire le nascite, dare una spinta all’occupazione femminile e impedire che si debba ricorrere a costose strutture private, all’aiuto dei nonni o che si getti la spugna perché i bimbi più piccoli non si sa dove lasciarli.

I ritardi nell'attuazione 

A scattare una fotografia sullo stato dell’arte è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ci dice che dei 3,24 miliardi del Pnrr assegnati all’Italia per questo capitolo alla fine dello scorso anno se n’è utilizzato poco più del 25 per cento.  Con la conseguenza che saremmo costretti a spendere i 2,4 miliardi comunitari non ancora impegnati nel giro di un anno e mezzo, visto che giugno 2026 è il termine per completare il Pnrr. 

Traguardo difficile da raggiungere

Molte le criticità: ritardi dovuti a scarsa partecipazione di Comuni e Regioni (soprattutto al Sud) ma anche assegnazioni di fondi dove ce ne sarebbe meno bisogno. Il tutto pone forti incertezze – si legge nello studio – nella realizzazione degli oltre 150mila nuovi posti previsti. Un numero che, si ricorda, è stato ridotto con la revisione del Piano a fine 2023, che ha portato a un taglio dei finanziamenti europei ai quali si è sopperito con quattrini statali.

Il rischio: le disuguaglianze resteranno

Con una magra consolazione: solo grazie al continuo calo della natalità si centrerebbe l’obiettivo minimo che ci siamo posti e cioè garantire a un bimbo su tre un posto nel nido, senza però riuscire ad abbattere le disuguaglianze territoriali.

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