L'obiettivo del nuovo testo, introdotto dal decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri, è estendere la platea dei contribuenti che possono utilizzare il nuovo strumento. Viene aperto a tutti i lavoratori autonomi e titolari di redditi di impresa, dunque anche a quelli giudicati "inaffidabili"
- Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo sul nuovo procedimento accertativo e sul concordato preventivo biennale per le partite Iva. Il testo recepisce l’osservazione contenuta nei pareri delle Commissioni parlamentari e ha eliminato il riferimento al "punteggio otto" degli Isa, gli indici di affidabilità fiscale, per accedere al concordato
- Lo scopo dell'esecutivo è estendere la platea dei contribuenti che possono utilizzare il nuovo strumento. Nelle intenzioni del governo, infatti, il testo sul concordato dovrebbe cambiare i rapporti tra il Fisco e il mondo delle partite Iva, spingendo queste ultime ad adeguarsi spontaneamente alle richieste dell’Agenzia
- La novità più importante è che il concordato preventivo viene aperto a tutti i lavoratori autonomi e titolari di redditi di impresa, dunque anche a quelli giudicati "inaffidabili" rispetto alla valutazione Isa, che di fatto fotografa in modo "quantitativo" l’affidabilità fiscale dei contribuenti
- La "pagella" con i promossi e i bocciati è stilata dal Fisco. Coloro che ottengono un voto dall’8 in su sono ritenuti affidabili. Sotto questa soglia, invece, si è considerati contribuenti a rischio evasione. Inizialmente era stato deciso di ammettere al concordato preventivo solo i promossi a pieni voti, poi su richiesta del Parlamento il governo ha cambiato rotta e ha deciso di estenderlo a tutti anche ai bocciati
- Alla luce di questa modifica, i diretti interessati sono tutti i 2,5 milioni che si trovano già nel regime Isa. Per loro il concordato sarà biennale mentre per gli 1,7 milioni che hanno aderito al regime forfettario (tassa piatta al 15%) al momento sarà a cadenza annuale
- Con il concordato preventivo, l’Agenzia, al momento di proporre al contribuente la cifra da pagare, potrà calcolare un eventuale incremento del reddito rispetto a quello dell’anno di riferimento "fino al massimo del 10%, fatta salva la facoltà di una proposta difforme a tale limite motivata e sottoposta a contraddittorio con il contribuente prima di essere formalizzata", secondo quanto si legge nel testo
- In realtà, nonostante la scelta di aprire la possibilità di accedere al concordato preventivo a tutti indiscriminatamente, una limitazione è rimasta. Sono esclusi, infatti, tutti i contribuenti che si trovano con un debito tributario superiore ai 5 mila euro
- La data entro la quale decidere se aderire o meno alla proposta di concordato fatta dall’Agenzia delle entrate era stata inizialmente fissata per il 31 luglio 2024 (a regime sarà il 30 giugno), ma su richiesta dei commercialisti la data è slittata al 15 ottobre per il 2024
- In ogni caso, aderire al concordato non metterà totalmente al sicuro da possibili accertamenti. Se l’Agenzia dovesse scoprire che il contribuente ha omesso di dichiarare più del 30% delle sue entrate, questi decadrà dal concordato. Inoltre, se il giro d’affari dovesse andare molto peggio del previsto (con un crollo del 60% del fatturato), il contribuente potrà uscire volontariamente dal patto