
Guerra in Ucraina e caro gas, allarme per il tracollo dei settori turismo e cultura
Il conflitto in corso e l’aumento dei consumi energetici stanno avendo un forte impatto economico sulle famiglie italiane. Confcommercio spiega che i primi cali significativi si verificheranno già a Pasqua e andrà ancora peggio d’estate. Ecco i dati

Gli effetti economici della guerra tra Russia e Ucraina, tra cui il caro energia, cominciano a farsi sentire anche in Italia. Come già accaduto con la pandemia, tra i settori più colpiti ci sono turismo e cultura. A lanciare l'allarme è il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli
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"Le famiglie italiane - dice Sangalli - hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia. Occorre un'operazione fiducia per le imprese attraverso l'aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua”
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Gli italiani - come emerge dai dati Radar Swg e dall'Osservatorio di Confturismo Confcommercio di marzo - dimostrano di avere già "tirato il freno a mano" sulle spese, soprattutto per quanto riguarda il settore della cultura e la filiera turistica
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Per il turismo, i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all'appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all'estero, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti
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Tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto. Il primo dato allarmante si registra per Pasqua, con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo 4 milioni hanno già concretamente programmato
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Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all'interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell'ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019

Non sono le tipologie di destinazione - mare o montagna - a determinare le scelte in questo periodo, ma le motivazioni: prime fra tutte, il bisogno di "stare in relax con la propria famiglia" o vivere un'esperienza di "arte e cultura", anche solo visitando una città d'arte o un borgo

Aumentano le vacanze nelle seconde case, scelte quest'anno da 5 italiani su 10 (erano il 40% nel 2019), conseguentemente l'altra metà sceglierà una struttura turistico-ricettiva. Per la spesa, 4 intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre 2 su 10 spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno

In vista dell'estate non può che esserci preoccupazione, considerato che 8 intervistati su 10 dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze. Nei consumi culturali prevale invece nettamente la rinuncia tout court, mentre per la ristorazione e l'intrattenimento la scelta prevalente è quella di ridurre il numero delle occasioni di acquisto

Anche il settore discoteche che festeggia il ritorno della capienza al 100% non nasconde la preoccupazione: "Ora l'auspicio - dice Filippo Grassi, membro di Giunta nazionale Fiepet Confesercenti con delega all’intrattenimento - è che si riesca a tornare gradualmente ad una piena normalità ricominciando a vivere e lavorare come prima della pandemia. Spero che questa data rappresenti davvero la ripartenza per il nostro comparto, dopo due anni di operatività a singhiozzo e senza ristori sufficienti a garantire la sopravvivenza per molti di noi”