
Guerra in Ucraina, stop del turismo russo: cosa rischia l’Italia
I russi sono tra i turisti con la maggior capacità di spesa. Hanno iniziato a viaggiare in massa da metà anni ’80 e il loro numero è aumentato costantemente negli ultimi due decenni. Ora il conflitto, le sanzioni e la chiusura dei cieli porteranno a un crollo di arrivi, mettendo in ulteriore crisi un settore già fortemente indebolito da due anni di pandemia

In Italia il turismo russo è considerato uno di quelli con la maggior capacità di spesa oltre che al top per numero di presenze. Ora questa grande fetta di mercato rischia il collasso per via delle sanzioni imposte dall'Occidente a Mosca dopo l'invasione dell’Ucraina. Ecco cosa può succedere
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Il turismo russo in Italia è un fenomeno iniziato dalla metà degli anni Ottanta. Già nel 1991, rispetto ai cinque anni precedenti, quadruplicarono gli arrivi da quella che era all'epoca ancora l’Unione Sovietica, arrivando a un milione di presenze. L’incremento è stato costante negli anni al punto che l'Enit, l'Ente nazionale per il Turismo, nel 1995 decise di aprire un ufficio direttamente a Mosca, per favorire e accompagnare il flusso crescente di turisti russi verso il nostro Paese
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Dell'Italia, i russi amano l'arte, l'ambiente, la moda, lo stile, il cibo, i vini, veri e propri "ambasciatori" che nel tempo hanno contribuito a forgiare quell'immagine di Paese che attrae più di tutti anche i turisti e i visitatori dell’est
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Il vero salto di qualità del turismo russo in Italia lo si è avuto a partire dal 2003, quando Vladimir Putin alla fine di agosto è stato ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui nel 2002 avevano già potuto trascorrere qualche giorno in riva al mare le sue due figlie adolescenti: Maria e Iekaterina
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Dal 2003, l'Italia si è spesa molto per facilitare gli ingressi dei russi nel Belpaese, a partire dalla semplificazione delle procedure burocratiche, a partire dal rilascio dei visti non affatto scontato anche per coloro che già all'epoca erano considerati dall'Enit potenzialmente "il più grande serbatoio di utenti europei mai visto”
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A partire dal 2009 e fino al 2014 i pernottamenti di turisti russi in Italia sono passati da poco meno di 3 milioni e 600mila a quasi 8 milioni, mentre la spesa è salita da 623 milioni a 1 miliardo e 328 milioni di euro, grazie anche alla capacità di offrire pacchetti differenziati per tutte le tasche: dal turismo deluxe alla formula del "tutto compreso"
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Il turismo russo è fatto soprattutto di "big spender”. Non solo oligarchi e magnati, ma persone con un certo reddito e tenore di vita. Nel 2014 un'indagine sul turismo internazionale dell'Italia, realizzata dalla Banca d'Italia, stabilì che i russi sono un segmento molto ricco con una capacità di spesa giornaliera che nel solo 2013 è stata di 170 euro, superiore del 65% a quella degli altri turisti stranieri che sono soliti soggiornare in Italia
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Contrariamente a quel che potrebbe accadere oggi, la prima crisi ucraina del 2014 non è riuscita a invertire la tendenza e a frenare il flusso dei turisti russi verso l’Italia. Nonostante la contrapposizione tra Russia e Occidente, la svalutazione del rublo e il rallentamento economico, il turismo russo verso l'Italia all'epoca ha tenuto con una certa efficacia ed è persino cresciuto del 3% rispetto al 2013
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Nel marzo del 2015 è stato lo stesso Putin ad annunciare da Mosca, nel corso delle dichiarazioni finali con l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, al termine dell'incontro al Cremlino, che circa 900mila cittadini russi hanno visitato l'Italia lasciando nel nostro Paese un miliardo di dollari mentre "i nostri investimenti in Italia sono del valore di 2-3 miliardi di euro" a fronte di "oltre 400 aziende italiane in Russia, ciò che rappresenta oltre un miliardo di scambi commerciali"

Nel 2016 l'Enit, citando stime della Banca d'Italia, fa sapere che i visitatori russi in Italia sono stati il 5,3% in più rispetto al 2015. E lo stesso Ente nazionale per il Turismo nel 2019 ha annunciato che i russi amano l'Italia più della Spagna, che è stata sorpassata per numero di viaggi

Ora tutto questo flusso di presenze e denaro rischia di essere messo in mora dal conflitto Mosca-Kiev, dalla chiusura dei cieli che dal 27 febbraio inibisce agli aerei sovietici di fare scalo anche in Italia. Questo provocherà un sicuro stop agli arrivi mettendo in ulteriore seria crisi il settore turistico, già fortemente indebolito da due anni di pandemia da Covid-19, mentre anche in Russia, a causa delle sanzioni europee, la crisi economica comincia a farsi sentire ed essere più stringente