
Sanzioni alla Russia, allarme delle agenzie di rating: Mosca verso il default. L’analisi
Jp Morgan stima un calo del Pil russo del 7%, Bloomberg del 9%. Secondo gli analisti si va verso una “profonda recessione”, che rischia di peggiorare: Stati Uniti e Ue chiedono al Fondo monetario internazionale di congelare i diritti di prelievo speciale russi. Per la Banca Mondiale le conseguenze colpiranno tutto il mondo, in particolare le economie emergenti. Moody's taglia rating debito a Ca

Le sanzioni finanziarie internazionali spingono la Russia verso il default, ma il problema non riguarda soltanto Mosca. È la Banca Mondiale a lanciare l’allarme: il tracollo russo è una potenziale “catastrofe” per l’economia mondiale
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VERSO IL DEFAULT – Il collasso economico che si profila all’orizzonte per la Russia, scrive la multinazionale di servizi finanziari Jp Morgan in un report agli investitori, potrebbe superare per gravità il default del debito del 1998: il crollo del Pil per il 2022 è stimato intorno al 7%. Sarà anche peggio secondo gli economisti di Bloomberg, che scommettono su una decrescita di circa il 9%
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“La profonda recessione” verso cui è diretta la Russia, si legge nel report di Jp Morgan, è causata dal fatto che le sanzioni dei Paesi occidentali vanno a minacciare “la fortezza delle riserve in valuta estera della Banca Centrale e il surplus corrente”
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Un campanello d’allarme in questo senso arriva dai contratti credit-default swap (cds) sul debito russo in dollari, uno degli strumenti di copertura più comuni per trasferire il rischio di credito. Lo scorso 4 marzo i contratti di questo tipo, a cinque anni, sono volati a 1.584, valore che porta la probabilità di una dichiarazione d’insolvenza russa al 67%
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Male gli istituti di credito privati. Sberbank, una delle più grandi banche russe nel mirino delle sanzioni, ha visto i suoi contratti cds arrivare a 2.400
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L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha intanto portato il suo giudizio sull’affidabilità di Mosca come debitore al bassissimo CCC-, spiegando che le sanzioni occidentali "aumenteranno in modo sostanziale il rischio di default”. La scelta di Mosca di bloccare a sua volta i flussi finanziari verso l'estero rischia d'impedire, dice Standard & Poor’s, il rimborso e il pagamento degli interessi dei bond russi agli investitori esteri
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L'agenzia Moody's ha tagliato il rating sul debito sovrano della Russia da B3 a Ca, giudizio che indica un titolo "altamente speculativo e probabile, a breve termine, di finire in default" seppure con qualche possibilità di recupero di capitale e interessi. In una nota si legge che l'outlook è negativo

La situazione rischia di peggiorare ancora, perché Stati Uniti e Unione europea stanno spingendo sui partner del Fondo monetario internazionale per bloccare il ricorso della Russia ai diritti speciali di prelievo (dsp), speciale valuta introdotta nel 1969 dal Fondo per regolare le sue transazioni con i Paesi membri
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Il loro valore, spiega Il Sole 24 Ore, corrisponde a una media pesata derivata dalle quotazioni di dollaro, yen, euro, sterlina e renmimbi cinese. I dsp vengono dati agli Stati membri sulla base delle loro quote di partecipazione al capitale del Fondo. Di fatto, impedendo il prelievo dei dsp alla Russia, sono 17 i miliardi di euro che si vanno a congelare

Secondo il Fmi, le conseguenze economiche della guerra in Ucraina "sono già molto gravi, nonostante la situazione rimanga molto fluida e le prospettive siano soggette a una straordinaria incertezza". La previsione è che avranno un grave impatto sull'economia globale poiché crescono i prezzi dell'energia e delle materie prime, aumentando le pressioni inflazionistiche dovute alle interruzioni della catena di approvvigionamento e alla pandemia di Covid-19. "Se il conflitto dovesse degenerare - avverte - il danno economico sarebbe tanto più devastante"

L’IMPATTO SULL’OCCIDENTE – Il presidente della Banca mondiale David Malpass (in foto) spiega che la guerra in Ucraina è una “catastrofe” che taglierà la crescita economica globale. E infatti, mentre la Borsa di Mosca resta chiusa per evitate il tracollo, le piazze europee continuano ad andare a picco. Piazza Affari, venerdì 5 marzo, ha chiuso a -6,24%

Moody's prevede che i rincari di cereali, metalli, petrolio - con il gas salito che lo scorso 4 marzo è salita per la prima volta oltre i 200 dollari al megawattora - si sommeranno all'impennata già in atto dell'inflazione

Il rischio è che si inneschi un aumento dei tassi d'interesse che si ripercuoterebbe con più forza sulle economie emergenti più indebitate in dollari