Sciopero 17 novembre, cos’è la precettazione e quali sono le tempistiche
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Il ministro dei Trasporti Salvini ha obbligato i lavoratori che intendevano scioperare a dimezzare l’agitazione, con la replica stizzita dei sindacati. Il provvedimento in questione, che può essere preso dal presidente del Consiglio o da uno dei ministri, può essere adottato 48 ore prima dell'inizio dell'astensione collettiva e può portare a sanzioni per coloro che non lo rispettano, che a loro volta possono fare ricorso davanti a un giudice
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- Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per venerdì 17 novembre 2023 continua ad agitare gli animi: da una parte Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, ha firmato il provvedimento per limitare dalle 9 alle 13 lo "stop" per il settore trasporti; dall'altra i due sindacati hanno accettato la riduzione da 8 a 4 ore ma hanno parlato di "un provvedimento grave"
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- “La precettazione dello sciopero per il settore dei trasporti firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini è un atto grave, di assoluta gravità. Una limitazione del diritto di sciopero. Non è mai successo prima”, ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini
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- La precettazione è un provvedimento amministrativo con cui si può limitare lo sciopero, diritto riconosciuto dall'articolo 40 della Costituzione. L'articolo della Carta dice che "il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano". La possibilità di emettere un'ordinanza di precettazione è prevista dalla legge numero 146 del 1990, che prevede la necessità di coniugare il diritto di sciopero con i diritti di godimento della persona
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- Secondo quanto disciplinato dalla legge 146 del 1990, e successivamente modificata nel 2000, l'ordinanza di precettazione viene adottata 48 ore prima dell'inizio dell'astensione collettiva, salvo il caso in cui sia ancora in corso il tentativo di conciliazione o sopravvengano ragioni di urgenza
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- Ad adottarla è il presidente del Consiglio o, in caso di rilevanza nazionale, un ministro da lui incaricato su richiesta della Commissione di garanzia, preceduta da un invito alle parti a desistere dai comportamenti che determinano la situazione di pericolo, nonché da un tentativo di conciliazione. L'ordinanza deve prevedere, come spiega ancora la legge, il differimento dell'astensione o la riduzione della sua durata e l'imposizione di livelli minimi di funzionamento del servizio compatibili col godimento dei diritti della persona
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- La legge limita il diritto di astensione dal lavoro, nel caso in cui “sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”, ma non esiste “un divieto puro e semplice di scioperare”
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- L'articolo 10 riconosce ai soggetti che promuovono lo sciopero, alle amministrazioni, alle imprese e ai singoli prestatori di lavoro destinatari del provvedimento la possibilità di promuovere ricorso contro l'ordinanza. Un'iniziativa che eventualmente va messa in pratica nel termine di sette giorni dalla sua comunicazione
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- Cosa rischia chi non rispetta la precettazione? I lavoratori che scioperano senza rispettare i termini previsti dalla legge vanno incontro a una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 500 euro a un massimo di mille euro per ogni giorno di mancata ottemperanza, da stabilire tenendo conto della gravità dell'infrazione e delle condizioni economiche dell'agente
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- Secondo la legge, in caso di mancata ottemperanza da parte dei sindacati all'ordinanza di precettazione, questi sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.500 a 50 mila euro per ogni giorno di mancata ottemperanza
- Per i preposti al settore nell'ambito delle amministrazioni, degli enti o delle imprese erogatrici di servizi è prevista la sanzione amministrativa della sospensione dall'incarico per un periodo non inferiore a 30 giorni e comunque non superiore a un anno
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- Andando indietro nel tempo, sono stati diversi gli esempi di precettazione di scioperi. Come quello del maggio 2000, quando Bersani aveva precettato i ferrovieri, o come quello del settembre 2005, quando il ministro Lunardi precettò gli scioperi del personale dell'Alitalia. Nel dicembre del 2007, invece, fu Bianchi a precettare lo sciopero degli autotrasportatori, mentre nel 2008 Matteoli precettò quello dei ferrovieri