Campania, carenza di medici nei Pronto Soccorso ma il bando va quasi deserto: perché?
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Ipa e SkyTG24
Il concorso per assumere 363 nuovi medici destinati ai Pronto Soccorso di Napoli e di altre città campane ha individuato solo 62 candidati idonei: le ragioni sono legate all’estensione territoriale delle Asl in questione ma soprattutto al clima che si respira in tutti gli ospedali italiani, dove sono aumentate le aggressioni e in particolare quelle fisiche. Di questo si è parlato nella puntata del 3 maggio di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24
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- La sanità pubblica italiana è sempre più in crisi. Ai problemi della mancanza di fondi e delle strutture sempre più obsolete adesso si aggiungono i concorsi che rischiano di andare deserti, come testimonia il flop del bando riservato ai medici dei Pronto Soccorso della Campania. Di questo si è parlato nella puntata del 3 maggio di Numeri, approfondimento di Sky TG24
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- La carenza di medici è un problema che riguarda il presente della Campania ma soprattutto il futuro: come certifica l’Anaao-Assomed, se nel 2024 sono 400 i medici di Pronto Soccorso mancanti, nel 2027 saranno già il doppio, 800
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- Questo problema non riguarda solo una regione, ma tutta l’Italia: nel 2027 nel Paese saranno 4.200 i medici di Pronto Soccorso mancanti, di cui 800 i già citati mancanti in Campania
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- La regione Campania aveva indetto un concorso unico regionale per assumere medici di Pronto Soccorso, ma su 363 posti solo 62 candidati sono risultati idonei. Numeri molto lontani da quelli sperati per risolvere il problema della carenza di organico
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- Perché c’è stata una così scarsa affluenza? La denuncia di Assomed prende in causa i carichi stressanti di lavoro ma anche l’estensione territoriale: tutte le sedi vacanti sono state infatti raggruppate in un unico concorsone. Le sedi che necessitano più medici e infermieri sono Asl di Salerno (84), Napoli 1 Centro (60), Napoli 3 Sud (45) e Caserta (41)
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- Un’altra ragione è legata alle aggressioni sempre più frequenti ai danni dei medici che lavorano negli ospedali e nei Pronto Soccorso. Dopo la pandemia il fenomeno sembra essere in netta risalita
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- Secondo il sondaggio di Assomed, queste aggressioni sono soprattutto verbali (77%), ma possono anche essere fisiche (23%)
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- Secondo il ministero della Salute, gli autori sono per il 69% i pazienti e per il 28% i familiari di persone in cura. Gli altri sono solo il 3%