Sanità, arrivano le cartelle cliniche elettroniche condivise in Ue: come funzionano
Via libera del Parlamento di Strasburgo all’istituzione dello Spazio europeo dei dati sanitari: sarà possibile accedere alle proprie informazioni anche da uno Stato membro diverso da quello in cui si vive. In caso di trasferimento, i dati posso essere trasmessi in modo sicuro agli operatori sanitari del Paese di destinazione. I pazienti dovranno inoltre essere informati ogni volta che si accede alla loro documentazione
- Saranno realtà le cartelle cliniche elettroniche condivise a livello europeo: il Parlamento di Strasburgo i giorni scorsi ha approvato in via definitiva l'accordo interistituzionale per l’istituzione dello Spazio europeo dei dati sanitari
- Un progetto che consentirà di accedere ai propri dati sanitari in formato elettronico anche da uno Stato membro europeo diverso da quello in cui si vive e permetterà agli operatori sanitari di consultare i fascicoli dei pazienti con il loro consenso anche da altri Paesi dell'Ue
- Queste cartelle cliniche elettroniche includerebbero resoconti sui pazienti, prescrizioni elettroniche, immagini mediche e risultati di laboratorio. Il regolamento Ue consentirà inoltre di trasmettere i dati in modo sicuro agli operatori sanitari di altri Paesi europei con la piattaforma MyHealth@EU, ad esempio quando i cittadini si trasferiscono in un altro Stato
- Saranno previste forti tutele della privacy che regolano come e per quale scopo le informazioni sensibili sono condivise. I dati, anonimi, potranno essere trattati a fini di interesse pubblico, comprese la ricerca, le statistiche e l'elaborazione delle politiche (il cosiddetto uso secondario)
- Potrebbero, ad esempio, essere utilizzati per trovare trattamenti per le malattie rare, laddove attualmente i piccoli set di dati e la frammentazione impediscono progressi nei trattamenti. L'uso secondario non sarà consentito invece per scopi commerciali, tra cui la pubblicità, la valutazione delle richieste di assicurazione o delle condizioni di prestito o l'assunzione di decisioni sul mercato del lavoro
- I pazienti potranno rifiutare l'accesso ai propri dati sanitari da parte dei professionisti (salvo nei casi in cui ciò sia necessario per proteggere gli interessi vitali dell'interessato o di un'altra persona) o a fini di ricerca, ad eccezione di determinati scopi di interesse pubblico, politici o statistici. I pazienti dovranno inoltre essere informati ogni volta che si accede ai loro dati e avranno il diritto di richiedere la correzione di quelli errati
- "Con lo spazio dei dati sanitari - spiega Tomislav Sokol, correlatore della Commissione per l'ambiente - possiamo sfruttare i dati in nostro possesso in modo sicuro e protetto, dando un grande impulso alla ricerca vitale su nuovi trattamenti"
- "Inoltre, si eviteranno le lacune nelle cure assicurando che gli operatori sanitari possano accedere alle cartelle cliniche dei loro pazienti oltre i confini nazionali - aggiunge Sokol - Allo stesso tempo, la possibilità di opporsi garantirà che i pazienti abbiano voce in capitolo e che il sistema sia affidabile. Si tratta di un importante passo avanti per l'assistenza sanitaria digitale nell'Ue"
- Secondo Annalisa Tardino, correlatrice della Commissione per le libertà civili, "lo Spazio dei dati sanitari migliorerà l'accesso di tutti all'assistenza sanitaria. I medici potranno essere autorizzati ad accedere alle cartelle cliniche e ai risultati di laboratorio dei loro pazienti in altre regioni o addirittura in altri Stati membri dell'Ue, risparmiando denaro e risorse e fornendo cure migliori. Anche se avremmo preferito misure ancora più incisive, siamo riusciti a trovare una posizione che può essere accettata dalla maggioranza"
- I tempi non sono però immediati. L'accordo, provvisorio, deve infatti ancora essere formalmente approvato dal Consiglio europeo. Una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Ue, entrerà in vigore venti giorni dopo. Il regolamento si applicherà due anni dopo, con alcune eccezioni, tra cui l'uso primario e secondario delle categorie di dati, che si applicheranno 4 o 6 anni dopo, in base alla categoria