
La notte del 30 agosto un treno ha investito e ucciso 5 operai che stavano lavorando sui binari vicino alla stazione piemontese. Dall’ultimo video alle telefonate prima della tragedia, in cui non è mai stato dato il nulla osta per iniziare le operazioni di manutenzione. Ecco la ricostruzione cronologica di cosa è successo

30 agosto, stazione di Brandizzo. Alle ore 23.30 sette persone lavorano sui binari della linea regionale Milano-Torino. La squadra è di una ditta appaltatrice esterna di Rete ferroviaria italiana (Rfi). Ci sono 5 operai accompagnati da un capo cantiere della loro azienda, la Sigifer, e da un tecnico di Rfi
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ORE 23.30 - In quelle ore è previsto il passaggio di tre treni: uno di linea, uno di servizio (quello che ha travolto gli operai) e un terzo convoglio all’1.30. Stando alle registrazioni, alle 23.30, la sala operativa avrebbe fornito all'addetto Rfi a Brandizzo delle fasce orarie nel corso delle quali effettuare i lavori, in relazione ai previsti passaggi dei treni, ma nessun via libera ad avviare il cantiere. Il primo treno di linea transita alle 23.30 ed è possibile che sia stato erroneamente scambiato per il secondo
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IL VIDEO - Kevin Laganà, uno degli operai, posta un video sui social lungo quasi 7 minuti. Si sente una voce, non degli operai, che dice "Ragazzi se vi dico 'treno' andate da quella parte eh?”. Da quel che si ricava dalla visione del filmato erano stati informati che su quella linea era previsto il passaggio di convogli. "Uscite da quella parte perché i treni passano qua, dovrebbero passare gli ultimi treni”, si sente. Kevin chiede "questo è già interrotto?" (riferendosi evidentemente al binario) e la voce gli risponde "questo è interrotto"
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LE TELEFONATE - Il tecnico di Rfi, Antonio Massa, che fungeva da “scorta” al cantiere, dalle 23.30 ha comunicato con tre telefonate con la centrale del movimento di Chivasso. Chiede l’autorizzazione per lavorare sui binari. Ha in mano solo le ipotesi di finestre di lavoro, basate sugli orari previsti dei treni. Da Chivasso gli dicono “no, deve ancora passare un treno”. Per tre volte il nulla osta non gli viene concesso
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ORE 23.45 - Un video di una delle telecamere di sorveglianza mostra un convoglio sfrecciare. Poco dopo il treno travolge e uccide cinque operai. Il convoglio viaggiava a 160 chilometri all'ora e gli operai stavano eseguendo dei lavori di sostituzione di alcuni metri di binari vicino alla stazione, quando è passato il convoglio tecnico, trasportando una dozzina di vagoni da Alessandria verso Torino
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ORE 23.49 - Il treno prosegue la sua corsa trascinando i corpi dei cinque operai per 500 metri, poi riesce a frenare e fermarsi. Il video di sorveglianza permette di cogliere dapprima il fischio del treno (il segnale d'arrivo) e poi, dopo il passaggio davanti all'obiettivo, lo stridio della lunga frenata, che dura una trentina di secondi

L’ULTIMA CHIAMATA - L’ultima telefonata tra Massa e la dirigente movimento di Chivasso ha registrato la strage. È l'addetto Rfi a richiamare. Gli operai erano già sui binari, benché non ci fosse alcun via libera dalla centrale. Nella telefonata, prima che la linea cada, si sente sopraggiungere il convoglio. Quando Massa, pochi secondi dopo, riesce a ricontattare Chivasso, la tragedia si è già compiuta: "Sono tutti morti" si sente in una chiamata

ORE 23.51 - I due macchinisti del convoglio scendono in stato di choc e urlano. Non erano stati avvisati della presenza degli operai al lavoro sui binari

ORE 00.05 DEL 31 AGOSTO - Sul luogo dell’incidente arrivano carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze del 118

GLI OPERAI MORTI - I primi rilievi e le ricostruzioni permettono di identificare le cinque vittime: Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Saverio Lombardo e Giuseppe Aversa. Erano tutti dipendenti della Sigifer, impresa leader nel settore di costruzione e manutenzione degli impianti ferroviari
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IL FASCICOLO - Il 31 agosto la procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Nel registro degli indagati vengono iscritti due nomi. Il primo è Antonio Massa, addetto di Rfi al cantiere. Il secondo indagato è Andrea Girardin Gibin, capocantiere della Sigifer e collega delle vittime. In varia misura i due avrebbero dovuto impedire agli operai di scendere sui binari in mancanza di un foglio col nulla osta
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