
Annegamenti in laghi e fiumi, tra le cause acque fredde e sbalzi di temperatura
I laghi hanno una temperatura inferiore rispetto ai mari – c’è una differenza di circa 10 gradi – e sono perciò molto pericolosi per chi rimane esposto al sole a lungo. Inoltre, nelle acque dolci si galleggia molto meno. Attenzione anche ai mulinelli e alle correnti

Da quando è iniziata questa estate si sono verificati diversi casi di annegamenti nei laghi e nei fiumi: fra le ultime persone coinvolte ci sono una bambina di 11 anni morta nel lago di Como e un ragazzo di 20 anni trovato morto nel lago di Bolsena dopo un tuffo da un pedalò
Mandello del Lario, ritrovato il corpo della bambina di 11 anni dispersa nel lago di Como
Da maggio ad oggi nelle acque italiane si contano oltre 20 decessi per annegamento, 8 di bambini. Ogni anno nel nostro Paese sono circa 400 le persone che muoiono annegate, il 10% in laghi e fiumi. I numeri arrivano dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), che ricorda come nel mondo i decessi per annegamento siano 2,5 milioni nell'ultimo decennio (comprendendo anche le morti in mare)
Bergamo, si tuffa e non riemerge: bagnante 37enne annega nel Serio
Spesso si tende infatti a sottovalutare i rischi delle acque lacustri, sbagliando. Le difficoltà invece ci sono, e vanno tenute a mente. Prima di tutto, l’acqua dolce ha una densità minore rispetto a quella salata: quando ci si immerge, la parte del corpo che esce fuori dal pelo dell'acqua è tendenzialmente minore e quindi si fa più fatica per nuotare e stare a galla
Si tuffa nel fiume Ticino per fare il bagno, giovane annega nel Novarese
C’è poi l'aspetto meteorologico con i repentini mutamenti delle condizioni atmosferiche: i laghi medio-grandi come Bolsena nel Lazio, il Trasimeno in Umbria o Garda, Maggiore e Como nel Nord sono esposti ad autentiche burrasche quando il vento soffia a più di 50 chilometri orari. Già con venti sui 30 km orari il lago diventa mosso o molto mosso e pericoloso per la balneazione
Lago di Bolsena, 20enne scomparso dopo tuffo: ritrovato il corpo
Occasionalmente si possono formare persino trombe d'aria, sia pure con minore frequenza rispetto al mare. Anche in assenza di fenomeni estremi, c'è il pericolo delle correnti lacustri che formano onde, gorghi e mulinelli. I laghi sono soggetti alle cosiddette sesse, gli spostamenti periodici dell'acqua da una parte all'altra del bacino che creano dislivelli tra le coste. Si tratta di vortici che spesso arrivano inaspettati e sono perciò molto pericolosi

Un'altra insidia è rappresentata dai mulinelli prodotti dagli emissari e immissari, anche sotterranei, del lago: se si viene risucchiati, spiegano gli esperti, ci sono due modi per provare a uscirne anziché sprecare energie per provare a resistere alla corrente. Uno è di restare in posizione verticale, pedalare verso il fondo, per poi ritirare le gambe con una simultanea azione delle braccia

In questo modo s'imprime al corpo un movimento rotatorio su se stesso uguale a quello del mulinello. L'altro, più complicato, è di prendere aria e di scendere giù con la testa verso il centro del mulinello dove la velocità di rotazione è prossima a zero e poi nuotare lateralmente per uscire dal vortice. C’è poi il rischio di restare impigliati nelle piante acquatiche che spesso affiorano vicino alla superficie con il pericolo di farsi prendere dal panico

Secondo Fulvio Ferrara, esperto dell'Osservatorio nazionale annegamenti, fra le cause degli annegamenti in laghi e fiumi, "la principale è la bassa temperatura dell’acqua: fino a 10 gradi centigradi in meno rispetto a quella del mare”. Attenzione perciò a buttarsi dopo una lunga esposizione al sole

"I malori per choc termico - spiega il ricercatore dell'Istituto superiore di sanità - sono frequenti e spesso mortali. Inevitabilmente lo sbalzo di temperatura provoca una perdita di coscienza per mancanza di sangue che arriva al cervello. Quindi la persona sviene e inala acqua”

“Va detto che vengono eseguiti 70mila interventi di salvataggio all’anno e che i morti per annegamento sono in calo, seppure ancora in numero considerevole”. Per questo motivo, prosegue Ferrara, occorre puntare sulla prevenzione, “cercando di portare i bambini ad avere confidenza con l’acqua il prima possibile”
Incidenti in mare e piscina, il vademecum di Iss e Oms per prevenire gli annegamenti