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Vent'anni dal G8 di Genova: via Tolemaide, dove tutto iniziò. VIDEO

Cronaca

Paolo Fratter

Il racconto di quei giorni drammatici, attraverso i suoi luoghi simbolo: da via Tolemaide partì la carica delle forze dell'ordine ai danni del corteo pacifico delle "tute bianche", l'unico autorizzato dalla questura. "Da lì tutto è iniziato", ci ha detto Gianluca Prestigiacomo, ex agente della Digos, oggi nelle librerie con un libro dedicato a quegli eventi

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Pomeriggio del 20 luglio, è circa mezzogiorno quando il cosiddetto 'blocco nero', formato da centinaia di autonomi e giovani anarco-insurrezionalisti provenienti da tutta Europa, comincia a creare i primi disordini. Proprio in quegli istanti, l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riceve i Grandi della Terra, chiamati a decidere le sorti del mondo a Palazzo Ducale, la sede ufficiale del vertice, attorno a cui è stata creata la cosiddetta 'zona rossa', inaccessibile ai non addetti ai lavori (G8, LO SPECIALE - IL LONGFORM).

I primi scontri

Tutto parte da piazza Paolo Da Novi, una delle zone più a ridosso dell'area interdetta, dove è stata organizzata dai Cobas una manifestazione statica, una "piazza tematica". È lì che i black bloc cominciano a organizzarsi, ed è lì che cominciano i primi scontri con le forze dell'ordine, con cariche e lacrimogeni, in risposta al lancio ripetuto di pietre e molotov. Le tute nere, armate di spranghe e bastoni, con la tattica del "mordi e fuggi", già sperimentata in Germania nei primi anni '80 e affinatasi nel corso degli anni, mettono a ferro e fuoco la città, distruggendo e vandalizzando soprattutto le sedi delle banche, ma anche tanti negozi riconducibili alla galassia delle multinazionali. Prima si spostano verso corso Torino, poi in piazza Tommaseo, infine nell'area a ridosso del carcere di Marassi.

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La carica delle forze dell'ordine al corteo autorizzato

In quella giornata così tesa e confusa, non sono loro però a subire la carica delle forze dell'ordine, ma l'unico corteo autorizzato dalla questura a sfilare, ovvero quello delle cosiddette "tute bianche", un movimento della sinistra extraparlamentare (diventato poi "Disobbedienti"), cui partecipano anche i militanti del "Genova Social Forum", considerato il fronte moderato del movimento no-global. Un corteo del tutto pacifico che viene spezzato in due da un carica che nessun responsabile delle forze dell'ordine ammetterà mai di aver ordinato, per cause che non sono state mai accertate: quelle persone non arriveranno mai a piazza delle Americhe, dove ci sarebbe dovuta essere una violazione simbolica della zona rossa da parte di Luca Casarini, uno dei portavoce del movimento, ma saranno costrette ad arrestarsi in via Tolemaide, diventata poi uno dei luoghi simbolo del disastro del G8 di Genova. Quella carica genera il caos ed esaspera una violenza che raggiunge il suo culmine in piazza Alimonda, con la morte di Carlo Giuliani (LE PAROLE CHIAVE DI QUEL G8).

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"Lì cominciò la tragedia"

"Proprio da quell'incrocio ebbe inizio la tragedia", ci dice Gianluca Prestigiacomo, allora agente della Digos inviato a Genova e oggi scrittore appena uscito nelle librerie con "G8 Genova 2001. Storia di un disastro annunciato", un libro dedicato a quei giorni drammatici. "Quella carica cambiò la prospettiva, stravolse gli accordi, destabilizzò l'ordine pubblico, contribuì a confondere violenza e dissenso e insinuare il dubbio sulla genuinità della contestazione". L'abbiamo intervistato, nel ventesimo anniversario del vertice del G8. La sua prospettiva offre nuovi spunti per capire cosa accadde in quelle ore drammatiche. Una testimonianza preziosa che ci aiuta a capire cosa rimane oggi di quell'esperienza così dolorosa.

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