Coronavirus, ricerca cinese: i viaggi motore delle epidemie
I viaggi, molto più intensi di prima, sono uno dei motori della diffusione delle epidemie e rappresentano una minaccia per le strategie di controllo e prevenzione: lo indicano i dati pubblicati sul SIAM Journal of Applied Mathematics dall'università Normale di Shangai, relativi alla Sars del 2003, la pandemia di influenza del 2009 e quelli sull'attuale pandemia da Covid-19. Per capire se e come il bloccare i movimenti delle persone influisca sulla diffusione di una malattia, i ricercatori guidati da Daozhou Gao hanno usato un particolare modello matematico, con cui hanno suddiviso la popolazione in lotti, ognuno dei quali diviso in due sottogruppi, uno con le persone malate, e l'altro con quelle a rischio di rimanere contagiate. Gli spostamenti delle persone sono il collegamento tra i vari lotti, ognuno dei quali ha un certo rischio di infezione, rappresentato dal numero R0, cioè la quantità di persone che saranno contagiate da una positiva. Maggiore è il numero R0, maggiore sarà il rischio di infezione. Questo numero però misura solo il potenziale iniziale di trasmissione e raramente può prevedere la reale estensione dell'infezione. I ricercatori hanno visto che, sorprendentemente, un aumento nella quantità di persone che si muovono può ridurre l'R0, mentre aumenta ancora il totale delle infezioni. Senza diffusione tra i lotti, quello a maggior rischio avrà sempre una maggiore prevalenza della malattia. Gao ha poi voluto verificare se lo stesso accade anche quando la gente viaggia da e verso il lotto ad alto rischio. Si è così visto che la diffusione delle persone può ridurre le dimensioni dell'infezione nel lotto a rischio più alto quando esporta più infezioni di quelle che importa, ma ciò porta ovviamente ad un maggior numero di infezioni nel lotto a minor rischio.