Roma, cortei contro guerra e riarmo. Pd-M5s-Avs: stop cooperazione militare con Israele
CronacaIntroduzione
Roma scende in piazza per protestare contro la guerra e contro il riarmo europeo, chiamando tutta Italia con sé. Sono due le manifestazioni della giornata di oggi, 21 giugno, organizzate nell’ambito della settimana di mobilitazione europea in occasione del vertice Nato a L'Aja del 24 e 25 giugno.
La prima è promossa dalla campagna europea Stop ReArm Europe e organizzata tra gli altri da Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia. Al 17 giugno erano state annunciate 440 adesioni.
La seconda è promossa dal coordinamento “Disarmiamoli” (tra gli altri Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, USB, studentesse/i, No Tav) e si pone non solo contro la guerra e le politiche di riarmo, ma anche più concretamente contro la partecipazione alla Nato e all'aumento delle spese militari per la difesa. All’appello degli organizzatori hanno risposto 80 realtà.
Intanto, Pd, M5s e Avs hanno depositato "una mozione unitaria per chiedere la revoca del memorandum d'intesa con il governo israeliano nel settore militare e della difesa e la sospensione di qualsiasi forma di cooperazione militare con Israele"
Quello che devi sapere
Il corteo Stop ReArm Europe
La manifestazione 'Stop rearm europe - No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo' è partita alle 14 da Porta San Paolo (Piazzale Ostiense) e si conclude con un flash mob al Colosseo. È un ‘die in’: i partecipanti sono invitati a stendersi per terra con un sudario, accompagnati dalla registrazione dei bombardamenti su Gaza. Così si vuole “rendere visibile, con i nostri corpi, il genocidio ancora in atto del popolo palestinese e la morte e la devastazione che portano tutte le guerre", spiegano gli organizzatori.
Per approfondire: Manifestazione per Gaza, organizzatori: “300mila in piazza”. Schlein: Italia che non tace
"Lottiamo per fermare guerre e ingiustizie"
Più in generale, i promotori si definiscono "una marea di persone e organizzazioni che da sempre e ogni giorno lottano per disarmare il nostro Paese, l'Europa e il mondo, per fermare tutte le guerre e i conflitti, le occupazioni, le ingiustizie, lo sfruttamento, il patriarcato, la repressione, per la democrazia, il lavoro, i diritti, la giustizia sociale e climatica e la pace, ciascuno a suo modo, ciascuno con i suoi strumenti”. Parlano di “un momento troppo tragico e pericoloso” in cui “per impedire la guerra globale, abbiamo bisogno di unire le forze, mettere insieme ciò che ci unisce, riconoscerci gli uni con gli altri e lottare insieme".
Gli esponenti politici che saranno al corteo
Alcuni esponenti politici di minoranza hanno fatto sapere che parteciperanno al corteo. Tra questi il presidente del M5s Giuseppe Conte e i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Non c'è Elly Schlein per un impegno politico all'estero "in agenda da tempo", ma il Pd partecipa con "alcuni suoi esponenti". Assenti annunciate le forze centriste, che su questo tema non la pensano come il resto delle opposizioni.
Il corteo del coordinamento Disarmiamoli
Sempre alle 14, in Piazza Vittorio è iniziata la manifestazione del coordinamento Disarmiamoli, secondo cui si sta assistendo ormai alla “Terza guerra mondiale a pezzi” con “l’attacco diretto di Israele contro l’Iran, il genocidio a Gaza, l’investimento europeo nel conflitto ucraino, la guerra commerciale degli USA di Trump, la corsa folle al riarmo a cui assistiamo da mesi”. Accusano gli organizzatori “della seconda piazza” di tacere “sulla questione NATO”. Il motivo, dicono, “è lampante: si tratta di una piazza dell’area del centrosinistra che mira a fare assumere a tutto il centrosinistra e in particolare al PD, una posizione più “pulita” su questo tema e contraria al riarmo, visto che il PD si è diviso tra chi è a favore e chi contro al piano europeo”.
Disarmiamoli e la NATO
Sono sei i punti principali con cui Disarmiamoli argomenta la sua posizione contro la NATO:
- "No alla NATO e all’aumento della spesa militare a cui ci obbliga la partecipazione all’Alleanza, sì a diplomazia, negoziati, coinvolgimento dell’ONU;
- No al piano di riarmo europeo, alla formazione di un esercito comunitario e a ogni politica bellicista dell’UE, sì a spese sociali, in sanità, istruzione, transizione ecologica;
- No alla costruzione della fortezza Europa, al respingimento e alla morte di migranti, all’Inquisizione degli attivisti che salvano vite;
- No all’estrema destra, ai decreti sicurezza, ai software israeliani usati per spiare giornalisti, alla “guerra sporca” contro i movimenti sociali;
- Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni di Israele, rottura delle relazioni diplomatiche e militari con lo stato sionista;
- Sostegno alla Resistenza palestinese e ai popoli che subiscono le aggressioni imperialiste".
Per approfondire: Scontri a Roma durante la manifestazione contro il Decreto Sicurezza
La mozione di Pd-M5s-Avs
Intanto, a poche ore dalle manifestazioni, Pd, M5s e Avs hanno presentato una mozione per chiedere lo stop della cooperazione militare con Israele. "Le ostilità tra Israele e Iran hanno catalizzato la preoccupazione dell'opinione pubblica mondiale, distogliendo l'attenzione sui crimini contro l'umanità in corso a Gaza e sui piani israeliani di annessione coloniale della Cisgiordania. Non lasceremo che l'Italia venga macchiata dalla pavidità di Meloni e i suoi epigoni. Abbiamo depositato una mozione unitaria per chiedere la revoca del memorandum d'intesa con il governo israeliano nel settore militare e della difesa e la sospensione di qualsiasi forma di cooperazione militare con Israele", hanno annunciato Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein. "Avs, M5S e Pd hanno più volte sollecitato il governo Meloni - trincerato dietro silente complicità con le criminali politiche di Netanyahu - di promuovere in sede europea la richiesta di sanzioni contro il Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale. Davanti al massacro di decine di migliaia di civili, però, il Governo Meloni si è limitato a qualche parola di circostanza, evitando qualsiasi azione concreta che potesse puntare il dito contro Netanyahu. Noi non ci gireremo dall'altra parte, questo massacro non continuerà in nostro nome", hanno aggiunto i leader di Pd, M5s e Avs
Per approfondire: Gli aggiornamenti in diretta sulla situazione in Medio Oriente