
All'alba di oggi, l'India ha riaperto le porte del suo monumento simbolo. Non più di 5mila visitatori al giorno - un quarto del normale - distanziamento e mascherine indossate. La situazione dei contagi è tutt'altro che sotto controllo, ma il Paese non può permettersi un altro lockdown. LA FOTOGALLERY

In India, dopo sei mesi di chiusura, ha riaperto il Taj Mahal, il monumento simbolo del Paese

Il governo di New Delhi sta tentando di rilanciare l'economia nonostante la pandemia sia tutt'altro che sotto controllo

Con 1,3 miliardi di abitanti e alcune delle città più popolose del mondo, l'India ha registrato quasi 5 milioni e mezzo di casi, seconda solo agli Stati Uniti per numero di contagi

Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati altri 1.130 decessi che hanno portato il bilancio delle vittime al numero di 87.882 morti

La situazione è particolarmente critica considerando che l'India ha investito solo l'1 % del Pil nelle infrastrutture ospedaliere e mediche

E poi c’è l’economia: il Paese, quinta potenza globale con un Pil da 2,5 milioni di bilioni di euro, tra aprile e giugno ha subito un calo del 24 % del Pil

Per questo, dopo il rigoroso blocco che ha messo in ginocchio decine di milioni di persone già in condizioni precarie, il primo ministro Narendra Modi è riluttante ad attuare un secondo periodo di lockdown

Nelle ultime settimane, il governo ha allentato le restrizioni sui trasporti, nei mercati cittadini e nei ristoranti

In questi giorni stanno ripartendo le scuole, e all’alba di oggi hanno riaperto le porte del Taj Mahal, che mai erano rimaste serrate così a lungo

Il mausoleo di marmo bianco di Agra, a sud di New Delhi, è il sito turistico più popolare dell'India

In tempi normali attira sette milioni di visitatori all'anno

Le visite dovranno ora sottostare a rigide regole di distanziamento sociale e il numero giornaliero di visitatori sarà limitato a 5.000, un quarto del normale

I biglietti possono essere acquistati solo online e saranno obbligatori mascherina e controllo della temperatura

Il turismo è un settore fondamentale per l'India: nel 2018 ha contribuito per circa 240 miliardi di dollari, corrispondenti al 9,2% del prodotto interno lordo del Paese, impiegando oltre 42 milioni di persone, come illustrano i dati del World Travel and Tourism Council

Tuttavia, il turismo interno mostra segni d'incertezza, ed è improbabile che i turisti stranieri tornino prima di aprile, mese che solitamente segna la conclusione dell’alta stagione