
Coronavirus, crollano i prezzi degli hotel: città d’arte le più penalizzate. LA CLASSIFICA
La pandemia ha favorito la deflazione dei costi nelle strutture alberghiere delle principali località turistiche. Venezia, per esempio, ha fatto registrare un -22.2%, mentre a Firenze e Roma il ribasso è rispettivamente del 7,3 e 4,5%. Guida la classifica Trapani con un calo annuo del 29,8%, ossia quasi un terzo

Crollano i prezzi degli hotel a causa del Coronavirus: una deflazione che colpisce principalmente le città d’arte come Venezia o Firenze, ma non solo. A lanciare l’allarme è l'Unione nazionale consumatori, che ha elaborato i dati Istat di agosto stilando una graduatoria
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Al primo posto tra le città più colpite dalla deflazione degli hotel dovuta alla pandemia c’è Trapani, con un calo annuo del 29,8%, quasi un terzo
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Alle spalle di Trapani c’è Venezia, città turistica per eccellenza, con un -22,2%

Al terzo posto c’è Grosseto con un -14,8%
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Altra città toscana al quarto posto: Lucca, che fa registrare un -13,9%

Poi troviamo un’altra città che fa del turismo uno dei suoi punti di forza, ovvero Rimini: vede una deflazione pari al -10,3%

Tra le città più colpite anche Firenze, che registra un significativo -7,5%

Percentuale di deflazione simile anche per quanto riguarda Bologna con un -7,3%

Numeri negativi anche per Roma: gli alberghi della capitale hanno abbassato i propri prezzi mediamente del 4,5%

Una città che invece si è mantenuta stabile facendo segnare una deflazione di appena lo 0,1% è Bergamo
Non tutte le città hanno però abbassato i prezzi dei propri hotel: dall'altra parte della classifica, i rialzi annui più alti per Parma con un +11,4%

Alberghi più cari anche a Cosenza (11,1%)

A livello regionale, è la Toscana quella più colpita dalla deflazione con una flessione dei prezzi degli alberghi del 6,7%

Aumentano i prezzi, invece, nel Trentino Alto Adige, con il rialzo record del 5,3%

"Dove c’è stato un crollo della domanda gli albergatori hanno reagito come potevano e dovevano, ossia abbassando i prezzi, così da cercare di contenere le perdite", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori