Inchiesta stadio Roma, Raggi: "Non si torna al passato, nostra reazione è stata immediata"

Cronaca

Con un post su Facebook la sindaca della Capitale interviene per difendere la sua amministrazione dopo l’arresto di De Vito e il fascicolo aperto su Frongia: “Non lasciamo spazio ad ambiguità – aggiunge – ripristiniamo legalità in una città saccheggiata da 30 anni”

"Non si torna al passato". La sindaca di Roma Virginia Raggi interviene con un lungo post su Facebook per difendere la sua amministrazione dopo l'arresto per corruzione del presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito (CHI È) e dopo l'apertura di un fascicolo di indagine sull’assessore allo Sport Daniele Frongia (CHI È): entrambi sono indagati – in due filoni diversi - nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma (LE REAZIONI POLITICHE - LE INTERCETTAZIONI). "Il giorno in cui sono stata eletta" in Campidoglio, premette la sindaca, "sapevo che il vecchio sistema che insieme al M5S sto scardinando con ogni mia forza, avrebbe opposto ogni tipo di resistenza". "Io ho detto 'no' a quel sistema che però prova a ribellarsi in ogni modo. Prova ad infiltrarsi come succedeva in passato. Ma c'è una differenza: la mia reazione e quella del M5S è immediata e senza esitazioni", aggiunge la prima cittadina, che spiega: "Non lasciamo spazio ad ambiguità: dopo aver letto l'ordinanza, Luigi Di Maio ha espulso Marcello De Vito nel giro di poche ore. E io ho immediatamente avviato una indagine interna su tutti i dossier citati nell'inchiesta che riguarda De Vito. E questa è una risposta seria. Una risposta anche a qualche commentatore che dice: 'nulla è cambiato'”.

Raggi: “Rispondiamo con fermezza”

La sindaca prosegue attaccando i poteri che, a sua detta, si oppongono al cambiamento nella Capitale. "Affaristi, tangentisti, corrotti, palazzinari che da decenni hanno infettato i gangli vitali dell'amministrazione di Roma stanno provando ad adottare ogni metodo per tornare a 'fare affari' a modo loro – sottolinea Raggi -. A loro ho opposto le procedure di legge, i bandi di gara, i concorsi: tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione di un sindaco". Ora, continua la prima cittadina, “le cose sono cambiate. Noi rispondiamo con fermezza a chi prova a 'infettare' l'amministrazione con pratiche illegali. Magari questi stessi commentatori - che hanno giustamente stigmatizzato il sistema di 'Mafia Capitale', degli appalti pilotati e della corruzione - potrebbero contribuire a spiegare quanto sia lungo e complesso il percorso per il ripristino della legalità in una città dove per 30 anni nessuno si era accorto o faceva finta di non vedere il saccheggio dei 'capaci'. C'è chi si augura di tornare al passato. No. Non si torna al passato. Non glielo permetteremo", conclude il post.

Di Maio: “La giunta Raggi deve andare avanti”

"La giunta Raggi deve andare avanti", commenta il vicepremier Luigi Di Maio. "Frongia ci ha avvertito appena lo ha saputo - ha detto - gli avvocati ci dicono che si va verso l'archiviazione. Sono contento si sia sospeso sia dalla carica di assessore, sia dal Movimento 5 stelle". Sul presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito, Di Maio ha ricordato che "è stato cancellato per sempre dal Movimento". "Dalle intercettazioni - ha spiegato - ci sono evidenze. È stato un caso di corruzione in dieci anni. Lo abbiamo messo fuori dal Movimento. Possiamo andare a testa alta e continuare a gridare onestà nelle piazze". "Non vedo il caso Roma - ha ribadito - vedo il caso De Vito che non sta più nel Movimento trenta secondi dopo che l'abbiamo saputo. La giunta deve andare avanti, ha una missione difficilissima: mettere a posto la città di Roma".

L'inchiesta

L’indagine riguarda i presunti illeciti nell'iter di costruzione del nuovo stadio della Roma. Tra le persone coinvolte, spiccano i nomi, di Marcello De Vito, di Daniele Frongia, del costruttore Luca Parnasi, l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone, il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia Adriano Palozzi e l’ex assessore regionale del Pd Michele Civita. In base a quanto sostengono gli inquirenti, Parnasi avrebbe creato insieme ai suoi collaboratori un'associazione a delinquere "allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all'operatività del sodalizio". I reati ipotizzati sono a vario titolo associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito.

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