
Parental Control, cosa sono i sistemi di supervisione dei genitori e come funzionano
Esistono diversi tipi di parental control che si applicano a varie tipologie di strumenti tecnologici. Di fatto, sono filtri che consentono all’adulto di creare "white list" - l’insieme di contenuti che il minore può vedere - e "black list", che invece impediscono l’accesso a ciò che si ritiene inadatto

L’approvazione del decreto legge Caivano ha riportato l’attenzione sul sistema del parental control, cioè la supervisione dei genitori sui contenuti digitali fruiti dai figli. Ne ha parlato la ministra della Famiglia Eugenia Roccella: "Vogliamo che in prospettiva sia offerto gratuitamente in tutti i device, con un'icona immediatamente riconoscibile. Diamo tempo ai produttori di inserirla"
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Come spiega Save The Children, esistono diversi tipi di parental control (che può essere un software o un servizio) e si applicano a varie tipologie di strumenti tecnologici. È perciò più corretto parlare di "sistemi" di controllo genitori, che sono sempre più integrati all’interno dei sistemi operativi e dei browser che utilizziamo quotidianamente
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Questi "filtri famiglia" permettono ai genitori di monitorare o bloccare l’accesso a determinati siti o attività da parte dei figli per evitare l’esposizione dei bambini a contenuti considerati inadeguati, ma anche di impostare il tempo di utilizzo di computer, tv, smartphone e tablet (ad esempio impostando la durata e il numero giornaliero delle connessioni)
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Il "blocco" dei contenuti si ottiene tramite diverse modalità. Una di queste è l’attivazione di white list che definiscono i contenuti e gli ambienti a cui il proprio figlio/a può accedere
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Dall'altro lato c’è l’attivazione di black list, cioè un elenco di siti o parole chiave di ricerca a cui viene proibito l’accesso. La funzione di blocco può essere legata alle parole-chiave: si impedisce così l’accesso a contenuti pornografici o siti di scommesse. Rispetto alla white list, l’utilizzo di una black list concede maggiore libertà di scelta. È inoltre possibile ad esempio controllare l’attività dei figli attraverso la cronologia del browser

Per usare il sistema serve creare profili differenziati con cui eseguire accessi differenti: un account "adulti" (che sarà anche l’amministratore che decide le impostazioni di navigazione) e un account "figlio/a", in modo che quando si accede al dispositivo ciascuno potrà navigare nella modalità prestabilita, con esperienze differenziate

Se i propri figli usano uno smartphone, è possibile attivare i profili "kids" di alcune app o servizi. Uno dei più noti servizi è YouTube Kids

Al momento il parental control è molto utilizzato, in più modalità: dai motori di ricerca come Google fino ai social come Facebook, TikTok e simili. Ma ne dispongono anche videogiochi e tv

Su TikTok per esempio esiste la "modalità limitata" che, una volta attivata, restringe l'esposizione a contenuti non adatti a tutti. Anche i due principali sistemi operativi per dispositivi mobili, iOS di Apple e Android di Google, in fase di impostazione di un account per i minori spiegano nel dettaglio cosa un genitore o un tutore può fare

Google invita a installare a questo scopo Family Link, mentre Microsoft permette di sfruttare le funzionalità di Family Safety per mettere dei paletti all'utilizzo del sistema e dei contenuti, app comprese. Riguardo ai videogame, uno degli scenari in cui gli adolescenti si ritrovano immersi maggiormente, sempre Microsoft ha il sistema Xbox Family Settings per gestire il profilo di un gioco sulla console di un minore, decidendo gli orari di gioco ma anche le notifiche in arrivo da altri utenti

Alla stessa maniera Sony, sulla PlayStation 5, dà l'opportunità di impostare un filtro contenuti, che nasconde dalla lista dei videogame quelli vietati a certe fasce d'età. Infine i televisori, così come i servizi di streaming più famosi, integrano il controllo parentale, per evitare che i più piccoli accedano a contenuti per un pubblico maggiorenne
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