Juventus: cosa sono le plusvalenze e perché hanno portato alla penalizzazione di -15
SportDopo la sentenza che ha fatto retrocedere in classifica il club bianconero, si parla di plusvalenze (reali e fittizie) nel calcio, di scambi di giocatori e ci si interroga sul perché, fino ad ora, sia stata punità solo la società torinese. Ecco cosa sapere sul tema
Cosa sono le plusvalenze nel calcio? E perché, fino ad ora, è stata condannata solamente la Juventus, con la recente penalizzazione di 15 punti in classifica e l’inibizione di alcuni dirigenti bianconeri? Ecco cosa sapere.
La plusvalenza nel calcio
Innanzitutto, a livello tecnico, la plusvalenza in ambito calcistico è il guadagno che un club ottiene con la vendita di un calciatore, meno la quota di ammortamento del cartellino che era ancora a bilancio. Occorre considerare che per le società sportive il costo di un giocatore viene inserito a bilancio alla voce "diritti pluriennali alle prestazioni sportive". In una prima fase, tale costo corrisponde al prezzo d'acquisto del calciatore stesso, che però, in seguito, viene ammortizzato in un numero di esercizi pari agli anni relativi al suo contratto. Ne consegue che, il valore residuale messo a bilancio, si abbassa in maniera progressiva, ogni anno che passo, di una quota di ammortamento.
La differenza tra plusvalenze reali e fittizie
Nel momento in cui una società di calcio compra un calciatore, non esiste ad oggi una stima del suo valore come per altri beni e nemmeno un listino ufficiale di mercato. Il costo, sostanzialmente, lo concorda chi vende e chi compra. Fare plusvalenza, dunque, non costituisce alcun reato: un club vende un giocatore dopo averne aumentato il valore e incassa la differenza con soldi veri. Cambia tutto, però, nel caso delle plusvalenze fittizie, ovvero, operazioni costruire specificatamente con l’intento di aggiustare i bilanci senza muovere reali flussi di denaro. In particolare, come sottolinea Sky Sport, il problema può scaturire nel momento in cui la plusvalenza viene effettuata attraverso uno scambio di giocatori, specie se si tratta di uno scambio alla pari, anche definito a “specchio”. In questa particolare casistica, può essere un ostacolo la valutazione dei cartellini. Infatti, questa tipologia di plusvalenza genera un valore positivo per il bilancio ma implica, allo stesso modo, dei costi per i bilanci a venire dei club che, in sostanza, appesantisce la situazione societaria. In alcune circostanze quasi costringendo i club calcistici a concludere nuove plusvalenze per sistemare la situazione finanziaria attuale senza valutare ciò che succederà in futuro.
approfondimento
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I casi al centro delle indagini
Tra le plusvalenze che sono state esaminate ed hanno portato alla recente penalizzazione della Juventus, Sky Sport segnala quella del 2020, quando venne concluso lo scambio Arthur-Pjanic. Poi ancora, quella risalente all’anno prima tra Cancelo e Danilo. Del 2021 è invece l’affare che coinvolse il giovane Rovella, passato dal Genoa alla Juventus per 18 milioni, con la società rossoblù che ottenne invece Portanova e Petrelli, rispettivamente per 10 e 8 milioni. Movimento che permise a entrambe le società di iscrivere a bilancio una plusvalenza di 18 milioni. Nel mirino degli inquirenti è finita anche la trattativa che ha portato alla doppia cessione del turco Demiral e dell’argentino Romero, passato all'Atalanta per 16 milioni e poi venduto dal club orobico al Tottenham per 50 milioni.
Solo la Juventus penalizzata fin qui: perché?
Una domanda, soprattutto tra i tifosi bianconeri, serpeggia in queste ore. Perché fino ad ora solo la Juventus è stata penalizzata? Per capirlo appieno, bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro dieci giorni. Da queste, si potranno comprendere i motivi e le valutazioni specifiche che hanno indotto alla decurtazione dei punti in classifica. Secondo quanto riferisce il quotidiano “La Repubblica”, il quadro indiziario emerso dall'inchiesta "Prisma" di Torino, quella che ha messo sulla graticola proprio il club juventino, farebbe emergere un’ipotesi di “slealtà sportiva”. E che sia stato giudicato nello specifico l’utilizzo consapevole e reiterato delle plusvalenze da parte dei dirigenti della Vecchia Signora, molto più che i singoli episodi, per cui tra l’altro altri club italiani, sono stati fino ad oggi assolte.