
Addio Sinisa Mihajlovic: dalla guerra al calcio, dall’Inter al Bologna. FOTOSTORIA
Nato il 20 febbraio 1969 a Vukovar, l’ex calciatore e allenatore si è spento il 16 dicembre 2022. Nel 2019 aveva annunciato di essere malato di leucemia, per cui era stato sottoposto a trapianto di midollo osseo. Pochi mesi, prima di lasciare il Bologna, aveva fatto sapere che la malattia era tornata. Dagli esordi con le squadre serbe ai “sinistri terrificanti” che lo hanno portato alla ribalta in Italia: la sua storia

La Jugoslavia, l’esordio nelle squadre serbe, la carriera da calciatore e poi quella da allenatore. Personaggio controverso, con una lunghissima carriera iniziata negli anni ’80, Siniša Mihajlović si è spento oggi, 16 dicembre 2022, all’età di 53 anni. A marzo aveva annunciato che la leucemia che lo aveva colpito nel 2019, per cui si era già sottoposto a trapianto di midollo, era tornata. Dall’infanzia in Serbia alla panchina come tecnico del Bologna: ecco la sua storia
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Siniša Mihajlović nasce a Vukovar, il 20 febbraio 1969. Madre croata e padre serbo, cresce a Borovo. Vive, ancora giovane, le tensioni e il dramma della guerra in Jugoslavia. La carriera da calciatore inizia intorno ai suoi 20 anni, quando veste le maglie di squadre serbe, la Vojvodina e la Stella Rossa
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Gioca come difensore centrale, ruolo che mette in luce le sue grandi abilità tecniche. Dopo la vittoria della Coppa dei Campioni e della Coppa Intercontinentale con la Stella Rossa, si trasferisce in Italia. È il 1992 quando viene chiamato dalla Roma, dove si fa notare per i suoi “sinistri terrificanti”: c’è chi dice che sono riusciti a raggiungere i 160 chilometri orari
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Nel 1994 passa alla Sampdoria. Quattro stagioni dopo, nel 1998, è alla Lazio, ai tempi sotto lo svedese Sven-Göran Eriksson. È questo il periodo della sua consacrazione definitiva. Nel 1999 segna il primo gol dei biancocelesti in Champions League. La storia tra Mihajlović e la Lazio dura sei stagioni, in cui vince sette titoli: un campionato, due Supercoppe, una Supercoppa UEFA, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia
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Sono però anche gli anni in cui emerge un carattere difficile. Resteranno nella cronaca sportiva gli insulti razzisti a Patrick Vieira e gli otto giorni di squalifica per aver sputato e calpestato il giocatore del Chelsea Adrian Mutu. Nel 2004 Mihajlovic passa all’Inter, con cui vince due Coppe Italia e lo scudetto assegnato a tavolino per lo scandalo di Calciopoli. Nel 2006 appende le scarpe al chiodo
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Non abbandona però il calcio: dal campo passa alla panchina. La carriera da allenatore inizia sempre nel 2006, nell’Inter, da vice di Roberto Mancini. Due anni più tardi allena il Bologna, ma dopo pochi mesi è sollevato dall’incarico a causa di una serie di risultati poco soddisfacenti. Più fortunata l’esperienza con il Catania, dove arriva nel 2009. I siciliani insieme a Mihajlović battono sia l’Inter che la Juventus. Dopo le dimissioni, nel 2010, firma con la Fiorentina
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Esonerato dalla Viola per una brutta sconfitta contro il Chievo, nel 2012 è commissario tecnico per la Nazionale serba. Il contratto sarebbe dovuto andare avanti per quattro anni, ma la mancata qualificazione della squadra ai Mondiali 2014 porta Mihajlovic a tornare in Italia, in una squadra che ben conosce: la Sampdoria, che porta fino al settimo posto in classifica (2014/2015)
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Il Milan si accorge dei buoni risultati dei blucerchiati e chiama Mihajlovic. Il periodo con i rossoneri va bene (nel 2016 si vincono il derby e la finale di Coppa Italia) ma non benissimo: dopo cinque partite andate agli avversari, tra cui un ko contro la Juve, l’allenatore è esonerato. Passa al Torino, con cui nel 2016 conquista il record nell’era Cairo nel girone di andata. La sorte cambia però in fretta e , dopo la sconfitta contro la Juventus in Coppa, Mihajlović è di nuovo esonerato

Nel 2018, per nove giorni soltanto, l’allenatore serbo è con lo Sporting Lisbona. Nel gennaio 2019 prende in carico il Bologna, che esordisce vincendo contro l’Inter in trasferta e conclude il campionato al decimo posto. Nel luglio dello stesso anno, Mihajlović annuncia di essere malato di leucemia e di doversi sottoporre a cure immediate. Senza abbandonare il suo ruolo, nel mese di ottobre riceve il trapianto di midollo osseo

Nel 2020 racconta la malattia nel libro La partita della vita, nel 2021 diventa cittadino onorario di Bologna. Nel 2022, a settembre, dopo un inizio incerto di stagione, viene esonerato come allenatore. Pochi mesi prima, a marzo, rivela il ritorno della malattia

Dal 1995 è legato sentimentalmente alla showgirl Arianna Rapaccioni, che sposa nel 2005 e con cui ha cinque figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas. Mihajlović è padre anche di un altro figlio, nato nel 1993 da un’altra relazione, e dal 2021 è anche nonno di una bambina nata dalla relazione tra la figlia Virginia e il calciatore del Genoa Alessandro Vogliacco

Da giocatore, Mihajlović ha vinto tre campionati nell’ex Jugoslavia, dove con la Stella Rossa ha portato a casa anche una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. In Italia ha vinto tre Supercoppe (due con la Lazio e una con l’Inter); quattro Coppe Italia (due con la Lazio e due con l’Inter), tre campionati (due con la Lazio e uno con l’Inter), una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, entrambe con la Lazio