
Mihajlovic e la malattia, tutte le tappe: l’annuncio, il ritorno, le cure e l’esonero
Gli ultimi anni dell’allenatore serbo a cui era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, causa del suo decesso, sono stati segnati da conferenze stampa, ricoveri e tanto affetto da parte di tifosi e dei tanti sportivi, anche avversari, nel mondo del calcio. Al suo fianco l’ex calciatore di Lazio, Sampdoria e Inter ha sempre avuto la famiglia

Il mondo dello sport, e non solo, dice addio a Siniša Mihajlović. Il rapporto dell'ex calciatore e allenatore con la sua malattia, la leucemia mieloide acuta, inizia il 13 luglio 2019, pochi giorni dopo il rinnovo contrattuale come tecnico del Bologna, squadra che era tornato ad allenare dopo dieci anni di esperienze in giro per l’Italia e l’Europa
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L’ANNUNCIO – “Ho fatto alcuni esami dove si son scoperte alcune anomalie. Ho la leucemia. Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura: io da martedì andrò in ospedale e non vedo l’ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori che lotterò per vincere come ho insegnato loro a fare sul campo”, dichiarò Siniša in conferenza stampa. Nonostante non potesse svolgere regolarmente il suo ruolo in campo il ds del Bologna Sabatini lo confermò alla guida della prima squadra
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L’AFFETTO - L’annuncio genera grande commozione nel mondo dello sport. I tifosi e tanti sportivi ed ex calciatori, come ad esempio il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini, suo ex compagno di squadra, esprimono il proprio sostegno all’ex terzino di Lazio e Sampdoria. Anche i club nei quali ha militato non mancano di far sentire la propria vicinanza così come anche più avanti, nel corso delle fasi successive della malattia
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IL RITORNO A SORPRESA – Dopo soltanto 44 giorni da questo annuncio, in occasione dell’esordio in campionato dei felsinei in casa dell’Hellas Verona, Mihajlović decide di fare una visita a sorpresa alla squadra: con un’auto privata raggiunge il Bentegodi di Verona per sedersi in panchina, nonostante le condizioni precarie di salute
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LA VITTORIA DEDICATA – Dopo la vittoria in rimonta per 4-3 sul campo del Brescia il suo Bologna rivela come il peso di Mihajlović, anche a distanza, si sia fatto sentire. “È stato importante, credeva nella vittoria”, ha raccontato l’attaccante Rodrigo Palacio, autore del gol che ha iniziato la rimonta. Il giorno dopo i giocatori si recano al Sant’Orsola di Bologna in visita dal loro allenatore
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IL RIENTRO – Nel novembre 2019, il tecnico del Bologna convoca una conferenza stampa a Casteldebole, centro sportivo del club, insieme ai medici dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, che annunciano che il trapianto di midollo osseo è andato bene, anche se ancora non potrà frequentare posti affollati a causa del fragile sistema immunitario. “Ho avuto paura, e ce l'ho ancora: devo riprendere tutto gradualmente. So che più tempo passa più riprenderò le forze. Prendo diciannove pastiglie al giorno con l’obiettivo di uscire dall'ospedale”, dichiara Mihajlović
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LA FASE REMISSIVA – Il peggio sembra alle spalle, come racconta in un’intervista a Domenica In nel novembre 2020: “La malattia sembra essere giunta in una fase remissiva, faccio controlli ogni tre mesi, l’ultimo il 29 ottobre a un anno dal trapianto ed è stato perfetto”. Va anche a Sanremo, dove viene intervistato da Zlatan Ibrahimovic. "Una malattia perfida, per due, tre giorni ho subito il colpo, ho buttato fuori tutta l'energia negativa e dal primo momento ero convinto che avrei vinto contro questa malattia ed è stato così", racconta l’allenatore
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IL PERCORSO TERAPEUTICO – A marzo 2022 però il nuovo annuncio: “Per evitare che la leucemia possa ripresentarsi, mi è stato consigliato di intraprendere un percorso terapeutico. Sarò ricoverato al Sant’Orsola di Bologna ma questa volta sono più sereno, al contrario di due anni e mezzo fa, quando a stento sono riuscito a trattenere le lacrime. So cosa devo fare, la situazione è diversa e spero i tempi siano brevi. Farò di tutto per renderli ancora più veloci, ma dovrò sicuramente saltare alcune partite", dichiara Mihajlović

LA VITTORIA CONTRO L’INTER E LA DEDICA – La squadra riparte con Tanjga, storico vice dell’allenatore serbo, e ad aprile batte l’Inter, una partita che segna il destino tricolore dei nerazzurri. Il giorno dopo i giocatori felsinei sono al Sant’ Orsola a dedicare la vittoria al tecnico: cantano “Sinisa is on fire” sotto la finestra della stanza del loro allenatore. "Mi avete fatto questa c...o di sorpresa. Avevo promesso di non piangere. Mi avete fatto ringiovanire di dieci anni, vi voglio bene", dice Mihajlović

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA – In tutte le fasi la famiglia ha sempre protetto Siniša Mihajlović: durante la malattia la moglie Arianna e le figlie sono sempre state vicinissime all’allenatore serbo, difendendolo in tutte le circostanze, specie dall’odio degli hater che collegavano l’avvio zoppicante del Bologna allo stato di salute del suo allenatore

L’ESONERO – Dopo poche settimane l’allenatore rientra in panchina e conclude il campionato a metà classifica. Più incerto l'inizio del campionato 2022-2023: così la proprietà decide per l’esonero. Al suo posto subentra Thiago Motta

L’ULTIMA APPARIZIONE – L’ultimo evento pubblico di Mihajlović è stata la sorpresa fatta a inizio dicembre all’allenatore Zdenek Zeman, in una libreria a Roma dove il boemo presentava la sua autobiografia: “Prima di lui si giocava per non perdere, ha lasciato un segno indelebile nel calcio”, le ultime parole dell’allenatore serbo