La serie cult è arrivata al cartello “The End”. Tra sacrifici, rinascite simboliche e un’ultima, feroce condanna al cinismo umano, nella 6° puntata della 3° stagione — conclusione dell’opera — il futuro viene affidato a (spoiler) chi non può ancora parlare: una neonata. Come ha raccontato il creatore a Tudum, il finale vuole ispirare speranza. Ma prima che quella scintilla possa accendersi, i protagonisti attraversano l'inferno. Non c’è neanche da dirlo ma non si sa mai: questo articolo è pieno zeppo di spoiler
Squid Game, la serie televisiva dei record di Hwang Dong-hyuk, è arrivata al suo cartello “The End”. Con l’ultima puntata di Squid Game 3, il cerchio si chiude nel modo più inaspettato: tra sacrifici estremi, rinascite simboliche e un’ultima, feroce condanna al cinismo umano, nella sesta puntata della terza stagione — conclusione definitiva dell’opera — il futuro viene affidato a…
Scusate, un breve avvertimento, anche se dal titolo dell’articolo è piuttosto ovvia la cosa: questo articolo è pieno zeppo di spoiler, quindi se ancora non avete guardato tutta la terza stagione di Squid Game non proseguite con la lettura di quanto segue (o fatelo pure, ma a vostro rischio e pericolo).
Dopo questa premessa doverosa, torniamo a noi. Dicevamo, il futuro viene affidato a chi non può ancora parlare: una neonata. Come ha raccontato lo stesso creatore - il sopracitato Hwang Dong-hyuk - al sito web di Netflix Tudum, il finale vuole ispirare speranza. Ma prima che quella scintilla possa accendersi, i protagonisti devono attraversare un inferno.
Tutti gli episodi di Squid Game sono disponibili in streaming su Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).
Il vincitore è un neonato
Nel sesto episodio di Squid Game 3, nessuno dei giocatori originali riesce a uscire vivo. Tra le vittime figura anche il protagonista Gi-hun (Lee Jung-jae), che sceglie di morire pur di proteggere la figlia di Jun-hee (Jo Yuri), nata nel secondo episodio. Alla fine, a vincere il premio di 4.56 miliardi di won è proprio lei: Player 222, la bambina.
Il gioco finale, “Sky Squid Game”, è un’arena verticale composta da tre torri – una a forma di quadrato, una di triangolo e una di cerchio. Ogni round richiede di eliminare almeno un concorrente, ma solo se viene attivato un pulsante che rende valida la partita. Senza quel gesto, i decessi non vengono conteggiati.
In questo contesto spietato, Gi-hun assume il ruolo di custode della bambina, difendendola persino dal padre biologico, Myung-gi (Yim Si-wan), determinato a uccidere la figlia pur di vincere. Dopo uno scontro violento, Myung-gi precipita dalla torre, ma il pulsante non è stato premuto: la sua morte è quindi priva di valore nel gioco.
Gi-hun ha allora tre possibilità: uccidere la bambina e vincere, restare inattivo e condannare entrambi, oppure sacrificarsi per darle la vittoria. Scelta la terza via, Gi-hun preme il pulsante, porge un ultimo discorso ai VIP e al Front Man e si getta nel vuoto.
Lee Jung-jae interpreta questo gesto come un atto d’amore paterno: “È come se Gi-hun vedesse sua figlia in quella bambina”.
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Il messaggio del creatore
Hwang Dong-hyuk, creatore della serie tv Squid Game, ha voluto che la bambina simboleggiasse la “prossima generazione”. Il gesto estremo di Gi-hun, spiega, riflette il recupero della coscienza e dell’umanità del protagonista: “Durante la produzione, ho iniziato a chiedermi che tipo di persona voglio essere — pessimista o ottimista. Credo che, anche nel buio, si possa trovare una luce”.
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Myung-gi: ritratto della società contemporanea
In contrasto con l’ideale rappresentato da Gi-hun, Myung-gi incarna i peggiori tratti della società. Secondo Hwang, il personaggio simboleggia la tendenza dell’umanità a scegliere la comodità personale rispetto al benessere delle generazioni future. “Parliamo di futuro, pensioni, ambiente. Ma non siamo disposti a rinunciare a nulla”.
Uccidere la propria figlia per denaro: il gesto di Myung-gi non è solo un atto estremo, è un atto specchio della nostra realtà.
I Vip: spettatori cinici
I Vip tornano nella terza puntata della stagione. Uno di loro, ubriaco, scommette per errore sulla vittoria di Jun-hee. Quando lei muore, un altro Vip propone che la bambina ne prenda il posto nel gioco. Il Front Man accetta. Player 222 vive, ora come neonata.
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Jun-hee: il volto dell’amore materno
Ferita e debole dopo il parto durante “Hide and Seek”, Jun-hee capisce di non poter partecipare al gioco successivo, “Jump Rope”. Affida la figlia a Gi-hun, che accetta di aiutarla. Ma quando lui tenta di tornare a salvarla, lei si sacrifica: si getta nel vuoto per impedirgli di rischiare tutto, compresa la vita della neonata.
“Spero che il pubblico veda in Jun-hee la forza indistruttibile dell’amore di una madre”, afferma Jo Yu-ri. La sua storia, rivela Hwang, è ispirata al film I figli degli uomini (Children of Men, 2006) di Alfonso Cuarón.
La fine di Gi-hun: addio a Player 456
Il destino di Gi-hun non era previsto fin dall’inizio, ma Hwang ha capito che la sua morte era l’unico modo per chiudere coerentemente il viaggio del personaggio e della serie. “Se ci rifiutiamo di sacrificare, collaborare, o sopportare costi… non c’è futuro. Gi-hun ci mostra il contrario”.
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Il Front Man e la bambina: un bagliore di umanità
Dopo la morte di Gi-hun, il Front Man (Lee Byung-hun) ordina l’evacuazione dell’isola, ma prima salva la bambina. Lo fa in silenzio, ma l’azione parla per lui. Secondo l’attore, quel gesto mostra che “ha ancora un frammento di umanità”.
Sei mesi dopo, il Front Man si introduce nell’appartamento del fratello Jun-ho (Wi Ha-jun). Non ruba nulla. Lascia solo un dono: la bambina e il premio in denaro.
Il denaro di Gi-hun
Che fine ha fatto il denaro che Gi-hun aveva vinto nella prima stagione? Ce lo rivela l’ultima parte dell’episodio finale: il Front Man lo trasferisce su un conto e vola a Los Angeles per consegnarlo a Ga-yeong (Jo Ah-in), la figlia di Gi-hun. Le racconta anche della morte del padre. Per Lee Jung-jae, questo gesto non è affatto commovente: “Quando ho visto quella scena, ho pensato: Gi-hun si risveglierà dalla tomba dalla rabbia!”.
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La scena finale: il gioco continua?
Nel finale di Squid Game 3, Front Man lascia la casa di Ga-yeong e guida per Los Angeles. Un suono familiare lo distrae: ddakji. Sul marciapiede, qualcuno sta reclutando un altro giocatore. Si scambiano uno sguardo. Per Lee Byung-hun, è un finale che afferma una verità amara: “Nonostante tutti gli sforzi nobili, il mondo va avanti come prima”. Ma non fraintendete: niente stagione 4, perché il gioco è finito. Hwang Dong-hyuk ha confermato che l’episodio 6 della terza stagione è l’ultimo. Squid Game si chiude definitivamente. Nessuna stagione 4 in arrivo.
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Il ruolo di Cate Blanchett
Nel finale di Squid Game 3, si vede un personaggio – interpretato da Cate Blanchett – intento a sfidare un uomo in una partita di ddakji, un tradizionale gioco coreano. La scena richiama in modo evidente il momento d'apertura della prima stagione di Squid Game. Cate Blanchett veste i panni della nuova e misteriosa reclutatrice nella terza stagione della serie targata Netflix.
Questa inaspettata apparizione potrebbe rappresentare un indizio importante per il futuro della saga. Il ruolo di Blanchett sembra infatti essere la controparte americana del reclutatore sudcoreano interpretato da Gong Yoo, figura centrale all'inizio della prima stagione. Il messaggio che si intravede è chiaro: se in Corea i giochi sembrano essersi conclusi, è possibile che altrove – come negli Stati Uniti – siano appena cominciati.
Sebbene non ci siano ancora conferme ufficiali, da tempo si rincorrono voci su un possibile spin-off ambientato negli USA. Tra i nomi che circolano per la regia figura quello di David Fincher, già collaboratore di Netflix per serie come House of Cards e Mindhunter.
In un’intervista concessa al magazine americano Variety, il creatore della serie tv Hwang Dong-hyuk ha smentito che ci sia un progetto concreto, ma ha anche lasciato aperta la porta: ha espresso interesse a partecipare a una futura espansione del franchise, sia come autore che in qualità di consulente creativo. Difficile pensare che Netflix voglia rinunciare a uno dei suoi titoli di maggior successo, e la presenza di un’attrice premio Oscar come Blanchett potrebbe essere il segnale di nuove ambiziose evoluzioni per Squid Game.
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Il Capitano Park: il tradimento del mare
Il personaggio del Capitano Park (Oh Dal-su) si rivela complice del Front Man. Woo-seok scopre una divisa da Pink Guard a casa sua, insieme a foto con il Reclutatore (Gong Yoo). Quando viene smascherato, Park uccide diversi uomini a bordo prima di essere trafitto da un arpione sparato da Jun-ho. Le sue ultime parole: “Stavo solo eseguendo ordini”.
Gyeong-seok e No-eul: la fuga impossibile
La guardia ribelle No-eul (Park Gyu-young) riesce a far fuggire Gyeong-seok (Lee Jin-uk) dall’isola, bruciando documenti e uccidendo il proprio superiore. Alla fine, si confonde tra le altre guardie e riesce a fuggire.
Sei mesi dopo, visita Gyeong-seok al parco dove si erano incontrati. Lui è vivo, sereno, disegna ritratti, accanto alla figlia Na-yeon. Ma non la riconosce: non sa che gli ha salvato la vita.
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Han Song-i è ancora viva?
No-eul, che aveva lasciato la Corea del Nord per salvarsi, aveva creduto persa per sempre la propria figlia. Ma ora riceve una telefonata: qualcuno crede di aver avvistato Han Song-i in Cina. Decide di partire, nonostante l’incertezza.
Hwang spiega: “Quando ha visto il sacrificio di Gi-hun, No-eul ha riscoperto una scintilla. Ha scelto di tornare alla vita”.
Il sogno di Sae-byeok: finalmente realizzato
Nel finale di Squid Game, c’è un’ultima scena toccante: Cheol, il fratellino di Sae-byeok (Hoyeon), si riunisce alla madre nordcoreana in aeroporto. Con loro, la madre di Sang-woo (Park Hae-soo), ora sua tutrice. È un sogno che Sae-byeok aveva inseguito con ogni fibra del corpo. E ora, a gioco finito, si è avverato.
Tutti gli episodi di Squid Game sono disponibili in streaming su Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).