
I 70 anni di Emir Kusturica, da “Papà… è in viaggio d'affari” a “Underground”: i suoi film
Il regista - ma anche sceneggiatore, attore, musicista - è nato a Sarajevo il 24 novembre 1954. Si è laureato nel 1977 alla celebre accademia cinematografica Famu di Praga. Il debutto sul grande schermo nel 1981 con “Ti ricordi di Dolly Bell?”: poco dopo arrivano il successo internazionale e diversi premi. Per ora il suo ultimo lavoro è il documentario “Pepe Mujica - Una vita Suprema”. In attesa del suo prossimo film, ecco tutte le pellicole che ha diretto. FOTO

Regista, sceneggiatore, attore, musicista: compie 70 anni Emir Kusturica, nato a Sarajevo il 24 novembre 1954. La sua carriera inizia già al liceo, quando realizza due cortometraggi. Poi frequenta la celebre accademia cinematografica Famu a Praga e si laurea nel 1977 col cortometraggio Guernica. Dopo alcuni anni nella tv di Stato, debutta al cinema nel 1981: poco dopo arrivano il successo internazionale e diversi premi. In attesa del suo prossimo film – ha detto che sta lavorando a qualcosa tratto dai libri di Dostoevskij –, ecco tutte le pellicole che ha diretto
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Il primo lungometraggio di Kusturica è Ti ricordi di Dolly Bell? (Sjećaš li se Doli Bel?), del 1981. Tratto da un romanzo di Abdulah Sidran, vince il Leone d'oro come miglior opera prima alla Mostra del cinema di Venezia. Siamo a Sarajevo negli anni ’60. Il protagonista è Dino, ragazzo introverso appassionato di ipnosi. Insieme agli amici, dopo l'apertura di Tito verso l'Occidente, assaggia nuovi spezzoni di musica e cinema: da 24mila baci di Celentano a Europa di notte di Blasetti. Un giorno incontra la giovane spogliarellista Dolly Bell e vive il suo primo amore
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Ha successo anche il secondo film diretto da Kusturica: Papà... è in viaggio d'affari (Otac na službenom putu), del 1985. Vince la Palma d'oro come miglior film a Cannes ed è nominato all'Oscar come miglior film straniero. È ambientato a Sarajevo negli anni ’50, dopo la rottura tra Tito e l'Unione Sovietica stalinista. Mehmed-Mesa è sposato e ha due figli, ma ha una relazione con un’altra. Quando il cognato lo denuncia, viene mandato in una miniera di carbone per i lavori forzati. La moglie dice ai figli che il padre è in viaggio d'affari e Malik, 6 anni, ci crede
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Nel 1989 esce Il tempo dei gitani (Dom za vjesanje), affresco della cultura gitana che tratta anche lo sfruttamento dei giovani. La pellicola ha un’ottima accoglienza ed Emir Kusturica vince il premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Racconta di Perhan, giovane zingaro nato e cresciuto nella Jugoslavia del Sud, che vive con la nonna guaritrice, lo zio e una sorella minore. Nella speranza di pagare le cure mediche della sorella, si trova coinvolto in un'organizzazione criminale che traffica esseri umani e che lo porterà anche in Italia
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Il debutto Usa di Kusturica è nel 1993 con Il valzer del pesce freccia (Arizona Dream). Nel cast Johnny Depp, Jerry Lewis, Faye Dunaway, Lili Taylor, Vincent Gallo. La commedia surreale vince l’Orso d’argento-Gran premio della giuria a Berlino. Axel, ragazzo malinconico e buffo, dopo la morte dei genitori si trasferisce a New York e lavora al Dipartimento per la pesca e la caccia. Per le nozze dello zio, torna in Arizona: all’inizio gli manca New York, poi cambia idea quando conosce Elaine, stravagante vedova che ha ucciso suo marito e vive con la figliastra Grace
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Nel 1995 esce Underground (Podzemlje), considerato il capolavoro di Kusturica. Il film, non senza polemiche, vince la Palma d'oro a Cannes. È ambientato in Jugoslavia, durante la Seconda guerra mondiale. I protagonisti sono gli amici Marko e Petar (detto Nero, “Blacky”), innamorati della stessa donna. I due, dopo che la loro vita viene sconvolta dall'invasione tedesca, spingono parenti e conoscenti a rifugiarsi in un sotterraneo e a fabbricare armi e altri prodotti per il mercato nero: resteranno nascosti per 15 anni, convinti da Marko che la guerra non sia finita

Altro film considerato tra i più belli di Kusturica è Gatto nero, gatto bianco (Crna mačka, beli mačor), uscito nel 1998: gli vale il Leone d'argento-Premio speciale per la regia alla Mostra del cinema di Venezia. La commedia, provocatoria e grottesca, è ambientata in un accampamento di gitani sulla riva del Danubio. Matko ha bisogno di soldi per concludere un affare losco e si rivolge a Pitic, ricco anziano molto amico di suo padre Zarije. Coinvolge nell’operazione anche Dadan, il boss dei gangster gitani che lo raggira facilmente. E Matko deve pagare un pegno…

Nel 2001 Emir Kusturica dirige Super 8 Stories (Super 8 pričа), documentario on the road. La pellicola, mescolando realtà e finzione, racconta il tour della No Smoking Orchestra, band di cui fa parte lo stesso regista. Si alternano filmati girati dietro le quinte, immagini dei viaggi in giro per l’Europa per tenere i concerti, ricordi dei musicisti, video storici di Sarajevo o dei funerali di Tito o dell’ex Jugoslavia, prove con gli strumenti, trasmissioni televisive, treni. Tutto accompagnato da una miscela di stili musicali e il pezzo Unza unza time

Il film successivo diretto da Kusturica è La vita è un miracolo (Život je čudo), uscito nel 2004. Per girarlo, il regista fa costruire un piccolo villaggio tradizionale chiamato Küstendorf. Siamo nel 1992: Luka, ingegnere serbo di Belgrado, si trasferisce in uno sperduto paesino tra i monti della Bosnia per progettare una ferrovia turistica. Con lui ci sono la moglie Jadranka, lunatica cantante lirica, e il figlio Miloš, giovane calciatore che sogna di giocare nel Partizan. Le loro vite vengono sconvolte dallo scoppio della guerra

Kusturica partecipa anche alla pellicola All the Invisible Children, del 2005. Film a episodi, è diviso in 7 cortometraggi che raccontano la vita di bambini “invisibili” in giro per il mondo, giovanissimi a cui è stata rubata l’infanzia. Gli altri registi sono Mehdi Charef, Spike Lee, Kátia Lund, Jordan Scott e Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo. L’episodio di Kusturica s’intitola Blue Gipsy: narra di un bambino che, dopo aver scontato la pena in un carcere minorile serbo, deve decidere se seguire suo padre e continuare a rubare o vagare libero per il mondo

È del 2007 il film di Kusturica Promettilo! (Zavet). Racconta di Živojin Marković, un anziano che abita in un paesino tra le montagne insieme al nipote Tsane. L’uomo, pensando che la sua morte si stia avvicinando, chiede al giovane di andare a Užice, vendere una mucca e con i soldi comprare un'icona religiosa, un regalo e trovare moglie. Arrivato in città, Tsane scopre che l’amico del nonno che doveva cercare è morto. Al suo posto trova i nipoti, con cui fa presto amicizia. Conosce anche la giovane Jasna, della quale s’innamora. Ma qualcuno si mette tra di loro

Altro film documentario di Emir Kusturica è Maradona di Kusturica (Maradona by Kusturica), del 2008. Racconta la vita di Diego Armando Maradona, in un viaggio che ripercorre le tappe e i luoghi più significativi - Buenos Aires, Napoli e Cuba - del campione argentino. C’è il Maradona calciatore, con i momenti più alti della sua carriera e il declino; il Maradona uomo, con i problemi di droga, la famiglia, la lenta rinascita; il Maradona che non ha paura di mostrare le sue idee politiche, soprattutto contro il sistema neo-liberista e imperialista Usa
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Nel 2016 esce On the Milky Road - Sulla Via Lattea (On the Milky Road), sempre diretto da Emir Kusturica. Il film è basato sull'ultimo racconto del libro Lungo la Via Lattea, scritto dello stesso regista. La trama: durante la guerra in Jugoslavia, un lattaio (interpretato da Kusturica) attraversa ogni giorno i campi di battaglia per raggiungere un villaggio. Un giorno incontra una misteriosa donna italiana (Monica Bellucci) e inizia con lei una relazione proibita, fatta di passione e pericolose avventure
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Per ora l’ultimo lavoro di Emir Kusturica dietro la macchina da presa è il documentario Pepe Mujica - Una vita Suprema (El Pepe, una vida suprema), uscito nel 2018. È un ritratto dell’ex presidente dell’Uruguay José Pepe Mujica, che - in una serie di interviste - racconta la sua prigionia e le lezioni che ha imparato, orgoglioso del proprio passato e con uno sguardo sereno e agguerrito sul futuro. Per il regista è l’occasione di scavare nell’eredità di Mujica e discutere con lui del senso della vita da un punto di vista politico, filosofico, estetico e poetico
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