
49 anni senza Pier Paolo Pasolini, da Accattone a Salò le locandine dei suoi film. FOTO
Regista, poeta, scrittore e molto altro: è stato uno degli intellettuali più eclettici e scomodi del Novecento. Era nato a Bologna il 5 marzo del 1922, esordendo dietro la macchina da presa nel 1961. La sua ultima pellicola fu presentata postuma, dopo l’assassinio avvenuto il 2 novembre del 1975 Per ricordalo ripercorriamo la sua filmografia
![Pier Paolo Pasolini [Retrospettiva] Pier Paolo Pasolini - Pasolini durante le riprese di Salò o le 120 giornate di Sodoma](https://static.sky.it/editorialimages/de49454cc25da025a08195479923e11a8b9a4efd/skytg24/it/spettacolo/cinema/approfondimenti/pier-paolo-pasolini-film/01-pier-paolo-pasolini-ipa.jpg?im=Resize,width=335)
Pier Paolo Pasolini è nato a Bologna il 5 marzo 1922. Dopo aver vissuto in Friuli-Venezia Giulia, nel 1950 si è trasferito a Roma. Regista, poeta, scrittore e molto altro: è stato uno degli intellettuali più eclettici e scomodi del Novecento. È stato trovato senza vita il 2 novembre 1975 all'Idroscalo di Ostia, assassinato a 53 anni(nella foto, Pasolini durante le riprese di Salò o le 120 giornate di Sodoma)
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Accattone (1961) – Scritto e diretto da Pasolini, è il film che segna il suo esordio dietro la macchina da presa. È considerato la trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari, il racconto sul grande schermo di una parte del sottoproletariato romano e dei suoi “ragazzi di vita”. “Accattone” è il soprannome del protagonista Vittorio Cataldi (interpretato da Franco Citti). La pellicola è stata presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
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Mamma Roma (1962) – Anche il secondo film da regista è ambientato nelle borgate romane. Questa volta la protagonista è una donna, una prostituta romana - interpretata da Anna Magnani - che vuole cambiare vita per dedicarsi al figlio Ettore. Viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e, come il precedente, provoca polemiche e critiche feroci. Magnani regala un’interpretazione straordinaria, recitando in mezzo a un gruppo di attori dilettanti
Pier Paolo Pasolini, uno degli intellettuali più scomodi d'Italia. FOTO
Il Vangelo secondo Matteo (1964) – Il film - girato tra i sassi di Matera - racconta la vita di Gesù seguendo fedelmente, tranne qualche inversione temporale, il Vangelo dell’apostolo Matteo: dall’annunciazione alla Vergine Maria fino alla resurrezione. Martin Scorsese l’ha definito “il miglior film su Cristo”. Anche questa pellicola provocò polemiche. Tra i riconoscimenti, il Gran premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, tre Nastri d’Argento (miglior regista, fotografia, costumi) e tre nomination ai premi Oscar (scenografia, costumi, colonna sonora)
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Uccellacci e uccellini (1966) – Totò e Ninetto Davoli interpretano padre e figlio che incontrano un corvo parlante. Tra aneddoti e favole, questa pellicola ironica, poetica e surreale diventa una riflessione su problemi come la crisi culturale della sinistra comunista negli anni '60, le contraddizioni della società dell’epoca, il ruolo dell’intellettuale, il destino del proletariato. Colonna sonora di Morricone, canzoni dei titoli di testa e di coda interpretate da Modugno. Menzione speciale a Totò al Festival di Cannes, 2 Nastri d’argento. Insuccesso commerciale

Edipo re (1967) – Pasolini rivisita la tragedia di Sofocle, con elementi autobiografici. Il protagonista è sempre Edipo, interpretato da Franco Citti, ma si muove sullo sfondo degli anni ’60. Nel cast anche Silvana Mangano, Alida Valli, Carmelo Bene, Julian Beck. C’è anche il regista, nella parte del Grande Sacerdote di Tebe. È stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e ha vinto due Nastri d’Argento

Teorema (1968) – È considerata una delle pellicole più complesse e originali di Pasolini. All’inizio era stata concepita come una tragedia in versi, poi è stata sviluppata sia in un romanzo (con versi e prosa che si alternano) sia in un film. Racconta della ricca famiglia di un industriale milanese che viene scossa dall'arrivo di un enigmatico ospite. Come altri film di Pasolini, ha fatto scandalo: è stato sequestrato per oscenità, con regista e produttori denunciati e poi assolti. A Venezia, Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Laura Betti

Porcile (1969) – Nel film, anche questo molto criticato, si alternano due episodi paralleli che alla fine si uniscono per denunciare l’influenza negativa di alcuni genitori. Un episodio racconta la storia di un giovane che vaga per i campi desolati di un vulcano (l'Etna), l’altro del figlio di una famiglia borghese tedesca. Entrambi, alla fine, vengono sbranati da animali

Medea (1969) – Pasolini dirige Maria Callas in questa rivisitazione della tragedia di Euripide: Medea, abbandonata da Giasone, si vendica usando le sue arti magiche per far morire la rivale Glauce e uccidendo i due figli avuti dall'argonauta. Una storia che il regista definisce come una “mescolanza un po’ mostruosa di un racconto filosofico e di un intrigo d’amore”. Accoglienza positiva da parte della critica, più freddo il pubblico

Il Decameron (1971) – Grande successo di pubblico, con consueta scia di polemiche e censure, per questo film che apre la cosiddetta “Trilogia della vita” (che prosegue con I racconti di Canterbury del 1972 e Il fiore delle mille e una notte del 1974): sul mercato italiano incassò più di 4 miliardi di lire. Pasolini, ispirandosi all’opera di Boccaccio, rivisita alcune delle novelle più importanti e caratterizzanti. Orso d'argento al Festival del Cinema di Berlino

I racconti di Canterbury (1972) – Orso d'oro a Berlino, invece, per questa pellicola tratta da The Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer. In cammino verso Canterbury, Chaucer (interpretato da Pasolini) e altri pellegrini raccontano storie e aneddoti. Il regista ha scelto 8 dei 24 racconti dell’opera, rielaborando alcune parti o inventandone altre. Anche questo film è stato ampiamente censurato in Italia

Il fiore delle Mille e una notte (1974) – Capitolo conclusivo della “Trilogia della vita”, tratto dalla celebre raccolta di racconti orientali, ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes ma ha avuto un’accoglienza più fredda degli altri due al cinema. “La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni”, è la citazione iniziale che fa da filo conduttore. La storia prende il via dall’incontro tra Nur ed-Din e Zumurrùd. Archiviata dalla Procura di Milano una denuncia per oscenità

Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) – È l’ultimo film di Pasolini, il più estremo: dopo la “Trilogia della vita”, avrebbe dovuto essere il primo lungometraggio della “Trilogia della morte” ma è rimasto l'unico a causa dell’uccisione del regista. La pellicola è stata presentata postuma al Festival cinematografico di Parigi. In Italia è stata al centro di proteste e vicende giudiziarie, tanto da essere subito sequestrata. Il film s’ispira al libro “Le 120 giornate di Sodoma” del marchese De Sade e ha riferimenti anche all’Inferno di Dante

La ricotta, episodio di Ro.Go.Pa.G. o Laviamoci il cervello (1963) – Pasolini ha partecipato anche a 4 film collettivi a episodi. Il primo è Ro.Go.Pa.G., di cui ha girato l'episodio intitolato La ricotta. Gli altri registi sono Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Ugo Gregoretti. Si tratta di una sorta di parodia della Passione: durante le riprese di un film sul tema, uno dei ladroni muore sulla croce per un'indigestione di ricotta. Fu giudicato blasfemo e sequestrato per vilipendio alla religione. Pasolini condannato a 4 mesi di reclusione, poi assolto in Appello

La Terra vista dalla Luna, episodio di Le streghe (1967) – Un altro film collettivo è Le streghe: prodotto da Dino De Laurentiis, è diviso in cinque episodi diretti da altrettanti registi. Oltre a Pasolini, ci sono Mauro Bolognini, Vittorio De Sica, Franco Rossi e Luchino Visconti. Tutti hanno come protagonista Silvana Mangano. Il segmento di Pasolini è tratto dal suo racconto Il buro e la bura, mai pubblicato. Musica di Ennio Morricone

Che cosa sono le nuvole?, episodio del film Capriccio all'italiana (1968) – Sei gli episodi di Capriccio all'italiana, commedia girata nel ’67 e distribuita l’anno dopo. Gli altri registi sono Mario Monicelli, Steno, Mauro Bolognini, Pino Zac e Franco Rossi, Mauro Bolognini. Il segmento di Pasolini è una rivisitazione dell'Otello, recitato da un gruppo di marionette (Totò, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Ninetto Davoli, Laura Betti e Adriana Asti). Totò, morto il 15 aprile 1967, non ha visto la pellicola

La sequenza del fiore di carta, episodio del film Amore e rabbia (1969) – L’ultimo film collettivo a cui ha partecipato Pasolini è Amore e rabbia: è composto da cinque episodi e gli altri registi sono Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Jean-Luc Godard e Carlo Lizzani. Il protagonista dell’episodio di Pasolini è Riccetto (interpretato da Ninetto Davoli), che attraversa Roma con un grande fiore rosso in mano senza rendersi conto del male e della sofferenza che lo circonda

I documentari - Pasolini ha diretto anche alcuni documentari. Il primo è La rabbia, del 1963, poi c’è Comizi d'amore del 1964 (nella foto), Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (1964), Appunti per un film sull'India (1968), Appunti per un'Orestiade africana (1970), Le mura di Sana'a (1971), 12 dicembre (1972, regia firmata solo da Giovanni Bonfanti)