Pier paolo Pasolini e il calcio in un libro e un docufilm

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Pier Paolo Pasolini e il calcio: il libro (di Valerio Curcio) e il docufilm (di Alessandro Di Nuzzo e Alessandro Scillitani) raccontano il rapporto sentimentale che legava Pasolini al gioco del calcio

Dalle partite con i “ragazzi di vita” della borgata romana all’epica sfida tra il suo cast e quello di Bertolucci durante le riprese di Salò e di Novecento pochi mesi prima della morte. Il calcio secondo Pasolini è un percorso fatto di letteratura e testimonianze dirette, alcune delle quali inedite, che attraversa il rapporto sentimentale tra Pier Paolo Pasolini e il gioco del calcio. Prima ancora che uno sport, il pallone è per Pasolini un linguaggio umano, che si esplica ogni qualvolta un piede tocca un pallone. E se il calcio è un linguaggio, gli atleti possono usare stili espressivi differenti: così il gioco corale delle squadre mitteleuropee è prosa realista, mentre il dribbling dei sudamericani è poesia lirica. Pasolini vive con piacere la contraddizione di intellettuale impegnato che ama uno sport da molti considerato “oppio dei popoli”. Il suo sguardo di appassionato, ma anche di giornalista sportivo, osserva il calcio dai campetti di periferia fino alla Serie A: talvolta ingenuamente nell’ammirare la fisicità di una sfida tra i palazzi di periferia, talvolta appassionatamente nel tifare il suo Bologna, talvolta con attenzione sociologica nel considerare la partita allo stadio come l’ultimo rito sacro dell’età contemporanea. Il calcio nella sua essenza primordiale.

La stessa passione per il calcio animava anche il regista Bernardo Bertolucci. Nel docufilm Centoventi contro Novecento di Alessandro Scillitani, con sceneggiatura di Alessandro Di Nuzzo si racconta della domenica di marzo del 1975 in cui si giocò una partita di calcio tra la troupe del film di Pasolini contro quella del regista emiliano. «Marzo 1975. In una domenica di primavera, sul campo del parco della Cittadella di Parma, si affrontano due singolari squadre di calcio: la rappresentativa della troupe di Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini contro quella di Novecento di Bernardo Bertolucci. Due film che segneranno la storia del cinema italiano e che si stanno girando negli stessi giorni, a pochi chilometri di distanza. Sarà una partita epica, leggendaria nei racconti della gente di cinema che vi partecipò, ma praticamente sconosciuta al pubblico»: il regista Alessandro Scillitani introduce Centoventi contro Novecento, docufilm che racconta per la prima volta quella partita e che sta girando le sale italiane dopo la sua “prima” a Bologna nel novembre scorso.

«Ricostruendo minuziosamente la storia di quella domenica e la memoria ancora viva dei protagonisti» aggiunge lo sceneggiatore Alessandro Di Nuzzo «il film tocca diversi argomenti: l’atmosfera dei set di quei due grandi film del cinema italiano, il rapporto contrastato fra Pasolini e il suo ex-allievo Bertolucci, il legame fra quest’ultimo e le radici parmigiane e contadine. Su tutto aleggia, come un filo rosso, il rapporto fra Pier Paolo Pasolini e il calcio: passione inesauribile, pratica continua e quasi ossessiva, espressione di pura vitalità, addirittura di una felicità possibile». 

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