Roberto Russo, il regista marito di Monica Vitti è morto a 77 anni

Cinema
©Getty

Il regista, sceneggiatore e scenografo è scomparso il 20 settembre intorno alle ore 09:30 del mattino in una Rsa a Roma. Era malato dal 2023. I funerali si svolgeranno nella Chiesa degli Artisti martedì 23 settembre alle ore 10:30

Il regista, sceneggiatore e scenografo Roberto Russo, che era anche marito dell’attrice Monica Vitti, è morto il 20 settembre intorno alle ore 09:30 del mattino in una Rsa a Roma all’età di 77 anni. Era malato dal 2023. I funerali si svolgeranno nella Chiesa degli Artisti martedì 23 settembre alle ore 10:30.

DALLE NOZZE ALLE CURE NELLA MALATTIA

Nato il 28 settembre 1947 a Roma, Roberto Russo, che inizialmente era stato fotografo di scena, nel 1984 aveva vinto il David di Donatello come Miglior regista emergente per il film Flirt, con protagonista la stessa Monica Vitti, che raccontava la storia di una coppia di mezza età che l’immaginazione dell’uomo rendeva un ménage à trois. Nello stesso anno, il regista aveva anche lavorato al documentario collettivo L’addio a Enrico Berlinguer. Nel 1986 aveva poi diretto Vitti in un’altra pellicola, Francesca è mia, sceneggiata da entrambi in collaborazione con Vincenzo Cerami e incentrata su un amour fou possessivo e devastante. Per i suoi due film, Russo aveva affidato le musiche a cantautori italiani: per il primo, Francesco De Gregori aveva composto il mini LP La donna cannone, mentre per il secondo era stato coinvolto Tullio De Piscopo. Dopo 17 anni di fidanzamento, nel 2000 il regista aveva sposato Vitti, con la quale aveva una differenza di età di 16 anni (lui era più giovane di lei) alla quale era rimasto accanto nel periodo della malattia e fino alla morte avvenuta il 2 febbraio 2022. “In questa casa, per vent’anni, non è mai entrato nessuno. A parte i medici, solo io, Cristina, la segretaria di Monica e Mirella, che badava a lei. Nessun altro, mai. Conobbi Monica sul set di Teresa la ladra. Avevo 25 anni, lei 16 più di me. Era l’attrice protagonista, io battevo il ciak. Insomma, ero un macchinista. Nel cinema ho fatto ogni cosa. Sono stato anche elettricista, attrezzista, arredatore. Mi piaceva tantissimo lavorare sul set. Non avevo orari. Mi pagavano di più perché lavoravo il doppio”, aveva raccontato Russo in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per il Corriere della Sera quattro mesi dopo la morte dell’attrice. “Ho fatto anche il fotografo di scena, il regista, il produttore. Insomma, durante quel film, tratto da un libro di Dacia Maraini, io persi completamente la testa. Da quando l’ho vista non ho capito più nulla. Ma io ero il ciakkista e lei la star. Lei era fidanzata. Non avevo mai visto una donna di quella intelligenza, di quella simpatia, di quella bellezza. Era come i film che ha fatto: sapeva far ridere, far piangere, far pensare. La nostra storia, durata quasi mezzo secolo, è stata l’avventura di una simbiosi”.

Approfondimento

Addio a Monica Vitti, la grande musa del cinema italiano

MONICA VITTI, DA PROTAGONISTA DEL CINEMA ALLA MALATTIA

Monica Vitti aveva dato una svolta alla sua carriera grazie all’incontro con il regista Michelangelo Antonioni, con il quale aveva intessuto una relazione artistica e sentimentale. L’attrice si era poi dedicata al genere comico, per il quale aveva lavorato con cineasti come Mario Monicelli, Alberto Sordi, Ettore Scola e Dino Risi. Nella sua carriera, aveva vinto diversi David di Donatello e il Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. A causa di una malattia degenerativa, Vitti si era progressivamente allontanata dalle scene. La sua ultima apparizione risaliva al 2002, quando aveva partecipato alla prima teatrale dello spettacolo Notre-Dame de Paris.

Approfondimento

Monica Vitti, a Roma il nuovo murales di Diavù

Spettacolo: Per te