
È la Toscana l’unica destinazione italiana presente nella pubblicazione internazionale ‘Best in travel 2024’ con cui Lonely Planet annuncia le mete imperdibili per il prossimo anno. Il cinema, naturalmente ha scoperto da moltissimo tempo, le bellissime location della regione italiana scegliendola come sfondo per centinaia di pellicole. Ecco le più famose

Pochi film rappresentano lo spirito e l'essenza toscana come "Amici miei" (1975), anche se in origine il film - affidato a Pietro Germi - doveva essere ambientato a Bologna. L'arrivo di Monicelli alla regia coincise con lo spostamento a Firenze, anche se nessuno dei cinque protagonisti era fiorentino: Tognazzi era cremonese, Moschin era veronese, Adolfo Celi messinese, Duilio Del Prete era di Cuneo, Philippe Noiret addirittura francese. Girato interamente in città: per esempio, il bar del Necchi era un vero bar in via dei Renai, a pochi minuti dal centro storico.
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"Il sorpasso" (Dino Risi, 1962). Film generazionale che è entrato nella storia del costume italiano, tutto basato sul lungo viaggio lungo la via Aurelia da Civitavecchia fino al mare, precisamente a Castiglioncello, frazione di Rosignano Marittimo (Livorno) scelta da Risi su insistenza di Gassman, che ci trascorreva le vacanze con la famiglia e voleva appofittarne nelle pause di lavorazione.
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"Ricomincio da tre" (Massimo Troisi, 1981). Anche un monumento della napoletanità come Troisi ha ceduto al fascino di Firenze, ambientandovi gran parte del suo film d'esordio e dando vita a indimenticabili gag con il socio Lello Arena: "Fatti leggero!”, gli dice mentre procedono goffamente in bicicletta per le strade del centro storico.
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"La notte di San Lorenzo" (Paolo e Vittorio Taviani, 1982). Ambientato nel paesino fittizio di San Martino che in realtà è San Miniato, il film ricostruisce i fatti dell'estate 1944 che culminarono nell'eccidio di 55 persone all'interno del Duomo locale. La facciata e l'interno della chiesa non sono originali ma quelli della Collegiata di Sant'Andrea a Empoli: i Taviani ritenevano che usare il "vero" Duomo avrebbe generato un impatto emotivo troppo forte.

"Sapore di mare" (Carlo Vanzina, 1983). Altro cult generazionale che intuì prima di tutti la furbizia di riunire nello stesso film due generazioni di spettatori: il pubblico giovane degli anni Ottanta con quello più stagionato e nostalgico degli anni Sessanta, operazione poi alla base di decine di film italiani di successo. La Forte dei Marmi del 1964 rivive negli stabilimenti balneari Marechiaro e Dalmazia, vicino alla celebre "Capannina" di Achille Franceschi.
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"Non ci resta che piangere" (Giuseppe Bertolucci, 1984). Il film-cult di Benigni & Troisi, contrariamente alle aspettative, NON fu girato in Toscana! Ma quasi tutto nelle campagne laziali, con una significativa eccezione finale: le riprese della scena sulla spiaggia avvennero a Cala di Forno, nel comune di Magliano (Grosseto), nel cuore del Parco Naturale della Maremma. Nessuna traccia, naturalmente, dell'immaginario paesino di Frittole.
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"Camera con vista" (James Ivory, 1985) è uno dei film maggiormente responsabili della grande passione per la Toscana degli inglesi. Nonostante l'ambientazione fiorentina, la finestra con vista mozzafiato sul panorama della città fu un abile trucco di scena: in realtà la "camera" della Pensione Bertolini si trovava infatti in una villa a Maiano, sulle colline fiesolane, di proprietà della contessa Lucrezia Corsini Miari Fulcis.
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"Io ballo da sola" (Bernardo Bertolucci, 1996). Romanzo di formazione della giovane Liv Tyler che trascorre un'estate indimenticabile sulle colline senesi. Girato nel pieno del cosiddetto "Chiantishire", territorio di vacanza di tanti ricchi inglesi, con località piccole e meravigliose come Gaiole in Chianti, Scorgiano, Casole d'Elsa, Monteriggioni, Gaggiano, Castelnuovo Berardenga...
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"Il ciclone" (Leonardo Pieraccioni, 1996). Grande classico della commedia all'italiana anni Novanta, "responsabile" del rilancio della comicità toscana in tutta la Penisola, fu girato in un casolare dalle parti di Laterina, in provincia di Arezzo. Le scene in paese sono invece ambientate tra Poppi e Stia, nella vicina vallata del Casentino.
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"Il paziente inglese" (Anthony Minghella, 1996). Vincitore dell'Oscar come miglior film, questo melodramma bellico durante la Seconda Guerra Mondiale è quasi interamente ambientato in Toscana: ilconvento dove Juliette Binoche cura Ralph Fiennes si trova a Pienza (Siena), mentre, la scena più romantica del film, quella tra Juliette Binoche e Naveen Andrews in cui l'attrice francese volteggia fino al soffitto per ammirare gli affreschi di Piero Della Francesca, è girata nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.

Ritratto di Signora" (1996) - Il Duomo di Santa Maria del Fiore di Firenze è stato scelto da Jane Champion per una delle più suggestive e ambigue scene del film "Ritratto di Signora" (1996), tratto dal romanzo di Henry James, con John Malcovich e Nicole Kidman, la scena in cui l’enigmatico avventuriero Gilbert Osmond seduce la giovanissima Isabel Archer.

"Ovosodo" (1997). Il pluripremiato film di Paolo Virzì è stato girato interamente a Livorno e più precisamente nel quartiere Ovo Sodo proprio a ridosso del centro della cittadina toscana, Ma è tutta Livorno ad essere mostrata nella pellicola di Virzì: dai cortili popolari alle palazzine Liberty che si affacciano sul mare, passando dai “fossi” del quartiere Venezia

"Hannibal" (Ridley Scott, 2001). Non raggiunge i picchi del primo film di Jonathan Demme, ma il sequel del Silenzio degli Innocenti assicura un grande intrattenimento grazie anche a un cast di supporto con tanti italiani, da Giancarlo Giannini a Francesca Neri. La parte centrale del film, ambientata a Firenze, vive sulla "caccia" tra Hannibal Lecter e l'ispettore Rinaldo Pazzi (Giannini), atteso da una fine non molto gradevole su un balcone di Palazzo Vecchio.
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"Sotto il sole della Toscana" (2003) - Il film, diretto da Audrey Wells del 2003 con protagonista Diane Lane e basato sul libro omonimo della scrittrice Frances Mayes è stato girato principalmente nella antica cittadina di Cortona in Toscana proprio perchè il libro è ambientato a Cortona, dove la scrittrice Frances Mayes e suo marito passano gran parte dell’anno

"La prima cosa bella" (Paolo Virzì, 2010). Pochi registi italiani sono legati alla loro città d'origine come Paolo Virzì, che da "Ovosodo" in poi ha ambientato a Livorno tante grandi pagine del cinema italiano. L'atto d'amore più affettuoso è in questo film magnifico, divertente e commovente, in cui anche un romano doc come Valerio Mastandrea sfoggia un accento perfetto e, da vero livornese, si sente morire se non può andare al mare.
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"N - Io e Napoleone" (Paolo Virzì, 2006). L'esilio all'Isola d'Elba di Napoleone Bonaparte dal punto di vista del suo bibliotecario Martino (Elio Germano), fervente anti-francese che sogna di assassinarlo ma non trova il coraggio. Girato in realtà nei dintorni della solita Livorno, con escursioni a Piombino (dov'è stata ricreata Portoferraio) e a Crespina (Pisa) dove si trova la villa della baronessa Monica Bellucci.
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"007 - Quantum of Solace" (Marc Forster, 2008). Neanche James Bond può dirsi immune al fascino della Toscana: in questo film vediamo Daniel Craig impegnato in uno spettacolare inseguimento sui tetti di Siena, poi nel bel mezzo del Palio, infine in altre scene d'azione nelle cave di marmo a Carrara (precisamente presso le cave di Fantiscritti).
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"Twilight - New Moon" (Chris Weitz, 2009). Stephanie Meyer, autrice del romanzo originale, individua in Volterra (Pisa) la città dove abita la famiglia reale dei Volturi, custodi millenari delle leggi vampiresche; ma nel film le scene sono state girate a Montepulciano, in provincia di Siena.
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"Made in Italy – Una casa per ritrovarsi" (2020) il film diretto da James D’Arcy e con Liam Neeson ha come abientazione principalmente la suggestiva campagna di Monticchiello, nel comune di Pienza, in Val d'Orcia

"Toscana" (2022) - Prodotta da Netflix, la commedia romantica scritta e diretta dal regista iraniano Mehdi Avaz è stata girata a sulle colline fiorentine e più precisamente al Castello di Ristonchi a Pelago, la cui origine risale all’anno 1000. Le riprese hanno interessato anche il parco del Castello e l’oliveta. Alcune scene, inoltre, sono state realizzate anche a Villa Grassina, sempre a Pelago, villa del ‘700 poco distante dalla Riserva Naturale di Vallombrosa