Roberto Benigni, i migliori film del regista da Oscar

Cinema

Oscar per “La vita è bella”, Roberto Benigni è un regista straordinario. Sia quando firma commedie, che quando dirige capolavori drammatici

Non è solamente un apprezzatissimo attore, Roberto Benigni. Oscar per “La vita è bella” nel 1999, è l’unico attore uomo italiano ad essersi aggiudicato l’ambita statuetta come miglior attore protagonista, recitando nel ruolo principale in un film in lingua straniera.

Ma quali sono invece i migliori film da lui firmati come regista? Scopriamolo insieme.

“La Tigre e la neve”

Nastri d'argento 2006 come miglior soggetto e migliore fotografia, “La Tigre e la neve” racconta di Attilio, docente e insegnante di poesia. 

Ha da poco pubblicato il romanzo “La Tigre e la neve”, e vive in un mondo tutto suo, dominato dalla letteratura e dall’amore per una donna che ogni notte sogna di sposare. Ma Vittoria, di lui, non ne vuole sapere. E così, sullo sfondo di una guerra in Iraq ormai nell’aria, si disegna quell’impossibile amore.

“Il piccolo diavolo”

Film del 1998, “Il piccolo diavolo” ha per protagonista Maurizio, un sacerdote turbato dall’amore per una donna (che lo ricambia).

Chiamato ad esorcizzare Giuditta, una parrucchiera sovrappeso, dal corpo di lei esce un diavoletto nudo dalle sembianze umane, che decide di restare sulla Terra. Non sapendo che fare, Maurizio presenta quell’omino burlone come un suo parente. Ma sarà costretto a rimediare a tutti i suoi guai, fino a quando una diavoletta non arriverà nelle loro vite.

“Non ci resta che piangere”

Insieme a Massimo Troisi, Roberto Benigni firma nel 1984 “Non ci resta che piangere”.

Un insegnante e un bidello, amici di lunga data, si trovano fermi ad un passaggio a livello nella campagna toscana. Stanchi di aspettare, scelgono di imboccare un sentiero ma, costretti a fermarsi per un guasto della macchina, scelgono di soggiornare in una sperduta locanda. E, al loro risveglio, si ritrovano nella Toscana del XV secolo. All’inizio sarà uno shock, ma presto il passato li coinvolgerà. E loro vedranno la storia disegnarsi davanti ai loro occhi.

“Johnny Stecchino”

Con quella trama che ricorda “Totò a Parigi”, pur senza citarlo, “Johnny Stecchino” è una commedia leggendaria.

Dante è un autista di scuolabus per handicappati, il cui unico confidente - Lillo - è uno di loro. Una sera, Dante viene investito dall’auto di una bella signora, di cui si innamora perdutamente. I due si incontrano di nuovo: lei lo chiama Johnny, gli disegna un neo, gli infila uno stuzzicadenti in bocca, lo veste elegante e lo porta a pranzo in un locale di lusso. In realtà, la donna è la moglie del boss mafioso Johnny Stecchino, a cui Dante somiglia moltissimo. E questo darà vita a tutta una serie di equivoci.

“La Vita è Bella”

Film capolavoro di Roberto Benigni, ne “La Vita è Bella” Guido Orefice è un toscano di origini ebraiche, che si trasferisce ad Arezzo. Innamorato della sua principessa, la maestra elementare Dora, con lei ha un bambino, Giosuè. 

A distruggere i loro sogni ci si mette però la II Guerra Mondiale, con la deportazione degli ebrei. Tremenda e crudele, la vita nel lager è insostenibile. Soprattutto per un bimbo. Così, Guido trasforma il tutto in un gioco, spiegando a Giosuè che - chi rispetta le regole - vincerà un carrarmato.

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